domenica 30 marzo 2003

Lolli. Gli uomini che riescono solo a far ridere...






LE CINQUE REGOLE DEL CORTEGGIAMENTO
di Massimo Lolli

Ogni anno, a Monteramello Terme, si incontrano Bertilla e Maria Cira, due amiche innamorate dei figli e annoiate dai mariti. Bertilla è una boara di Vicenza, ripulita e infighettata, Maria Cira una tamarra di Napoli, professoressa di lettere sfottente e logorroica. Il mitico duo è in attesa di Roberta da Bologna,
Patrizia da Brescia e Giulia da Cagliari. Tutte le amiche hanno un solo obiettivo: fare sesso. Naturalmente ciascuna all’insaputa delle altre. Moreno Donadello, invece, è un dimenticato cantore dell’adolescenza. Quando era al liceo aveva fondato, con l’amico del cuore Toni Scomparin, la Società del Promettenti Falliti, per uno studio sistematico e approfondito del corteggiamento, che, solo, avrebbe potuto salvarli da un futuro senza ragazze. E che in effetti qualche frutto aveva dato. Autore del cult movie Un mercoledì da terroni, Moreno è stato un grande del cinema e della pubblicità nella rutilante Milano degli anni Ottanta. Adesso, però, non è nient’altro che un fallito. Nemmeno più “promettente”. L’unica persona al mondo che lo ama e lo ammira è suo nipote Matteo, quindicenne imbranato e poeta in erba. Al culmine della loro vacanza, Bertilla e Maria Cira si recano al Pipistrello – più che un dancing un laboratorio sociale – per la Serata Nostalgy, e lì, tra pensionati, sociolabili, immigrati, colf, badanti, statali, agenti di commercio, avanzi di balera, carampane con le chiome tinte e le scarpe dorate, incontrano personaggi improbabili come il dottor Roberto Coppalacagna o il Colonnello, ma anche Moreno e Matteo... L’irresistibile epopea lolliana della provincia veneta si arricchisce di un nuovo esilarante capitolo, contaminato questa volta da un’esplosiva nota di colore partenopeo: Le cinque regole del corteggiamento è un romanzo insieme comico e sentimentale su come eravamo e su cosa siamo diventati, è un intreccio di rimpianti mai sopiti e di vitalismi mai spenti, è una storia di uomini da sempre morti e di donne per sempre vive.

L’autore Massimo Lolli ha pubblicato Innamorarsi di una milanese (Archinto 1995), Volevo solo dormirle addosso (Limina 1998), Io sono Tua (Piemme 2003), Il lunedì arriva sempre di domenica pomeriggio (Mondadori 2009).

sabato 29 marzo 2003

L'anoressia non è come un raffreddore. Non passa così, da sola.





VOLEVO ESSERE UNA FARFALLA
di Michela Marzano

Michela Marzano è un'affermata filosofa e scrittrice, un'autorità negli ambienti della società culturale parigina. Dalla prima infanzia a Roma alla nomina a professore ordinario all'università di Parigi, passando per una laurea e un dottorato alla Normale di Pisa, la sua vita si è svolta all'insegna del «dovere». Un diktat, però, che l'ha portata negli anni a fare sempre di più, sempre meglio, cercando di controllare tutto. Una volontà ferrea, ma una costante violenza sul proprio corpo. «Lei è anoressica» le viene detto da una psichiatra quando ha poco più di vent'anni. «Quando finirà questa maledetta battaglia?» chiede lei anni dopo al suo analista. «Quando smetterà di volere a tutti i costi fare contente le persone a cui vuole bene» le risponde. E ha ragione, solo che è troppo presto. Non è ancora pronta a intraprendere quel percorso interiore che la porterà a fare la pace con se stessa.
«L'anoressia non è come un raffreddore. Non passa così, da sola. Ma non è nemmeno una battaglia che si vince. L'anoressia è un sintomo. Che porta allo scoperto quello che fa male dentro. La paura, il vuoto, l'abbandono, la violenza, la collera. È un modo per proteggersi da tutto ciò che sfugge al controllo. Anche se a forza di proteggersi si rischia di morire. Io non sono morta. Oggi ho quarant'anni e tutto va bene. Perché sto bene. Cioè... sto male, ma male come chiunque altro. Ed è anche attraverso la mia anoressia che ho imparato a vivere. Anche se le ferite non si rimarginano mai completamente. In questo libro racconto la mia storia. Pensavo che non ne avrei mai parlato, ma col passare degli anni parlarne è diventata una necessità. Per mostrare chi sono e che cosa penso. Perché, forse, senza quella sofferenza non sarei diventata la persona che sono oggi. Probabilmente non avrei capito che la filosofia è soprattutto un modo per raccontare la finitezza e la gioia. Gli ossimori e le contraddizioni. Il coraggio immenso che ci vuole per smetterla di soffrire e la fragilità dell'amore che dà senso alla vita.»

L'AUTRICE Michela Marzano è nata a Roma, ha studiato all'università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, è diventata docente all'Università di Parigi V (René Descartes), dove è attualmente professore ordinario. Autrice di numerosi saggi e articoli di filosofia morale e politica, ha curato il "Dictionnaire du corps" (PUF, 2007).
Si occupa di Filosofia Morale e Politica e in particolar modo del posto che occupa al giorno d'oggi l'essere umano, in quanto essere carnale. L'analisi della fragilità della condizione umana rappresenta il punto di partenza delle sue ricerche e delle sue riflessioni filosofiche.

venerdì 28 marzo 2003

Emilio Fede. La differenza tra me e un pazzo?





FUORI ONDA
di Emilio Fede

"La differenza tra me e un pazzo? E che io non sono pazzo!" Emilio Fede, l'anchorman più longevo della televisione italiana, sottoscrive il celebre motto di Salvator Dall (di cui fu amico) e vuole dimostrare in questo libro pieno di curiosità, notizie e aneddoti che a dare qualche segno di vero squilibrio sono soprattutto i suoi innumerevoli e instancabili detrattori. Ha una parola buona e una cattiva per tutti, amici e nemici. Non è forse pazza l'informazione televisiva, sempre a caccia di scoop e di gossip? E la politica? Quale sarà, dopo Tangentopoli e Bancopoli, il prossimo gioco da tavolo che più fedelmente restituirà l'immagine del Paese? Emilio Fede, tra un fuori onda di "Striscia la Notizia" e un omaggio di "Blob", tra i rendez-vous televisivi con le sue "meteorine" e le polemiche con l'Ordine dei Giornalisti, confessa ai suoi lettori le "bugie" grazie alle quali, ha detto (quasi) sempre la verità.

L'AUTORE Emilio Fede (Barcellona Pozzo di Gotto, 24 giugno 1931) è un giornalista e scrittore italiano, già direttore del TG1 (dal 1981 al 1982) e del TG4 (dal 1992 al 2012).Figlio di un brigadiere dei Carabinieri, di stanza diversi anni in Etiopia, trascorre parte della giovinezza nel paese d'origine della famiglia, San Piero Patti, dove frequenta le scuole dell'obbligo. Si trasferisce poi a Roma con la famiglia dopo la guerra. Sposato con la giornalista del TG1 Diana De Feo, eletta al Senato per il PdL nel 2008, ha due figlie: Sveva e Simona. (Wikipedia)

Cinzia Tani. Il nuovo racconto, tra amore e guerra...






IL BACIO DELLA DIONEA
di Cinzia Tani

È il 1° gennaio del 1900, la neve attutisce i rumori e copre di bianco le strade di Padova, illuminandola di una luce irreale. Ma l’incanto del paesaggio svanisce quando si scopre che il manto nevoso ha cancellato le tracce del piccolo Simone Costantini, scomparso quella stessa mattina. Gli ultimi ad averlo visto sono Giada Mantovani e il suo amico Riccardo... solo che non possono farne parola con nessuno. Giada è una tredicenne volubile e vivacissima, animata da una grande passione per le piante carnivore, che lei stessa cura in una piccola serra donatale dal padre – direttore dell’Orto Botanico cittadino. Proprio qui è avvenuto l’incontro misterioso tra Simone, Giada e Riccardo che segnerà per sempre le loro vite, costringendoli a separarsi. Dieci anni dopo, però, il destino farà ritrovare Giada e Riccardo, che in breve approderanno al matrimonio e alla decisione di trasferirsi in Messico. È in questa terra dai colori abbaglianti e dai profumi intensissimi che, durante gli anni della rivoluzione, incontreranno Chris, un archeologo tanto intraprendente quanto privo di scrupoli, presto legato a Giada da un’inconfessabile attrazione, e poi l’affascinante Lucas Contreras, figlio di ricchi latifondisti, che con Giada è destinato a condividere un segreto molto particolare. Come la bellissima e crudele dionea, la protagonista di questo romanzo sembra destinata a divorare tutto ciò che incontra sul proprio cammino, per poi richiudersi su se stessa. Ma la sua impassibile freddezza è solo apparente, e la verità palpitante dei sentimenti non è lontana, per chi sappia cercarla con la pazienza del giardiniere e il fervore del rivoluzionario. Dalla caduta di Porfirio Díaz nel 1910 fino alle vicende della “Roo m 40”
durante la Prima guerra mondiale, dall’Italia al Messico agli Stati Uniti, Cinzia Tani dà vita a un entusiasmante racconto storico, mescolando ai suoi protagonisti personaggi come Pancho Villa ed Emiliano Zapata, mettendo in scena le baracche impolverate della capitale come le ricche spedizioni degli stranieri nel Chiapas, tra bicchieri di mezcal e orchidee dai nomi sconosciuti, accompagnando la sua eroina e noi lettori in un viaggio emozionante e rivelatore: perché la soluzione dell’enigma di noi stessi è sempre più vicina di quanto pensiamo...

L’AUTORE Cinzia Tani, giornalista e scrittrice, è inoltre autrice e conduttrice di programmi radiotelevisivi, tra cui “Sabato Giallo”, “Visioni private”, “FantasticaMente”, “Il caffè” e “Assassine”. Nel 2004 è stata nominata cavaliere della Repubblica dal presidente Carlo Azeglio Ciampi. Ha pubblicato fra l’altro per Mondadori: Assassine (1998), Coppie assassine (1999), Nero di Londra (2001), Amori crudeli (2003), L’insonne (2005), Sole e ombra (2007, premio Selezione Campiello), Lo stupore del mondo (2009), Charleston (2010), Io sono un’assassina (2011).

giovedì 27 marzo 2003

Girolimoni. Una storia di serial killer di bambine e innocenti






UN MOSTRO CHIAMATO GIROLIMONI.
Una storia di serial killer di bambine e innocenti
di Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani

Gino Girolimoni: un nome che a Roma vuol dire infame. Il nome di chi avvicina le bambine, le cerca. le vuole, le prende. Un nome usato ancor oggi nelle strade, quando qualcuno si comporta in modo viscido. Già, ma chi era davvero Gino Girolimoni? Un uomo benestante, coinvolto nella Roma degli anni Venti in una storia molto più grande di lui, così, dall'oggi al domani. Arrestato, accusato di ben sette tra stupri e omicidi a danno di bambine. Una belva, un martirizzatore: come si affrettarono a scrivere i giornali. Peccato che Girolimoni fosse completamente innocente, peccato che ogni prova fosse inventata di sana pianta per placare l'isteria, la follia che ormai s'era impossessata dei quartieri della città, della gente. Una vita distrutta, mentre il suo nome diventava così un'icona ante litteram dell'errore giudiziario. Con gli anni si fa strada l'ipotesi di un secondo colpevole, un sacerdote inglese, che avrebbe commesso i reati che vennero addebitati al povero sor Gino. Un'idea che s'è fatta strada, anche perché il reverendo la fece franca, alla fine. Ma anche lui: era davvero colpevole? Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani, con l'aiuto di esperti di primo piano, ricostruiscono la vicenda dandone il quadro storico e criminologico completo. Rifacendo le indagini, passo passo, strada per strada, sospetto per sospetto, con le tecniche investigative di oggi. Un'operazione mai tentata prima, che illumina il caso Girolimoni facendo rileggere la storia con una luce diversa. Cosa portò all'incriminazione di Girolimoni? L'inglese era davvero colpevole? Cosa accadde davvero a Roma, tra il 1924 ed il 1928? Chi era il peggior serial killer pedofilo della storia italiana?

Gli Autori

Fabio Sanvitale è nato nel 1966 a Pescara. È giornalista investigativo, esperto nei casi storici della cronaca nera italiana ed internazionale. Ha studiato criminologia con Franco Ferracuti e Francesco Bruno. Ha scritto per “Il Tempo”, “Il Messaggero”, "Detective". Per Armando Editore ha scritto, con Vincenzo Mastronardi, Leonarda Cianciulli. La Saponificatrice.

Armando Palmegiani è nato nel 1965 a Roma. Esperto della Scena del Crimine. Si è laureato in Psicologia Clinica. Nel corso della carriera si è occupato di molti casi di cronaca, tra i quali, la bomba di via dei Gergofili, nel 1993 a Firenze, l’omicidio di Marta Russo, l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Questo è il suo primo libro.

mercoledì 26 marzo 2003

Ci avevano raccontato che il libero mercato, la globalizzazione e la tecnologia ci avrebbero portato prosperità e progresso...






23 COSE CHE NON TI HANNO DETTO SUL CAPITALISMO
di Ha-Joon Chang

Ha-Joon Chang ha una missione: distruggere i falsi miti economici del mondo in cui viviamo. Ci avevano raccontato che il libero mercato, la globalizzazione e la tecnologia ci avrebbero portato prosperità e progresso, e allora com’è che siamo sprofondati in una crisi che non dà segni di tregua? Chang ha 23 risposte a questa domanda. Prende ogni dogma della teoria economica neoliberista e lo rivolta come un guanto. Svela le verità e gli interessi che si nascondono dietro a ogni tesi economica e ci mostra come funziona veramente il sistema. Qualche esempio? Il libero mercato non esiste, la globalizzazione non sta arricchendo il mondo, non viviamo in un mondo digitale, la lavatrice ha cambiato la vita più di internet, i paesi poveri sono più intraprendenti di quelli ricchi, i manager più pagati non producono i migliori risultati. Questo libro galvanizzante, ricco di fatti su denaro e uguaglianza, libertà e avidità, dimostra che il «libero» mercato non è solo un male per le persone, ma è anche un modo inefficiente di guidare le economie. In 23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo Chang profila le alternative e fa intravedere una via d’uscita dalla crisi. E ha ogni credenziale per farlo, perché, come dice Martin Wolf dalle pagine del Financial Times, «ogni ortodossia ha bisogno di critici efficaci. Ha-Joon Chang è probabilmente il critico più effi cace del neoliberismo oggi al mondo».

L'AUTORE Ha-Joon Chang, autore di Cattivi samaritani (2008), è docente di Economia dello sviluppo a Cambridge e consulente di Nazioni Unite e Banca Mondiale. È coreano, ma vive dal 1986 in Inghilterra che considera la sua seconda patria. Economista eterodosso, la sua è una voce di sano dissenso che ricorda quelle di John K. Galbraith e Joseph Stiglitz.

sabato 22 marzo 2003

Gli uomini che fanno ridere per mestiere...





ROCCO IL GIGOLÒ
DONNE!
Il Kamasutra secondo Rocco
di Rocco Ciarmoli

Donne, questo è un libro pieno di consigli. Da parte di Rocco. Il gigolò tutto da ridere, quello che vedete a “Zelig” in uno dei più riusciti e divertenti personaggi delle ultime stagioni. Rocco il gigolò è il piccoletto, brutto, pelato, fasciato da un’improbabile tutina rossa che ne evidenzia il pacco, che urla frasi come: “Donne, vostro marito a letto è un salice piangente? Io sono il tronchetto della felicità”. Al grido “Donne!”, replicando quello antico e genuino dei verdurai e degli arrotini nelle piazze di paese, Rocco, dentro al suo megafono, produce esp liciti doppi sensi, squaderna immutabili luogh i comuni, rifila sublimi volgarità. Il migliore carburante della risata. Le sue battute impazzano sul web e sui social network e sono già diventate un format. Lui si chiama Rocco Ciarmoli, campano di nascita e romano d’adozione, animatore di villaggi turistici passato dalla scuola di teatro Circo a Vapore di Roma e dalla scuola del comico diretta dal reggiano Antonio Fava, tanto per capire subito dove sarebbe andato a parare. L’altro Rocco, il famoso Siffredi, lo presenta come il suo vero maestro, e lui gli risponde divertito con battute a raffica: “Donneeee, sono come l’ovetto Kinder: piccolo ma con una grande sorpresa”. In fondo, è proprio ciò che tutti cerchiamo: una sorpresa che spezzi il nichilismo, la noia, il déjà vu.

L ’AUTORE Rocco Ciarmoli (Montefalcone di Val Fortore, Benevento), ha iniziato come animatore nei villaggi turistici, per specializzarsi alla scuola internazionale di teatro Circo a Vapore di Roma e in altri istituti italiani ed esteri. È attore di teatro, cinema e fiction. Dal 2002 è nel cast fisso di “Zelig” con il personaggio di Rocco il gigolò.

venerdì 21 marzo 2003

Il mondo spesso è incomprensibile ai ragazzi...





LA GUERRA SPIEGATA AI RAGAZZI
di Toni Capuozzo

Quali sono le principali ragioni per le quali scoppiano le guerre? Quante guerre ci sono oggi nel mondo? Che differenza c'è tra le guerre di oggi e quelle di cinquanta anni fa Che cos'è il conflitto tra Israele e Palestina? Quali sono le cause della guerra in Afghanistan? Che cos'è il terrorismo? Che cos'è una missione di pace? Che ruolo hanno i giornali e le televisioni? Esistono guerre necessarie o inevitabili? Quali saranno le guerre di domani? Domande e risposte, per sapere tutto sulla guerra, da chi l’ha conosciuta da vicino. Il mondo che ci circonda, nella sua complessità, spesso risulta incomprensibile ai più giovani. Spiegata ai ragazzi è una collana che si pone come obiettivo quello di spiegare ai giovani le tematiche di attualità più importanti: dalla crisi ambientale alla mafia, dalla globalizzazione alla politica e alle guerre nel mondo. Il filo rosso che lega questi argomenti è: parole semplici per questioni importanti. I primi tre libri hanno affrontato tematiche quali mafia, ecologia e Italia, spiegate da esperti come Antonio Nicaso, Marco Pienotti e Giuseppe Brillante. Il quarto libro parlerà di Guerra, spiegata da un’autorità indiscussa come Toni Capuozzo

L'AUTORE Toni Capuozzo, Nato a Palmanova, ha vissuto per un anno a Cervignano del Friuli, dove risiedeva la famiglia all'epoca. Consegue la maturità classica presso il Liceo-Ginnasio Jacopo Stellini di Udine; si laurea in sociologia all'Università di Trento. Inizia l'attività di giornalista nel 1979, lavorando a Lotta Continua, per la quale segue l'America Latina, e diviene professionista nel 1983. Dopo la chiusura di Lotta Continua scrive per il quotidiano Reporter e per i periodici Panorama Mese ed Epoca. Durante la Guerra delle Falkland (1982) ottiene un'intervista esclusiva al grande scrittore Jorge Luis Borges.Successivamente, si occupa di mafia per il programma Mixer di Giovanni Minoli. È inviato per la trasmissione L'istruttoria. In seguito, collabora con alcune testate giornalistiche del gruppo editoriale Mediaset (TG4, TG5, Studio Aperto), seguendo in particolare le guerre nell'ex Jugoslavia, i conflitti in Somalia, in Medio Oriente e in Afghanistan.Vicedirettore del TG5, dal 2001 cura e conduce Terra!, il settimanale del TG5. Attualmente tiene tre rubriche sulla carta stampata: una sul quotidiano Il Foglio, una sul mensile del Touring Club Italiano, una su Riders (Wikipedia)

giovedì 20 marzo 2003

Che sogno la normalità...






PERCHÉ ESSERE FELICE QUANDO PUOI ESSERE NORMALE?
di Jeanette Winterson

Nell'autunno del 1975 la sedicenne Jeanette Winterson deve prendere una decisione: rimanere al 200 di Water Street assieme ai genitori adottivi o continuare a vedere la ragazza di cui è innamorata e vivere in una Mini presa in prestito. Sceglie la seconda strada, perché tutto quello che vuole è essere felice. Tenta di spiegarlo alla madre, che però le chiede: "Perché essere felice quando puoi essere normale?". Da questa frase inizia il racconto intimo e personale di un'infanzia trascorsa fra un padre indifferente e una madre che passa le notti sveglia ad ascoltare il Vangelo alla radio, impastando torte e lavorando a maglia. La sua è fin dall'inizio la storia di una lotta per sopravvivere alle prepotenze di questa madre, che trova normale lasciare la figlia fuori dalla porta tutta la notte e sottoporla a esorcismi liberatori. Una lotta per affermare se stessa, la propria omosessualità e l'amore per i libri. Perché questa è anche la storia di un amore infinito per la letteratura, nato per proteggersi e per cercare quell'affetto stabile che in casa sembra mancare irrimediabilmente, un amore che resiste anche quando la madre scopre i libri che Jeanette nasconde sotto il materasso e li dà alle fiamme. Con generosità e onestà intellettuale, Jeanette Winterson scava nei propri pensieri e sentimenti di bambina, adolescente e donna, ripercorrendo nel contempo la sua dolorosa ricerca della famiglia naturale. Ne esce un racconto intenso, a tratti tragico ma anche allegro, come sa essere la sua cristallina scrittura, un viaggio che le farà ammettere: "Da bambina amavo Dio, naturalmente, e lui mi amava. Era già qualcosa. E amavo gli animali e la natura. E la poesia. Il mio problema erano gli esseri umani. Come si fa ad amare un'altra persona? Come possiamo fidarci del suo amore?".

L'AUTRICE Jeanette Winterson (Manchester, 27 agosto 1959) è una scrittrice britannica.
Nata a Manchester, viene adottata da una coppia pentecostale che la cresce ad Accrington, Lancashire, nella speranza che diventi una missionaria cristiana. Annuncia di avere una relazione lesbica all'età di 16 anni e va via di casa. Studia inglese al St Catherine's College a Oxford. Dopo essersi trasferita a Londra, a ventisei anni, pubblica il suo primo romanzo, Non ci sono solo le arance vincendo il Whitbread First Novel Award. Il romanzo viene in seguito adattato in una serie TV dal titolo omonimo, che vince il BAFTA come migliore serie televisiva.
In Italia si è imposta nel 1992 con Scritto sul corpo, romanzo che narra dell'amore onirico e passionale dell'entità che scrive verso una donna magnifica e sposata, diventando subito un libro di culto per la comunità lesbica e non solo. La sua partner per 12 anni è stata Peggy Reynolds. Un'altra nota fidanzata è stata Pat Kavanagh, la sua agente.(Wikipedia)

mercoledì 19 marzo 2003

"Una periodo della vita di Gesù che i vangeli hanno dimenticato di raccontare"






L'ERETICO
di Carlo Martigli
"Una periodo della vita di Gesù che i vangeli hanno dimenticato di raccontare"

Eresia deriva dal greco haìresis, cioè scegliere. L'eretico, quindi, era una persona che sceglieva dopo aver pensato alle diverse opzioni a disposizione, come racconta Carlo Martigli, autore di questo pregevole romanzo storico caratterizzato da una forte componente di esoterismo, approfondendo le tematiche che aveva già trattato nel libro l'ultimo custode. La vicenda narrata si svolge nella Firenze del 1497, a tre anni di distanza dalla morte, in circostanze misteriose, del celebre Pico della Mirandola, il filosofo e teologo su cui si poggiava la speranza di trovare finalmente un accordo tra le varie religioni in lotta che si contendono tra loro la fede dei credenti. Nella città di Firenze il potere è in mano a Girolamo Savonarola, frate appartenente all'ordine dei domenicani, un uomo che predica il sacrificio e che si scaglia contro tutte le ricchezze della città, comprese quelle culturali. Sembra quasi che il frate intenda cancellare tutte le testimonianze lasciate da Pico della Mirandola. Forse desidera nascondere agli occhi del mondo un tremendo segreto che si cela tra le righe delle opere del teologo. Nel frattempo, tra le montagne del Tibet, due monaci si mettono in cammino verso l'occidente. Portano con loro una testimonianza incredibile, le parole dell'uomo che si faceva chiamare Issa, e che trascorse gli anni della giovinezza nella loro terra, per apprendere la profonda saggezza orientale, lo stesso uomo che poi, una volta tornato in Palestina, con il nome di Gesù, cambiò il modo di pensare del mondo intero.

L'AUTORE Carlo Martigli A Livorno compie gli studi classici e a Pisa si laurea in Filosofia del Diritto. Inizia a lavorare al Tirreno di Livorno, come giornalista e collabora con riviste specializzate per conto dell’Istituto di Filosofia del Diritto di Pisa. Abbandonata la carriera universitaria, si impiega in banca e raggiunge ottimi risultati presso banche nazionali ed estere. Frequenta un master all’Università Bocconi. Con Spazio Teatro di Livorno vince il primo premio come migliore attore non protagonista al Festival del Teatro di Pesaro con la Donna di Garbo di Goldoni. La sua carriera di scrittore inizia nel 1995 con la pubblicazione del suo primo libro, Duelli Castelli e Gemelli, favole in rima, realizzato con Emanuele Luzzati. Ha un grande successo di critica e pubblico e il libro è stato rieditato nel 2007. Nel 1998 lavora insieme ad Ambra Orfei, curando la sceneggiatura di uno spettacolo circense intitolato La Principessa delle Stelle.
Per alcuni anni ha creato e gestito una rubrica su Internet su La Repubblica-Il Lavoro e ha collaborato con altre testate del gruppo Riffeser Monti e Rusconi. Formatore e docente in comunicazione e marketing, ha al suo attivo vari corsi di scrittura creativa, tra cui uno all’Accademia Culturale del Comune di Rapallo, giunto già alla sua seconda edizione. Come art director, ha realizzato una campagna pubblicitaria in Campania per la raccolta differenziata.
La Banca Carige, per il terzo anno di seguito, gli ha commissionato un libro e un cd per illustrare ai ragazzi il mondo del risparmio. Il libro grazie al quale conosce il successo si intitola 999. L'ultimo custode, ed è pubblicato da Castelvecchi. Questo thriller storico vende più di 100.000 copie in Italia, e successivamente esce in 16 Paesi.
Nel gennaio 2012 esce per i tipi Longanesi L'eretico. (fonte wuz.it)

domenica 16 marzo 2003

Stefano Zecchi. Esteticamente padre...





DOPO L’INFINITO COSA C’E’, PAPÀ?
di Stefano Zecchi
Fare il padre navigando a vista

Un padre d'eccezione ci racconta, con sorprendente tenerezza e un po' d'ironia, cosa significa oggi crescere un figlio. Stefano Zecchi è diventato papà, fra mille titubanze, a 59 nove anni. Un padre "tardivo", quindi, che oggi non si vergogna a confessare che il figlio "Frick" è stato la vera sorpresa della sua vita. Per lui è disposto a rinunciare a tutto, impegni lavorativi che lo allontanano da casa, partecipazioni ai programmi televisivi, etc. Meglio insegnargli a pescare o guardare insieme le partite di calcio tifando per il Milan. In questo libro sorprendente, Zecchi racconta attraverso la sua personalissima esperienza quale debba essere il ruolo della figura paterna in una società "mammocentrica" e come affronta ogni giorno i piccoli e grandi interrogativi che suo figlio gli pone. Al proprio padre ogni bambino chiede di spiegargli che cos'è la realtà, anche attraverso i suoi comportamenti quotidiani, e poi sicurezza, protezione. Ma un padre, ci dice Zecchi, deve insegnare anche a sognare, e poi a trasformare i sogni in idee, e le idee in realtà. E deve oggi, a differenza del passato, conoscere la tenerezza di un'educazione ferma; che non significa essere "mammo", bensì sostenere
l'autorevolezza delle regole senza caparbietà, appunto con dolcezza. Perché se la ragione ti aiuta a gestire le tue insicurezze è solo il cuore che ti consente di avvicinarti nel modo più sensibile alla creatura che hai messo al mondo.

L’AUTORE Stefano Zecchi insegna Estetica all'Università Statale di Milano, città dove vive. Romanziere, saggista ed editorialista, tra i suoi libri ricordiamo: Estasi(1993), Sensualità (1995, premio Bancarella 1996), L'incantesimo (1997), Fedeltà (2001) e i saggi Sillabario del nuovo millennio (1993), Il brutto e il bello (1995), L'artista armato (1998) e Capire l'arte (1999), Amata per caso (2003), L’uomo è ciò che guarda (2005), Le promesse della bellezza (2006), Il figlio giusto (2007) e Quando ci batteva forte il cuore (2010).

sabato 15 marzo 2003

Tiziano Ferro. Apre i suoi diari e racconta tutto...






L'AMORE E' UNA COSA SEMPLICE
di Tiziano Ferro

"Ho passato tanti anni a chiedermi perché non ho mai smesso di scrivere questi quaderni. Adesso lo so: perché amo la mia vita e non voglio rischiare di dimenticarlo mai." Si conclude così il lungo diario che nel 2010 Tiziano Ferro sceglie di aprire ai fan, trovando una difficile misura tra sincerità e pudore, malinconia e spensieratezza, entusiasmo e disincanto. Era il 20 febbraio, la vigilia dei suoi trent'anni e di una nuova stagione della vita da affrontare finalmente a viso aperto. Questo secondo diario riprende la cronaca dei giorni proprio lì dove si era interrotta per raccontare dal di dentro l'esperienza catartica della scrittura, la nascita di un disco e la sofferta ricerca - su una strada non sempre lineare - dell'equilibrio interiore. Ma soprattutto, la conquista di una nuova, esaltante, decisiva consapevolezza: l'amore è una cosa semplice.

L'AUTORE Tiziano Ferro nato a Latina, pubblica i suoi dischi in contemporanea in quarantaquattro paesi e canta in quattro lingue. Ha pubblicato cinque album - Rosso relativo (2001), Centoundici (2003), Nessuno è solo (2006), Alla mia età (2008), L'amore è una cosa semplice (2011) - e venduto complessivamente oltre sette milioni di dischi in tutto il mondo.Ha duettato e collaborato con artisti italiani e internazionali, tra i quali Ivano Fossati, Laura Pausini, Kelly Rowland, Fiorella Mannoia, Franco Battiato, Jamelia, Mary J. Blige e Mina. Nel 2004 ha vinto l'Mtv Europe Music Award e nel 2010 il World Music Award come miglior artista italiano. Nel 2010 ha pubblicato con Kowalski Trent'anni e una chiacchierata con papà.

venerdì 14 marzo 2003

Flavio Insinna, Parla di se, non per ridere





NEANCHE CON UN MORSO ALL'ORECCHIO
di Flavio Insinna

La morte del padre è l'evento che cambia il corso di un'esistenza. Quello che fa diventare grandi, fa decifrare il senso di una vita intera. Un percorso faticoso, raccontato senza sconti da Flavio Insinna, in un libro intimo e introspettivo. Rivolgendosi al padre in un corpo a corpo serrato, un mattatore della TV popolare illuminata dai grandi ascolti esplora il mondo in ombra dei sentimenti e del dolore, dei conflitti e dell'amore. E il padre di Flavio diviene padre nostro. Suo e di tutti, nel corpo vivo delle parole. "Neanche con un morso all'orecchio" è un memoir sulla lunga adolescenza di un eterno Peter Pan (che a 45 anni vive ancora in casa con mamma e papà) costretto a diventare di botto responsabile. Sul conflitto tra il desiderio di entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel che costi. Un po' come un giovane Holden, Flavio Insinna è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o di poter sbagliare nelle sue scelte di vita, di lavoro e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale, ereditato dalla figura paterna, e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e di costruito. Un sentimento del tutto originale per chi ha fatto della fiction il proprio mestiere. Sul filo della comicità, da attore consumato, Insinna non si nega nessuna gag nella nostalgica rievocazione di ricordi autobiografici.

L'AUTORE Flavio Insinna, siciliano da parte di padre, nel 1986, dopo avere tentato senza successo di entrare nell'Arma dei Carabinieri, si è iscritto alla scuola di recitazione di Alessandro Fersen e nel 1990 si è diplomato al "Laboratorio di esercitazioni sceniche" diretto da Gigi Proietti a Roma. Lavora sia in teatro che al cinema; tra i suoi film ricordiamo: Metronotte (con Diego Abatantuono, regia di Francesco Calogero) e Il partigiano Johnny (con Stefano Dionisi, regia di Guido Chiesa). Tra le sue interpretazioni più popolari c'è quella del Capitano Flavio Anceschi, interpretato per cinque stagioni nella fortunata serie tv RAI Don Matteo con Terence Hill e Nino Frassica. Ha successivamente interpretato in altre due fiction della RAI le figure di don Bosco e di don Pappagallo (una delle 335 vittime dell'eccidio alle Fosse Ardeatine nel marzo del '44). Tra i suoi più recenti lavori ci sono la sit-com Cotti e mangiati, andata in onda nell'estate del 2006, e l'impegnativa sfida dell'access-prime time di RaiUno con la conduzione del gioco Affari Tuoi, con il quale ha ottenuto grandi consensi e grazie al quale il 27 gennaio 2007 è stato premiato con un Telegatto come personaggio rivelazione del 2006. Sempre nel 2007 ha preso parte come ospite alla serata finale del Festival di Sanremo. Per due stagioni dal 2008 ha interpretato il ruolo di protagonista nei panni del commissario Diego Santamaria nella serie tv RAI Ho sposato uno sbirro e nel 2009 ha recitato nel film Ex per la regia di Fausto Brizzi. Sempre nello stesso anno ha partecipato anche come ballerino per una notte alla seconda puntata della quinta edizione del programma di Rai Uno Ballando con le stelle. Ha partecipato inoltre alla realizzazione del cd Gli amori son finestre di Mango recitando l'omonimo testo. Da sabato 8 gennaio 2011 è il nuovo conduttore dello storico programma La corrida, in onda su Canale 5, dove è al suo debutto sulle reti Mediaset. Nel maggio 2011, dopo la morte del padre, si è momentaneamente ritirato dalle scene perché, come da lui stesso dichiarato, non ha voglia di far ridere. Ha scritto un libro uscito il 21 febbraio 2012. (Wikipedia)

giovedì 13 marzo 2003

Mario Giordano. Le sanguisughe continuano a succhiarvi il sangue.






SPUDORATI
di Mario Giordano

Le sanguisughe continuano a succhiarvi il sangue. Anzi, lo fanno ancora un po' di più. Lo fanno senza ritegno. I tagli agli stipendi dei parlamentari? Non si fanno. L’abolizione dei vitalizi? A Montecitorio scatta la ribellione. Nessuno lascia, semmai qualcuno raddoppia, come i 200 superprivilegiati che prendono una pensione da ex parlamentare e una da ex consigliere regionale. Le auto blu? In Italia restano 72.000, mentre in tutta la Gran Bretagna sono 195. A uno degli ex giudici della Corte costituzionale hanno provato a toglierla. Risposta: «No, mi serve: viaggiare in treno è un problema». Si capisce. È un problema. Dare meno soldi ai partiti? Non scherziamo. In dieci anni ne hanno ricevuti il 1000 per cento in più. Li chiamano «rimborsi elettorali », in realtà sono una truffa al contribuente. E se la Lega si è potuta permettere investimenti speculativi a Cipro e in Tanzania, la Margherita, anche se morta da almeno tre anni, ha preferito farsi rubare la metà del suo gruzzolo dall’ex tesoriere. Già, ma come faceva ad avere ancora 25 milioni di euro sul conto? Diminuire le spese del Palazzo? Figuriamoci. Mentre gli italiani arrancano per colpa della crisi, gli stipendi dei dipendenti di Palazzo Chigi sono cresciuti del 15,2 per cento in un anno. Eliminare le Province o almeno ridurne gli sprechi? Ma quando mai. La Provincia di Palermo paga 43 ore di straordinario agli spalatori di neve nel mese di luglio e quella di Treviso si è rifatta il look spendendo 500.000 euro solo per le poltrone. Il fatto è che sono spudorati, ma proprio tanto. Li avete sentiti parlare? «Andare in pensione a 50 anni è un mio diritto acquisito.» «15.000 euro al mese? Non mi bastano per sopravvivere.» Con i tagli ai costi della politica si riempiono solo la bocca o, al massimo, il portafoglio. Spudorati. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: loro hanno le tasche piene; gli italiani, invece, ne hanno piene le tasche. A questo punto, caro lettore, ti chiederai: perché, dopo Sanguisughe, devo leggere un altro libro che mi farà venire il mal di fegato? La risposta è semplice. Mal di fegato dopo mal di fegato, qualche piccolo risultato è stato ottenuto. E qui si racconta quale. Ma è ancora troppo poco. Ancora troppe persone sguazzano nei privilegi, ancora troppe persone usano i soldi nostri per farsi i comodi loro, ancora troppe persone fingono di fare riforme e, alla fine, ci fregano sempre. Dobbiamo smascherarli, questi SAGGISTICA spudorati. Perché, se noi smettiamo di crederci, vincono loro. E non possiamo permettercelo.

L’AUTORE Mario Giordano ha 46 anni ed è direttore di Tgcom24, l’all news di Mediaset. Si occupa di sprechi e costi della politica fin da quando andava in giro in bicicletta ai tempi del «Pinocchio » di Gad Lerner. Sul tema ha scritto già nove libri, da Silenzio si ruba a Sanguisughe. Le pensioni d’oro che ci prosciugano le tasche. Questo è il decimo. Ha una moglie molto paziente e quattro figli che gli chiedono perché continua a passare tutti i suoi momenti liberi scrivendo
libri. Spudorati pure loro.

mercoledì 12 marzo 2003

Wall Street. L'origine del disastro...






OCCUPY WALL STREET
di Riccardo Staglianò

Di certo gli indignati di Occupy Wall Street sanno cosa non vogliono. Ovvero il perdurare di questa insostenibile diseguaglianza economica dove l’1 per cento della popolazione controlla il 40 per cento della ricchezza. Loro sono il restante 99 per cento. Quelli lasciati cadere nel tritacarne del capitalismo finanziario. Che si sono stancati di veder privatizzare i guadagni e socializzare le perdite. Riccardo Staglianò è entrato dentro al movimento. Nel libro ne racconta in presa diretta la genesi. Le storie dei protagonisti e la loro visione del mondo. Ha partecipato ai loro gruppi di lavoro. Prove tecniche di democrazia diretta, dove ogni decisione si prende all’unanimità. Niente leader («Il potere corrompe»). Niente richieste specifiche («Non chiediamo permesso al sistema; ci riprendiamo ciò che ci appartiene»). Con i riferimenti culturali più diversi, da Gandhi a Gene Sharp. Una cocente delusione per Obama. E il sostegno di intellettuali da tutto il mondo, dal premio Nobel Stiglitz a Naomi Klein, Slavoj Zizek e Roberto Saviano. Alla domanda «Quanto resisterete?» rispondono: «Anche tutta la vita. Non avendo un futuro, siamo qui per inventarcelo». Li hanno chiamati ingenui, ma nella dittatura del cinismo potrebbero essere un antidoto. Se anche otterranno poco, sarà comunque tutto guadagnato. Con la passione che ci mettono, poi, nessun esito è da escludere. Come dicono in America, only the sky is the limit, non c’è limite a dove potrebbero arrivare.

L'AUTORE Riccardo Staglianò, quarantatré anni, è nato a Viareggio ed è giornalista de «la Repubblica». È autore di Bill Gates. Una biografia non autorizzata (Feltrinelli 2000) e de L’impero dei falsi (Laterza 2006) sul traffico di mer­ci contraffatte dalla Cina all’Europa. Per Chiarelettere ha pubblicato con Raffaele Oriani I cinesi non muoiono mai (2008), Miss Little China, che accompagna l’omonimo documentario di Riccardo Cremona e Vincenzo de Cecco (2009), Grazie (2010) e Toglietevelo dalla testa (2012).

sabato 8 marzo 2003

Roma. Non solo eterna, anche Califfa...






ROMA CALIFFA
di Alberto Bevilacqua

“Roma bizzarra”, “Roma venerabile”, “Roma bambina”, “Roma delle leggende”, “Roma del mistero”, “Roma della realtà più cruda”, “Roma dalle due facce”,“Roma dalle mille sfumature”, in una parola Roma Califfa: è, e non può che essere, la Roma di Alberto Bevilacqua, parmigiano di nascita, romano di adozione, da quando a vent’anni, partito per tentare la prima avventura della sua vita, trasmigra dal Po al Tevere e si insedia nella città eterna. Come tantiitaliani ha deciso di affidare alla capitale la sua gioventù e il suo futuro: speranze, sogni, anni di vita. Si spazia dai ricordi di gioventù – quando l’autore, giovane cronista di nera al “Messaggero” muoveva i primi passi nella sua città d’elezione – alla Roma antica di Adriano o Vespasiano, dalla Roma papalina alla Roma del boom e degli anni gloriosi di Cinecittà, senza rinunciare a sulfuree incursioni nella Roma tormentata dei giorni nostri. Un itinerario fatto non solo di luoghi, ma anche di incontri e conversazioni, con attori comeCharlie Chaplin, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, registi come Orson Welles e Federico Fellini, scrittori come Giancarlo Fusco, Domenico Rea, Ennio Flaiano, tutti evocati sub specie romanitatis. Si compone così un ritratto vivo e inconsueto della capitale, che è anche una sorta di atlante interiore del suo autore, un involontario repertorio dei motivi più seducenti e forti della sua produzione letteraria.

L’AUTORE Alberto Bevilacqua. Il percorso narrativo e poetico di Alberto Bevilacqua, cominciato a vent’anni con La polvere sull’erba (riproposto da Einaudi nel 2000), è uno dei più originali del Novecento italiano. L’ultimo romanzo della sua ricca produzionepubblicata da Mondadori è L’amore stregone (2009). Nel 2011 è uscito per Einaudi il libro di poesie La camera segreta. Una raccolta delle sue opere è stata recentemente proposta nella prestigiosa collana dei Meridiani (2010).

venerdì 7 marzo 2003

L’Italia non è mai stata innocente.





L'UOMO CHE RIUSCI' A FOTTERE UN'INTERA NAZIONE
DI Gabriele Ferraresi

L’Italia non è mai stata innocente. Tantomeno l’Italia di oggi. Da oltre vent’anni un tycoon socialdemocratico delle telecomunicazioni governa il paese, lo tiene in pugno con segreti che solo lui conosce. Circondato da una corte innaffiata di modelle e immerso nell’orgia del potere, tiene in pugno il suo regno senza rinunciare alla vocazione per l’avanspettacolo. Investe cifre enormi in ricerche sull’immortalità, perché ha un sogno: la vita eterna. Dall’altra parte dell’oceano decidono che è abbastanza. Barack Obama convoca Desmond Creek, agente Cia con le fattezze di John Malkovich a un passo dalla pensione, per sistemare la faccenda. Infiltrato nell’entourage del presidente italiano, l’agente si addentra nel carnevale dei poteri e ne viene sorprendentemente inghiottito. A partire dal viaggio nell’eden bianco di Valdai, dove il capo di stato russo ex Kgb strappa il cuore di un cervo vivo e lo offre in dono al premier. Tra strisce di coca disegnate con American Express e giganteschi idoli priapici in cartapesta, Creek scivola nel delirio grottesco di una nazione insana, senza mai abbandonare il fianco del presidente dalla cui naturale ipnosi viene irretito. La mano dell’agente rimane armata, ma il braccio sostiene quel piccolo uomo che è stato capace di sedurre un’intera nazione. E seducendola, di fotterla. Burattinaio manovrato dai pupi, l’agente dovrà mettere a tacere fantasmi del suo passato per compiere la missione e uccidere il premier del Bel Paese. Il quale a morire non ci pensa proprio: continua ad allestire un refrigeratore ipertecnologico che gli consentirà la sopravvivenza eterna. Creatore di un immaginario pop e sfrenato, con una lingua divertita e tagliente Gabriele Ferraresi riesce a rappresentare l’Italia di oggi, il paese che balla sul Titanic. O su una Costa Crociere. Dalle pagine prende vita un teatrino cabarettistico cresciuto all’ombra dell’edonismo fosforescente degli ultimi decenni. Un romanzo che si legge tutto d’un fiato: proprio come si guardava una puntata di Drive In.

L'AUTORE Gabriele Ferraresi è nato a Milano nel 1982. Ha collaborato come inviato a Cronaca Vera dal 2006 a oggi, nel mezzo, due anni in redazione a Maxim. Per Aliberti ha pubblicato Il testimone. È managing editor a Blogo.it.

giovedì 6 marzo 2003

Come Isabel Allende racconta disagio giovanile, marginalità e degrado





IL QUADERNO DI MAYA
di Isabel Allende

Maya Vidal, l’adolescente protagonista del nuovo romanzo di Isabel Allende, caduta nel circuito dell’alcol e della droga riesce a riemergere dai bassifondi di Las Vegas e in fuga da spacciatori e agenti dell’Fbi approda nell’incontaminato arcipelago di Chiloé, nel sud del Cile. Amori difficili, frammenti di storia cilena ancora carichi di sofferenza, famiglie disgregate, disagio giovanile, marginalità e degrado trovano come contraltare il valore delle tradizioni locali, il rispetto per l’ambiente e un modello di vita comunitaria nell’affermazione del valore della diversità e del rispetto reciproco. Isabel Allende torna a raccontare la vita di una grande donna, la storia di Maya, in un romanzo che affronta con grande delicatezza le relazioni umane: le amicizie incondizionate, le storie d’amore palpabili come quelle più invisibili, gli amori adolescenziali e quelli lunghi una vita. Un ritmo incalzante, una prosa disincantata e ironica per questa nuova prova narrativa che si tinge di noir e per l’ennesima eccezionale galleria di donne volitive e uomini capaci di amare.

L'AUTRICE Isabel Allende è una delle autrici latinoamericane di maggior successo al mondo, con libri come La casa degli spiriti o La città delle bestie. Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo insieme mito e realismo. Ha partecipato a molti tour mondiali per promuovere i suoi libri ed ha anche insegnato letteratura in vari college statunitensi. Attualmente vive in California con suo marito, avendo ottenuto la cittadinanza americana nel 2003. (wikipedia)

mercoledì 5 marzo 2003

La parola anche agli studenti...





IL BANCO SOPRA LA CATTEDRA
di Luigi Polito

Prima di accennare ai contenuti del libro, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di quest’avventura e fare un’importante premessa affinché la lettura del testo non dia vita a false interpretazioni.
“Il banco sopra la cattedra” non ha assolutamente l’intenzione di offendere o denigrare il mondo dell’istruzione, per cui mi sembra doveroso sottolineare l’enorme mole di lavoro, l’onestà intellettuale, l’impegno, la passione, di moltissime persone che si prodigano ogni giorno affinché, attraverso il sapere e la conoscenza, noi tutti possiamo diventare più consapevoli della complessità della vita.
È un romanzo-documento che narra attraverso storie di vita divertenti, amare, ironiche, a volte drammatiche, i misfatti, le assurdità, le incongruenze che gli studenti vivono quotidianamente nelle università e nelle scuole. Dall’incontro di questi racconti, frutto di uno strano intreccio tra realtà e fantasia, i cui confini sono difficilmente scindibili, prende corpo una miscela esplosiva ricca di emozioni, proteste e speranze per il nostro futuro. “Il banco sopra la cattedra” nasce come un gioco, e come tutti i giochi è da prendere molto sul serio. É una provocazione scritta senza peli sulla lingua, che invita a riflettere sullo stato di salute del mondo dell’istruzione, questo gigante d’argilla senza cuore e senza ragione, che a fatica resta ancora in piedi appoggiandosi a mille bastoni.Un sistema complesso che rischia di frantumarsi o persino estinguersi come i dinosauri, e che per questo ha bisogno urgentemente di rinnovarsi da cima a fondo, di acquisire senso prima che affondi definitivamente. La motivazione principale che mi ha spinto a scrivere questo inusuale romanzo, è la speranza di risvegliare le coscienze degli studenti e di tutti coloro che operano nei luoghi dell’apprendere, gli unici soggetti in grado di poter immaginare e proporre un cambiamento generale del pensiero dominante e mettere in discussione le consuete modalità di trasmissione del sapere. Una speranza che deve partire dall’interno delle nostre università, delle nostre scuole, che hanno il diritto-dovere d’ insegnare e promuovere nuovi principi e valori, indispensabili alla nascita di una coscienza civile democratica, che crei i presupposti per una trasformazione positiva e pacifica della società. In un momento storico così delicato, in cui non si crede più a niente, e ogni cosa diventa subalterna all’economia e al dio danaro, i luoghi dell’apprendere non possono pretendere di diffondere una cultura asettica e completamente slegata dal contesto storico-culturale in cui viviamo. Queste importanti istituzioni che rappresentano il nostro futuro, devono assumersi la responsabilità di ricoprire un ruolo centrale nella formazione dei giovani e proporsi come modello d’identificazione fondato sull’onestà, la coerenza, la dignità, la legalità e l’uguaglianza.Tutto ciò non vuol dire profanare la sacralità del mitico sapere, che ha radici solide e indiscutibili, ma in questa fase storica è opportuno un cambiamento radicale del sistema dell’istruzione, che deve liberarsi dall’oppressione dell’onnipresente ideologia politica, e incidere autonomamente e criticamente nella realtà sociale, divenendo punta di diamante e parte strutturale di un progetto formativo integrato globale. Un patto educativo da costruire con i diversi soggetti sociali che operano nei territori, che miri a valorizzare il dialogo e il confronto tra le parti, e abbia come obiettivo principale la realizzazione di prospettive concrete, soprattutto per i giovani.

L'AUTORE Luigi Polito, professore e scrittore, ci presenta il Suo libro "Il banco sopra la cattedra", edito nel 2010 da Edizioni Altravista, attraverso l’intervista realizzata dagli studenti della IIC del Liceo Don L. Milani di Napoli

domenica 2 marzo 2003

Carlo Verdone. Gli incontri con Federico Fellini e Alberto Sordi






LA CASA SOPRA I PORTICI
di Carlo Verdone

Carlo Verdone si racconta per la prima volta in un flusso di ricordi ricco, sorprendente, tenero ed esilarante. Sospeso tra ironia e malinconia. Grande protagonista del libro è la casa paterna. La casa sopra i portici. Un luogo attraverso il quale si snodano tanti eventi: le catastrofiche feste dannunziane, gli incontri con Federico Fellini e Alberto Sordi, le incursioni destabilizzanti di geni dell’avanguardia come Gregory Markopoulos. E poi il rapporto con i genitori e i fratelli, gli scherzi (tanti, fulminanti), le prime esperienze sentimentali ma anche i drammi famigliari. Un sincero percorso di vecchie, struggenti emozioni, dove anche gli odori e i rumori diventano protagonisti. Un libro unico, imperdibile, per scoprire un “privato” inedito e i molteplici aspetti di un regista, attore, autore che ha ammaliato, divertito, fatto riflettere generazioni di italiani. Un artista che – attraverso la sua trentennale carriera – ha tracciato un formidabile, lucido, disincantato e talvolta spietato ritratto del nostro paese.

L'AUTORE Carlo Verdone, nato a Roma nel 1950, è attore, regista, sceneggiatore. Figlio del celebre storico del cinema Mario Verdone, Carlo consegue, nel 1974, il diploma di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, sotto la direzione di Roberto Rossellini. Nel 1975 si laurea in Lettere Moderne, presso l’Università di Roma La Sapienza, con una tesi su “L’influenza della letteratura italiana sul cinema muto”. Tra il 1970 e il 1975 realizza cortometraggi sperimentali in super8 (Poesia solare, Allegoria di primavera, Elegia notturna) e documentari (Il castello nel paesaggio laziale, L’Accademia Musicale Chigiana). Dopo alcune esperienze teatrali in ambito universitario, nel 1977 esordisce sul palcoscenico con lo spettacolo Tali e quali (Teatro Alberichino), al quale seguiranno Rimanga fra noi (Teatro Alberico, 1977) e Senti chi parla (Teatro Piccolo Eliseo, 1980). Dopo l’esordio in televisione nel fortunato varietà di Enzo Trapani Non stop (1978), avviene l’incontro decisivo per la sua carriera: quello con Sergio Leone, dal quale scaturiscono Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone. Da quel momento i suoi successi cinematografici, spesso in bilico tra comicità e intimismo, non sono mai finiti: Borotalco, In viaggio con papà, Io e mia sorella, Compagni di scuola, Maledetto il giorno che t’ho incontrato, Al lupo al lupo, Perdiamoci di vista, Viaggi di nozze, L’amore è eterno finché dura, Manuale d’amore, Il mio miglior nemico, Io loro e Lara, fino al nuovo Posti in piedi in paradiso.

sabato 1 marzo 2003

Quando l'Italia ricca era era quella del Sud





UN REGNO CHE E’ STATO GRANDE
di Gianni Oliva

La storia negata dei Borboni di Napoli e Sicilia 1735-1861, i Borboni a Napoli: l’altra faccia della Storia.

I Borboni e il Regno delle Due Sicilie sono spesso stati rappresentati come la quintessenza del conservatorismo reazionario. Ma è davvero così? O si tratta invece di una lettura in chiave sabaudo-risorgimentale? La storia dei Borboni inizia a Napoli nel 1735 con l’incoronazione di Carlo VII e si conclude con la caduta di Francesco II e la nascita dell’Italia unita. Una storia in cui, accanto a elementi di decadenza, sono emersi alcuni grandi momenti di sviluppo: i filosofi riformatori Genovesi e Filangieri, l’esperienza partenopea di Vincenzo Cuoco e Sanfelice, la formazione, durante la Restaurazione, di intellettuali come Carlo Pisacane e Francesco De Sanctis. Gianni Oliva ricostruisce con il consueto rigore storiografico l’era borbonica nel Regno di Napoli, offrendo una chiave di interpretazione innovativa: non ci sono stati solo gli anni bui della Restaurazione ma anche momenti di riformismo illuminato.

L’AUTORE Gianni Oliva, studioso del Novecento, da anni nei suoi saggi si occupa degli aspetti meno indagati della storia nazionale recente. Fra i suoi libri pubblicati da Mondadori ricordiamo: I Savoia (1998), La resa dei conti (1999), Storia degli alpini (2001), Storia dei carabinieri (2002), Foibe (2002), Profughi (2005), Si ammazza troppo poco (2006), L’ombra nera (2007), Soldati e ufficiali (2009), Esuli (2010).