E se Shakespeare fosse siciliano?

TROPPU TRAFFICU PPI NENTI
di Andrea Camilleri, Giuseppe Dipasquale
E se Shakespeare fosse siciliano? La teoria, tra storia e letteratura, non è nuova, e certo molto accattivante: il bardo di Stratford, infatti, altri non sarebbe che Michel Agnolo, o Michelangelo, Florio, tragediografo e commediografo siciliano di fede protestante fuggito alle persecuzioni religiose e rifugiatosi in Inghilterra dove prese l’identità del defunto figlio di un oste, di nome William e, per quanto riguarda il cognome, si limitò a tradurre quello materno, Scrollalanza (shake-the speare). Che sia vera o no, l’ipotesi è certo intrigante, e non poteva mancare di affascinare due siciliani DOC come lo scrittore Camilleri e l’uomo di teatro Dipasquale. I quali, partendo da questa suggestione, hanno preso la più siciliana e forse la più divertente e raffinata delle commedie shakespeariane, Molto rumore per nulla, e ne hanno ricreato l’archetipo attribuito appunto a Messer Michele Angelo Florio Crollalanza, costruendo un immaginifico dialetto messinese del Cinquecento: una lingua giocosa e “arruvugliata”, dagli echi inaspettati, capace di rendere tutta la complessità di un mondo, anzi “del” mondo, perennemente preso nel suo “trafficu ppi nenti”.
GLI AUTORI
Andrea Camilleri (Porto Empedocle, Agrigento 1925) ha lavorato a lungo come sceneggiatore e regista teatrale e televisivo. L’esordio come romanziere è del 1978 con Il corso delle cose. Nel 2002 e nel 2004, nella collana “I Meridiani”, sono usciti i due volumi delle opere di Camilleri, Storie di Montalbano e Romanzi storici e civili.

Giuseppe Dipasquale, regista e autore teatrale, diplomato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, lavora in teatro dal 1981. Già Direttore artistico del Nuovo Teatro Regina Margherita di Racalmuto, attualmente dirige il Teatro Stabile di Catania. Con Andrea Camilleri ha pubblicato le versioni teatrali di Il birraio di Preston (2003), La cattura (2003) e La concessione del telefono (2005).