venerdì 31 gennaio 2003

Perché troviamo alcune cose belle e altre no?





L’UOMO CHE CREDEVA DI ESSERE MORTO
E altri casi clinici sul mistero della natura umana
di Vilayanur S. Ramachandran

Perché alcuni di noi sono più creativi di altri? Cosa causa l’autismo e come può essere individuato e trattato? Perché troviamo alcune cose belle e altre no? Come il cervello crea una cosa tanto indefinita come “il senso di sé”? Sono solo alcuni degli affascinanti misteri della mente che il famoso scienziato Ramachandran affronta in questo importante libro: con stile intuitivo illustra i casi più bizzarri (da coloro che pensano di essere morti a chi soffre di sindromi apparentemente inspiegabili), mostrando cosa i comportamenti umani possono insegnarci riguardo al nostro cervello. Attraverso esempi, storie, esperimenti e con uno stile divulgativo, Ramachandran ci guida in un tour tra le più innovative e recenti scoperte scientifiche (come i neuroni specchio, che rivelano, ad esempio, perché proviamo empatia e affetto per un’altra persona), sul sottile confine tra scienza del cervello e comportamento umano. Una grande opera scientifica che è anche un’immersione nella coscienza
dell’uomo.

L’AUTORE Vilayanur S. Ramachandran dirige il Center for Brain and Cognition dell’università della California, dove insegna psicologia e neuroscienze. È uno dei massimi esperti della struttura del cervello e dei meccanismi di funzionamento della mente. Autore di oltre ottanta pubblicazioni scientifiche, ha pubblicato da Mondadori La donna che morì dal ridere (2003) e Che cosa
sappiamo della mente (2004).

giovedì 30 gennaio 2003

Il cellulare. Una pistola puntata alla tempia.





TOGLIETEVELO DALLA TESTA
di Riccardo Staglianò

Il cellulare
Una pistola puntata alla tempia.
I manuali di istruzione dicono di tenerli lontani dall’orecchio…
In molti paesi si raccomanda di non farli usare ai bambini, le prime vittime lottano contro il silenzio dei media e con le multinazionali impegnate a difendere il più grande business del nuovo millennio.


La domanda è: il nostro compagno più inseparabile (il cellulare) ci sta forse tradendo? Prove ce ne sono, e parecchie (nel 2011 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito il telefonino tra i possibili cancerogeni). I manuali di istruzione dicono di tenerli da 1,5 a 2,5 centimetri dall’orecchio (perché? E soprattutto: chi lo fa davvero?). In molti paesi precise disposizioni sanitarie raccomandano di non farli usare ai bambini, di non lasciarli sotto il cuscino di notte (come fanno molti adolescenti in attesa del fatidico sms prima di dormire). Una sentenza del Tribunale di Brescia ha stabilito un risarcimento a carico dell’Inail per un ex manager colpito da un tumore alla testa causato dall’uso eccessivo del cellulare. Questo libro racconta tutto quello che c’è da sapere sul possibile legame causale cellulari-cancro e lo fa con straordinaria capacità di divulgazione, senza tecnicismi. Tutto squadernato con la passione del reportage narrativo. TOGLIETEVELO DALLA TESTA è un viaggio a caccia di storie, fatti e testimonianze, dall’Italia a New York, Seattle, San Francisco, Sydney, Stoccolma, sulle tracce dell’ultima ricerca, incontrando le prime vittime che lottano contro il silenzio dei media, raccontando l’eterno braccio di ferro con le multinazionali impegnate a difendere il più grande business del nuovo millennio. Decine di centri studi, all’insaputa dei cittadini, raccolgono montagne di fondi dalle aziende per promuovere campagne che abbassino la soglia di attenzione sui rischi per la salute. È successo con le sigarette, con l’amianto, oggi il candidato più quotato pare proprio il cellulare. L’industria continua a sostenere che non ci sono prove “conclusive”: e se dovessero arrivare? Meglio difendersi prima.

L'AUTORE Riccardo Staglianò è giornalista de “la Repubblica”. Tra i suoi libri ricordiamo BILL GATES. UNA BIOGRAFIA NON AUTORIZZATA (Feltrinelli 2000) e L’IMPERO DEI FALSI (Laterza 2006). Per Chiarelettere ha pubblicato I CINESI NON MUOIONO MAI (con Raffaele Oriani, 2008); MISS LITTLE CHINA (con Raffaele Oriani, 2009), libro che accompagna l’omonimo documentario di Riccardo Cremona e Vincenzo de Cecco, e GRAZIE (2010). Nell’ottobre 2011 ha portato in Italia (Reggio Emilia) le Ted Conference, format americano nel quale le migliori intelligenze internazionali sono invitate a tenere discorsi della durata di 18 minuti sui temi più diversi, dall’astronomia all’agricoltura, dal clima alle più sorprendenti innovazioni tecnologiche.

lunedì 27 gennaio 2003

Cosa fa davvero il botulino al tuo corpo...





BOTULIN FREE
di Antonino Di Pietro

Cosa fa davvero il botulino al tuo corpo mentre spiana qualche ruga? In un libro coraggioso e documentato i rischi e i pericoli di una bellezza "a tutti i costi".

Qualche veloce "punturina" e i segni del tempo scompaiono. La fronte diventa liscia, e pazienza se è quasi impossibile corrugarla per mostrare stupore o disappunto. Il ricorso al botulino per uso estetico è ormai un'abitudine praticata da milioni di persone. Ma questa tossina, ancora in gran parte misteriosa, può vagare nel nostro organismo con effetti non sempre prevedibili, talvolta devastanti. È ciò che denuncia in questo libro Antonino Di Pietro, uno dei più stimati dermatologi italiani, svelando - prove alla mano - gli ultimi drammatici casi accertati e rompendo con coraggio il silenzio sui rischi dell'utilizzo di quello che è a tutti gli effetti un veleno. Gli interessi economici collegati a questo business nato negli Stati Uniti e diffusosi come un'epidemia anche in Europa e in Italia sono colossali. Le informazioni che dovremmo assolutamente avere prima di dare il nostro consenso a un trattamento tanto pericoloso vengono nascoste: la tossina potrebbe agire anche a distanza, indebolendo i muscoli fino alla paralisi o provocando lancinanti cefalee. E importanti studi scientifici ormai lo dimostrano. Ma Di Pietro non si ferma qui e in queste pagine propone un approccio alternativo e sicuro per stimolare le enormi potenzialità della pelle. Un metodo che rispetta il nostro corpo e la sofisticata capacità espressiva che ci fa parlare anche senza aprire bocca.

L'AUTORE Antonino Di Pietro, medico chirurgo specialista in dermatologia, si occupa da oltre vent'anni dei processi legati all'invecchiamento cutaneo. Ha svolto ricerche su terapie antiaging ed è stato relatore in numerosi congressi in Italia e all'estero. Dirige il Servizio di Dermatologia dell'Ospedale di Inzago (MI) e svolge la sua attività di libero professionista a Milano. Ha fondato nel 1999 la Dermatologia Plastica e l'ISPLAD, la Società Internazionale di Dermatologia Plastica-Estetica ed Oncologica www.isplad.org, di cui è tuttora presidente fondatore. Svolge, parallelamente alla professione di medico, un'intensa attività giornalistica nell'ambito della divulgazione scientifica; cura rubriche di salute su importanti riviste nazionali e ha concesso oltre tremila interviste su temi riguardanti la salute e il benessere della pelle. Con Sperling & Kupfer ha pubblicato La bellezza autentica e Per la tua pelle. Ha fondato il sito www.botulinfree.com per promuovere una maggiore informazione sull'uso del botulino con l'aiuto di testimonianze, articoli, fonti documentate. Si è creato così un vero e proprio movimento d'opinione che sta raccogliendo l'adesione anche di molti medici.

domenica 26 gennaio 2003

Perché tante donne vengono giudicate "fallite" o "incomplete" quando non hanno figli?





SII BELLA E STAI ZITTA
di Michela Marzano

"Questo libro è un atto di resistenza. Di fronte alle offese e alle umiliazioni che subiscono oggi le donne in Italia, in quanto filosofa, ho sentito il dovere di abbandonare la torre d'avorio in cui si trincerano spesso gli intellettuali per spiegare le dinamiche di oppressione che imprigionano la donna italiana. Lo scopo è semplice: si tratta di dare a tutte coloro che lo desiderano gli strumenti critici necessari per rifiutare la sudditanza al potere maschile. Perché le donne continuano a cedere alla tentazione dei sensi di colpa e, per paura di essere considerate "madri indegne", abbandonano ogni aspirazione professionale? Perché tante donne vengono giudicate "fallite" o "incomplete" quando non hanno figli? Perché molte adolescenti pensano che l'unico modo per avere successo nella vita sia "essere belle e tacere"? Perché il corpo della donna continua a essere mercificato? Perché stiamo assistendo al ritorno di un'ideologia retrograda che vorrebbe spostare l'orologio indietro e rimettere in discussione le conquiste femminili degli anni Sessanta e Settanta? La filosofia è un'arma efficace e potente, l'unico strumento capace di aiutare le donne a riappropriarsi della propria vita e non permettere più a nessuno di umiliarle o azzittirle."

L'AUTORE Michela Marzano nata Roma, dopo aver studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e aver conseguito un dottorato di ricerca in filosofia, è diventata professore ordinario all'università di Parigi (Université Paris Descartes). Autrice di numerosi saggi e articoli di filosofia morale e politica, ha recentemente curato il Dictionnaire du corps (PUF, 2007). Fra i suoi libri, alcuni dei quali tradotti in inglese, in spagnolo, in portoghese, in greco e in bulgaro: Penser le corps (PUF, 2002), La fidélité ou l'amour à vif (Hachette, 2005), Je consens, donc je suis... (PUF, 2006), La mort spectacle (Gallimard, 2007), L'éthique appliquée (PUF, 2008), Visages de la peur (PUF, 2009), Le contrat de défiance (Grasset, 2010). Nel 2009 è uscito in italiano Estensione del dominio della manipolazione (Mondadori) e, nel 2010, Sii bella e stai zitta (Mondadori), nel 2011 Volevo essere una farfalla (Mondadori). Attualmente dirige una collana di saggi filosofici per le Edizioni PUF, è direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali (SHS - Sorbona) dell'université Paris Descartes e collabora alla «Repubblica».

sabato 25 gennaio 2003

Sei stufo di correre come un topo nel labirinto?





IO HO SPOSTATO IL TUO FORMAGGIO
di Deepak Malhotra

Finalmente la risposta al bestseller Chi ha spostato il mio formaggio? Una storia semplice e illuminante, che ribalta alcuni dei più radicati luoghi comuni sul senso del lavoro (e della vita). Il libro che il tuo capo non ti consiglierà MAI.

Sei stufo di correre come un topo nel labirinto? Cominci a sospettare che il vero scopo della tua vita non sia dare la caccia a un formaggio che continuamente cambia posto? Oltre dieci anni fa il fortunatissimo bestseller Chi ha spostato il mio formaggio? sosteneva che il cambiamento è inevitabile e fuori del nostro controllo, e dunque non restava che concentrare gli sforzi nella ricerca dell'obiettivo, senza porsi troppe domande. Ma sapersi adattare al "labirinto", per quanto utile, non è sufficiente. Il successo nel campo dell'innovazione, dell'imprenditorialità, della creatività, della leadership, degli affari e della crescita personale dipende infatti dalla capacità di superare gli ostacoli, ribaltare la situazione e giocare secondo regole diverse: le tue. Deepak Malhotra ci propone un illuminante racconto in cui tre topi speciali e avventurosi - Max, Big e Zed - si rifiutano di credere all'immutabilità delle cose. Seguendo l'intrecciarsi delle loro vicende scoprirai che, invece di limitarti a rincorrere il tuo obiettivo, hai la facoltà di modificare il labirinto, cambiarne i meccanismi o addirittura uscirne. Tutti noi possiamo plasmare nuove realtà, ma prima dobbiamo rimuovere la convinzione, profondamente radicata, che siamo topi richiusi nella gabbia di qualcun altro. Meglio dare retta a Zed: "Vedi, il problema non è che il topo è nel labirinto, ma che il labirinto è nel topo".

L'AUTORE Deepak Malhotra è docente di Negoziazione, Organizzazioni e Mercati presso la Harvard Business School, dove insegna nei corsi di master e per dirigenti. È autore, con Max Bazerman, di Negotiation Genius, che ha ricevuto l'Outstanding Book Award 2008, riconoscimento conferito dall'Istituto internazionale per la prevenzione e risoluzione dei conflitti. Ha pubblicato sulle principali riviste nel campo del management, della psicologia e della politica estera, ed è stato insignito di numerosi premi per le sue attività di insegnamento e ricerca. Si occupa inoltre di training, consulenza e assistenza ad aziende di tutto il mondo, in decine di settori.

giovedì 23 gennaio 2003

Veronica Pivetti. Il problema vero della depressione è che non la puoi raccontare


HO SMESSO DI PIANGERE
La mia odissea per uscire dalla depressione
di Veronica Pivetti
Il problema vero della depressione è che non la puoi raccontare, non la puoi descrivere. È invisibile. E non è uguale per tutti. Ma per tutti è un male profondo e assoluto. E va affrontata, perché tanto non si scappa. Anche per questo Veronica Pivetti ha deciso di condividere con noi il suo momento buio. E lo fa con toccante onestà, senza censurare i momenti dolorosi che, come spesso accade nella vita, finiscono per diventare involontariamente molto comici. ‘‘Lei è malata, la sua tiroide non funziona più’’: questo si è sentita dire Veronica nel lontano 2002. Era così. La sua tiroide ha cominciato a dare i numeri, si è starata e l’ha traghettata verso una forte depressione, complici alcuni farmaci sbagliati che le erano stati prescritti. Così è iniziata la sua odissea medica. Alcuni dottori l’hanno salvata, altri massacrata, alcuni le hanno ridato la vita, altri gliel’hanno tolta. E finalmente, nel 2008, Veronica ha incominciato a rivedere la luce e a uscire da questo micidiale periodo nero. Sono stati sei anni infami, “anni nei quali mi sono detta continuamente che era inutile vivere così. Il tempo triste sembra sempre tempo perso”. Anni difficilissimi che, però, non sono passati senza lasciare un segno. “Una volta ero perfettamente funzionante, ero nuova di trinca. E credevo che fosse quella la verità. Ora sono un po’ rattoppata, ho un’anima patchwork e una psiche in divenire. Ed è questa la verità. Ma va bene così, perché la vita si fa con quello che c’è, non con quello che vorremmo.”

L’AUTORE Veronica Pivetti, classe 1965, è attrice, doppiatrice, conduttrice televisiva e radiofonica. È conosciuta dal grande pubblico per il film di Verdone Viaggi di nozze, la conduzione insieme a Raimondo Vianello ed Eva Herzigova del Festival di Sanremo e molte fiction di successo, fra cui “Commesse”, “Il maresciallo Rocca”, “Provaci ancora Prof!” e “La ladra”.

lunedì 20 gennaio 2003

Luca Miniero. Mi piacciono gli italiani...





NAPOLI-MILANO DA CASELLO A CASELLO
di Luca Miniero

“Cosa mi piace dell’Italia? Mi piacciono gli italiani. Con i loro difetti, con le loro facce, con i loro dialetti, con la loro ingenuità sia a Nord che a Sud. Mi piacciono quelli che esagerano, i fanfaroni, quelli che ieri erano in un modo e oggi sono in un altro, mi piace la piccolezza, l’allegria, il tenere famiglia, il sapere tutto e non sapere niente, amo le persone serie ma anche quelle che lo sono solo a parole. Mi piace tutta questa umanità che né l’Expo di Milano con i suoi grattacieli né la camorra né i soldi sono riusciti a cancellare. Mi piace anche Scilipoti. Vabbe’, Scilipoti forse è troppo.” Dopo il successo di Benvenuti al Sud in questo suo primo libro Luca Miniero smonta pregiudizi, luoghi comuni e antichi dilemmi di un Paese in cui Nord e Sud si vorrebbero in lotta tra loro. E, pagina dopo pagina, scorrono dinanzi ai nostri occhi la Napoli della professoressa Emma Ausilio, le cassiere multitasking di Roma o i binari di Milano, dove ad attenderti c’è sempre una persona sola... Nella carrellata di situazioni, ricordi e personaggi veri e inventati, il lettore non faticherà a riconoscersi. Nord e Sud, napoletani e milanesi, sono nati per stare allo stesso banco, semmai anche per litigare, ma restando uniti. Perché anche questa è la bellezza di essere italiani.

L'AUTORE Luca Miniero, regista e sceneggiatore, nasce a Napoli, si trasferisce a Milano, poi a Roma, quindi a Firenze, perché in medio stat virtus. Firma numerose campagne per prodotti industriali e per trasmissioni televisive, ottenendo, come creativo, i più importanti riconoscimenti internazionali. Per la tv si ricorda la serie Amiche mie. Con Incantesimo napoletano esordisce anche nel cinema. Dopo Nessun messaggio in segreteria, e Questa notte è ancora nostra arriva il clamoroso successo di Benvenuti al Sud, cui ha fatto seguito Benvenuti al Nord. Questo è il suo primo libro. Il suo sito internet è luca.miniero.it

domenica 19 gennaio 2003

La Chiesa e gli Stati europei





LA CHIESA CONTRO
di Sergio Romano Beda Romano

"In Italia la Chiesa non rinuncia a fare battagli più intransigenti e inflessibili di quelle che è in grado di fare altrove, anche perché può contare su una classe politica più debole e opportunista di quella con cui deve trattare negli altri paesi dell'Europa cristiana."

Due sono state le grandi rivoluzioni degli ultimi decenni: quella dei costumi sessuali e quella biologica o bioetica. La prima ha rimesso in discussione il rapporto tra i sessi, la struttura della famiglia e la sua stessa esistenza. La seconda ha offerto alla società umana nuovi modi per procreare, nascere e morire. Così come gli Stati europei cercano di adattare la loro legislazione a questi cambiamenti radicali, anche la Chiesa cattolica è direttamente impegnata in queste battaglie giuridiche e scientifiche perché vede in esse una minaccia alla sua funzione e alla sua missione. Il matrimonio fra omosessuali, la crisi del celibato sacerdotale, la contraccezione, l’aborto, la procreazione assistita, la clonazione, il trapianto di organi e il testamento biologico rimettono in discussione il suo insegnamento morale, le sue tradizioni e la sua funzione di «notaio» nelle tappe fondamentali della vita. Non sorprende quindi che in queste nuove sfide della modernità, che rischiano di ridurre la sua autorità e il suo ruolo, la Chiesa si ponga come una forza frenante e di opposizione di cui tutti gli Stati, anche se in misura diversa, dovranno e devono tenere conto.
In questo libro, Sergio e Beda Romano, oltre a risalire la corrente del lungo fluire dei rapporti tra la Chiesa e gli Stati europei, ripercorrendone le tappe storiche fondamentali, ne esplorano anche la foce, individuando gli attuali argomenti di frizione e raccontando le vicende sia di quei paesi in cui la Chiesa, travalicando, esonda, sia di quelli in cui governi fermamente laici riescono a porle solidi e invalicabili argini.

GLI AUTORI

Sergio Romano, nato a Vicenza nel 1929, ha iniziato la carriera diplomatica nel 1954. Dopo essere stato ambasciatore della NATO e, dal settembre 1985 al marzo 1989, ambasciatore a Mosca, si è dimesso. Come storico si è occupato prevalentemente di storia italiana e francese tra Otto e Novecento. Ha insegnato a Firenze, Sassari, Berkeley, Harvard, Pavia e, per alcuni anni, all'Università Bocconi di Milano. È editorialista del Corriere della Sera e di Panorama.

Beda Romano(Roma, 1967) è il corrispondente del Sole 24 OreLe Point e USA Today. Per il Mulino ha pubblicato La veduta corta (2009), una lunga conversazione con Tommaso Padoa-Schioppa sulla crisi finanziaria e le sue conseguenze politiche ed economiche.

sabato 18 gennaio 2003

Perché i tedeschi hanno un ruolo così determinante in Europa?





PRIMI DELLA KLASSE
di Alberto Krali
La crisi europea e il ruolo della Germania


Perché i tedeschi hanno un ruolo così determinante in Europa? Sono due i fattori che rendono la Germania un paese particolare: la posizione strategica al centro di un continente piccolo e la superiorità economica. Se poi il tutto si coniuga con un’ingombrante eredità storica, il cocktail è perfetto per suscitare un certo disagio nei partner dell’Unione. Primi della klasse entra nel cuore della crisi europea, che inevitabilmente coinvolge le sorti dell’Italia. Con un linguaggio accessibile a tutti, un non-economista ci guida nelle difficoltà di questo momento storico. Sembrano lontani anni luce gli entusiasmi europeisti dei primi anni Ottanta, mai come ora l’idea stessa di Europa, non solo della moneta unica, è in crisi. Il problema è che abbiamo sempre pensato a un insieme di uguali, ma le difficoltà dei paesi della periferia meridionale e dell’Irlanda ci dicono che non è così. Qualcosa nell’idea di Europa unita si è rotto. E, in questo momento di forte crisi, la Germania ritorna protagonista della politica europea, dopo essere stata per decenni solo gigante economico. Molti tedeschi si stanno chiedendo perché ora devono pagare per errori altrui. C’è, latente, una sorta di rifiuto che si fa strada nell’elettorato, una deriva euroscettica che a Berlino trova ascolto. Tuttavia, solo dopo tentennamenti vari, Angela Merkel è arrivata là dove gli addetti ai lavori erano approdati da tempo: l’uscita dalla moneta comune costerebbe a ogni cittadino tedesco ben di più del salvataggio dei paesi in crisi. Ma questa consapevolezza dove porterà? Quali conseguenze avrà per l’Italia? Primi della klasse, con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti, ci offre risposte chiare alle tante domande sul futuro dell’euro e ci guida nei retroscena della politica e dell’economia europee.

L’AUTORE Alberto Krali, germanista, insegna Lingua Tedesca alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano ed è coordinatore della laurea magistrale italo-tedesca in collaborazione con l’Università Martin Luther di Halle-Wittenberg. È impegnato nella promozione degli scambi con le istituzioni straniere e in particolare tedesche. Ha svolto attività di insegnamento a Heidelberg. Ha pubblicato L’identità culturale europea tra germanesimo e latinità con Hans Georg Gadamer ed Emanuel Levinas (Jaca Book, 1987). Da una conversazione con Ernst Nolte è nato Intervista sulla questione tedesca ieri e oggi (Laterza, 1993). È curatore e coautore di Religiosità e Occidente: Una riflessione sull’identità culturale della nostra epoca con i contributi di H.G. Gadamer, E. Levinas e A. Bausola (Marietti, 1992). Svolge inoltre attività di pubblicista.

venerdì 17 gennaio 2003

SE STEVE JOBS FOSSE NATO A NAPOLI





SE STEVE JOBS FOSSE NATO A NAPOLI
di Antonio Menna

Questo racconto, tanto amaro quanto esilarante, è nato come un post sul blog dell'autore e in poche ore ha fatto il giro del mondo prima di diventare un libro. Divertente e spietato racconta la condizione di un Paese che sguazza nei suoi mali e incoraggia le buone idee ad andarsene.

Due ragazzi chiusi in un garage si inventano il computer del futuro: leggero, veloce, dal design innovativo, che non si blocca e non prende virus. Se fossimo in America, la storia avrebbe un lieto fine, fatto di soldi, gloria e successo. È andata così a Steve Jobs e alla sua Apple. Ma siamo a Napoli, dove il genio non basta a cambiare un destino. Lo sanno bene Stefano Lavori e Stefano Vozzini, due ragazzi dei Quartieri Spagnoli, che per avviare l'attività e vendere il loro rivoluzionario computer si scontrano con il peggio del Belpaese: in Italia i prestiti si fanno solo a chi ha già i soldi, le regole sono scritte per gli scemi perché i furbi se le scrivono da soli, i bandi li vincono gli amici di amici, la burocrazia chiude un occhio su chi è ben ammanigliato, ma li tiene spalancati sui poveracci. E ammettendo che i due guaglioni siano abbastanza affamati e folli da non arrendersi, quando ci si mette di mezzo la camorra il loro sogno va letteralmente in fumo. O, almeno, così sembra. Questo racconto, tanto amaro quanto esilarante, è nato come un post sul blog dell'autore e in poche ore ha fatto il giro del mondo prima di diventare un libro. Antonio Menna spiega in modo divertito e insieme spietato la condizione di un Paese che sguazza nei suoi mali e incoraggia le buone idee ad andarsene. E ci svela perché da noi la Apple non sarebbe mai nata. E forse Steve Jobs sarebbe finito a vendere le pezze al mercato.

L'AUTORE Antonio Menna, giornalista, vive a Napoli. Collaboratore del quotidiano II Mattino, ha scritto su vari periodici nazionali e si occupa di uffici stampa e comunicazione istituzionale. Attivissimo sul web, da Twitter a Facebook, è autore di un blog molto seguito (antoniomenna.wordpress.com). Il post Se Steve Jobs fosse nato a Napoli, pubblicato alla morte del fondatore della Apple, è stato letto da oltre cinquecentomila persone, diventando un vero e proprio fenomeno della rete. Ha pubblicato i romanzi Cocaina & Cioccolato (2007) e Baciami molto (2009).

giovedì 16 gennaio 2003

Alessandro Aresu. Sembrare imbecilli per essere presi sul serio?





GENERAZIONE BIM BUM BAM
di Alessandro Aresu

Un brillante e irriverente manifesto culturale della generazione tra i venticinque e i trentacinque anni.

Alessandro Aresu è nato nel 1983, negli anni in cui la televisione commerciale è diventata un fenomeno di massa e uno dei miti fondativi dei ragazzi di allora, oggi giovani adulti, spesso in difficoltà. Per raccontare la storia di questa generazione ci sono due alternative, ci dice Alessandro Aresu: “una è giocare e fare sul serio allo stesso tempo, e l’altra è pensare di essere un popolo di imbecilli e darci degli imbecilli a vicenda. Questo libro sceglie la prima strada per sbarazzarsi della seconda”. Attraverso 131 domande e risposte, l’autore ci accompagna in un viaggio nella storia, nel presente e nell’immaginario della futura classe dirigente, con un racconto pieno di ironia, leggerezza e insieme profondità di analisi, dal quale, passando per Cristina D’Avena, Pasolini, Travaglio, la prima Repubblica, la Cina, “Lady Oscar”, Berlusconi, Signorini (e tanti altri), scopriremo che “molti dei nostri problemi derivano dal mancato riconoscimento dell’importanza della Generazione Bim Bum Bam.

L’AUTORE Alessandro Aresu (1983) si è laureato in filosofia al San Raffaele. Allievo di Massimo Cacciari, Enzo Bianchi e Guido Rossi, è uno dei fondatori del blog “Lo spazio della politica” e scrive per “Limes” e “La Nuova Sardegna”. Ha pubblicato alcuni saggi tra cui Filosofia della navigazione (Bompiani).

lunedì 13 gennaio 2003

Enrico Bertolino. Milano una città fatta di eventi. Chiusa solo il lunedì mattina...





PIRLA CON ME
di Enrico Bertolino

“Cosa avrà cambiato così tanto Milano per aver cambiato così tanto i milanesi? Io sono nato nel 1960, i miei ricordi seppiati si fermano al 1965, massimo 1968, e secondo me è tutto molto semplice: oggi i locali, siano qui da generazioni o appena planati dal Pakistan, non ce la fanno più a stagh adrée, e alùra curen sensa savè indùe van (frase idiomatica che identifica il moto perpetuo milanese, il quale può essere bloccato solo da un ingorgo sulla tangenziale nord). Forse il guaio è che a Milano tutto è diventato evento, scatenando una specie di corrida urbana, fors’anco per la quantità di corna che neanche a Buffalo in Texas (oltre ai sushi bar, in città ci sono almeno tre motel a testa, tutti con giochi di luce, e sia chiaro che parlo per sentito dire). Milano vive di eventi. Anzi, ne sopravvive. Sennò sarebbe più pigra di Napoli. Le servono per svegliarsi. Sono una sniffata di efficienza: le fiere, le Settimane della Moda, il Salone del Mobile... Gli immigrati arrivano a frotte perché fanno i lavori che a noi italiani non interessano più, tipo appunto andare al Salone del Mobile.” Milano è una città viva e in eterna mutazione. Ma le sue caratteristiche fondamentali sono immutate e riassumibili nel sempreverde Lavoro-Guadagno-Spendo-Pretendo. È su questo assunto che Enrico Bertolino, grande comico e sagace osservatore della realtà, fa girare Pirla con me. Perché camminando davanti al Duomo o lungo corso Buenos Aires può davvero farsi strada quella sensazione di stranezza nel sentirsi milanesi a Milano: al posto delle osterie ci sono i kebab, l’happy hour ha sostituito il bicerin e invece dell’annuale Fiera Campionaria ce n’è una a settimana su argomento a piacere. Ma sotto sotto Milano è sempre la stessa, l’indiscussa e lanciatissima locomotiva del paese, capace di imporre il suo ritmo di vita a coloro che ci si trasferiscono. Una città sempre fiduciosa nel futuro e aperta a tutti. Chiusa solo il lunedì mattina.

L ’AUTORE Enrico Bertolino (Milano, 4 luglio 1960) è un comico, conduttore televisivo e attore italiano. Con Mondadori ha pubblicato Op, Op, Op, Din, Din, Din (1999), Ho visto cose... (2003), Quarantenne sarà lei (2005).

domenica 12 gennaio 2003

Tito Boeri. Dieci proposte per tornare a crescere


LE RIFORME A COSTO ZERO
Dieci proposte per tornare a crescere
di Tito Boeri e Pietro Garibaldi

“Non ci sono i soldi per le riforme”: non è vero. Quello dei soldi è un falso problema. Esistono importantissime riforme che in quasi tutti i campi cruciali dell’economia possono essere realizzate “senza aumentare di un solo euro il debito pubblico”. Come dimostrano gli autori, in alcuni casi le proposte formulate potrebbero comportare una riduzione della spesa pubblica e contemporaneamente un aumento del tasso di crescita potenziale dell’economia. Un circolo virtuoso. Perché allora nulla cambia? Perché per sostenere interventi che alterano uno status quo consolidato e scontentano una parte necessario costruire un forte consenso e investire in “capitale politico”. Nuovi criteri di selezione e di scelta dei candidati possono garantire una rappresentanza all’altezza del compito che l’attende. Le resistenze ci sono, possono però essere rimosse. Le dieci proposte di questo libro lo dimostrano. Ma bisogna crederci.


AUTORI

Tito Boeri è professore di economia presso l’Università Bocconi di Milano, direttore scientifico della Fondazione Rodolfo Debenedetti e del Festival dell’Economia di Trento, fondatore del sito www.lavoce. info e founding editor di www.voxeu.org. Coordina inoltre la rete di siti nata in Europa sulla scia di queste esperienze. È stato senior economist all’Ocse a Parigi e consulente di Banca mondiale, Commissione europea, Fondo monetario internazionale e governo italiano. Ha pubblicato undici libri con Oxford University Press, MIT Press e Princeton University Press ed è autore di diversi saggi su riviste scientifiche internazionali. È editorialista de «la Repubblica». I suoi più recenti libri in italiano sono La classe dirigente, Università Bocconi Editore, Milano 2010 (con Antonio Merlo e Andrea Prat); La crisi non è uguale per tutti, Rizzoli, Milano 2009; Economia dei mercati del lavoro imperfetti, EGEA, Milano (con Jan van Ours).

Pietro Garibaldi è professore ordinario di economia politica all’Università degli Studi di Torino. Ha conseguito il Master of Science (1993) e il Phd (1996) alla London School of Economics, e ha iniziato la sua carriera negli Stati Uniti, a Washington, dove ha lavorato per tre anni come economista nel dipartimento di ricerca del Fondo Monetario Internazionale. Tornato in Italia nel 1999, è diventato professore associato all’Università Bocconi. Alla Bocconi e alla Fondazione Rodolfo Debenedetti si devono il lungo legame di lavoro e di amicizia con Tito Boeri con cui ha fondato lavoce.info nel luglio 2002. Nel 2004 e 2005 è stato consulente economico del ministro dell’Economia e delle Finanze. Dal 2006 è direttore del Collegio Carlo Alberto, un’istituzione fondata dall’Università di Torino e dalla Compagnia di San Paolo. Dal 2007 è consigliere di sorveglianza e membro del comitato di controllo di Intesa San Paolo. Collabora con le principali istituzioni finanziarie ed è autore di più di venti pubblicazioni scientifiche internazionali.


sabato 11 gennaio 2003

Benetazzo. MA IL PEGGIO NON ERA PASSATO?


L'EUROPA S'E' ROTTA
di Eugenio Benetazzo , David Parenzo

Un nuovo viaggio nella crisi, fra agenzie di rating farlocche e promesse da marinaio dei governi, fra balle e bolle, fra eurofallimenti e serial killer dell'economia reale.

MA IL PEGGIO NON ERA PASSATO?
Ci avevano detto che il terremoto finanziario che aveva messo in ginocchio il mondo intero era ormai un ricordo e che era giunto il momento di guardare al futuro con ottimismo. Ma dalla primavera del 2010, dopo il crollo delle Borse e il default della Grecia, la domanda da porsi è un'altra: E SE IL PEGGIO DOVESSE ANCORA VENIRE?
E se dopo la Grecia toccasse ad altri Stati? E se l'Italia non fosse così solida come ci hanno fatto credere? E se il sistema dell'euro che, dicevano, ci ha salvato dal tracollo, fosse invece vicino al collasso?
Un nuovo viaggio nella crisi, fra agenzie di rating farlocche e promesse da marinaio dei governi, fra balle e bolle, fra eurofallimenti e serial killer dell'economia reale.

L'AUTORE Eugenio Benetazzo è operatore di borsa indipendente, laureato in Economia Aziendale, vive e lavora tra l’Italia e Malta, è molto conosciuto negli ambienti finanziari indipendenti, autorevole relatore di tesi di laurea dagli argomenti molto prestigiosi, le sue opinioni appaiono spesso sulla stampa finanziaria di settore. Partecipa attivamente a trasmissioni radiofoniche e televisive su argomenti legati al risparmio gestito ed alla consulenza finanziaria indipendente. Le sue conferenze con tematiche sulla borsa e gli investimenti sono uniche ed irripetibili per il taglio informativo assolutamente indipendente ed autonomo. Eugenio Benetazzo è soprannominato ormai come il Beppe Grillo dell’economia, il suo live show itinerante denominato BLEKGEK (Preparati al peggio) ha toccato ormai numerose piazze italiane ed è stato acclamato a gran voce dalla critica dei principali canali di informazione come un sensazionale ed inedito evento di informazione ed indagine economica finanziaria indipendente.

giovedì 9 gennaio 2003

Leo Messi. Il vero fenomeno...





MESSI
di Luca Caioli

Diego Maradona lo ha eletto suo successore, la giuria del Pallone d’Oro lo ha premiato per tre volte (e probabilmente lo farà di nuovo) come miglior giocatore del mondo, i suoi gol hanno permesso al Barcellona di vincere due finali di Champions League in tre anni. Ma la storia di Leo Messi parte da lontano, da un contratto firmato su un tovagliolo di carta in un bar, che l’avrebbe portato, ancora tredicenne, a giocare per il club blaugrana, la squadra che da quel momento si sarebbe presa cura di lui, aiutandolo a vincere una deficienza alla somatotropina che gli impediva di crescere normalmente e che minacciava di impedirgli di vivere una vita normale. Oggi Leo Messi è (e rimarrà per molti anni) il giocatore più forte del mondo. Questo libro racconta tutta la sua vita attraverso decine di interviste condotte con i suoi genitori, i suoi familiari, i suoi allenatori e un lungo incontro a cuore aperto con lo stesso Messi. Pubblicato in Spagna, Argentina, Giappone, Corea del Sud, Francia, Grecia, Olanda, Danimarca, Cina, Gran Bretagna e altri Paesi ancora, e aggiornato con un capitolo sulla Coppa America 2011, questo è il primo libro al mondo sul giocatore più forte del mondo.

L'AUTORE Luca Caioli (Milano, 1958) vive da dieci anni a Madrid. Ha scritto, fra gli altri, per «il Manifesto», «l’Unitá», «Repubblica», «Corriere della Sera», «Gazzetta dello Sport» e «Marca», il principale quotidiano sportivo spagnolo. Ha lavorato per EuroNews, Rai 3, Sky Tg24, La Sexta, Cuatro e Cadena Ser. Ha pubblicato le biografie di Ronaldinho, Zidane, Lance Armstrong, Fernando Torres, Vicente del Bosque e Cristiano Ronaldo e il romanzo Mañana. I suoi libri sono tradotti in 21 lingue.

mercoledì 8 gennaio 2003

Eugenio Benetazzo. Quale futuro attende l'Italia?





ERA IL MIO PAESE
Il futuro che attende l'Italia
di Eugenio Benettazzo

Quale futuro attende l'Italia? Eugenio Benetazzo descrive ed analizza come è cambiato il nostro paese negli ultimi 25 anni, una mutazione dalle conseguenze decisamente critiche sia per il mondo del lavoro e sia per la stabilità e coesione sociale. Nulla viene risparmiato, dal sistema bancario al sistema scolastico, dall'immigrazione alla televisione, dalla crisi della famiglia alla nascita del precariato giovanile: un'analisi lucida e spietata nel tipico spirito giornalistico dell'autore. L'Italia è ormai un paese in via di sottosviluppo: il peso quasi eterno del debito pubblico, l'invecchiamento progressivo della popolazione, i conflitti razziali ancora sommersi, il decadimento della chiesa cattolica, la perdita di produttività industriale: che cosa resta di un paese un tempo ammirato ed invidiato dagli altri, quale futuro attende le giovani generazioni.

L'analisi dello scenario socioeconomico del nostro paese rappresenta il tema principale del nuovo libro di Eugenio Benetazzo, incentrato totalmente sulla trasformazione sociale, industriale ed economica dell'Italia. Con l'impareggiabile taglio inquisitoro e con un ritmo divulgativo assolutamente incalzante, il predicatore finanziario più famoso d'Italia descrive ed analizza come è cambiato il nostro paese negli ultimi 25 anni, una mutazione dalle conseguenze decisamente critiche sia per il mondo del lavoro e sia per la stabilità e coesione sociale. Nulla viene risparmiato, dal sistema bancario al sistema scolastico, dall'immigrazione alla televisione, dalla crisi della famiglia alla nascita del precariato giovanile: un'analisi lucida e spietata nel tipico spirito giornalistico dell'autore. L'Italia ormai si avvia a perdere il soprannome di Bel Paese, mentre si delinea sempre di più all'orizzonte quello che molte autorevoli testate giornalistiche stanno profetizzando ovvero lo scenario argentino. L'Italia è ormai un paese in via di sottosviluppo: il peso quasi eterno del debito pubblico, l'invecchiamento progressivo della popolazione, i conflitti razziali ancora sommersi, il decadimento della chiesa cattolica, la perdita di produttività industriale: che cosa resta di un paese un tempo ammirato ed invidiato dagli altri, quale futuro attende le giovani generazioni.

L'AUTORE Eugenio Benetazzo è operatore di borsa indipendente, laureato in Economia Aziendale, vive e lavora tra l’Italia e Malta, è molto conosciuto negli ambienti finanziari indipendenti, autorevole relatore di tesi di laurea dagli argomenti molto prestigiosi, le sue opinioni appaiono spesso sulla stampa finanziaria di settore. Partecipa attivamente a trasmissioni radiofoniche e televisive su argomenti legati al risparmio gestito ed alla consulenza finanziaria indipendente. Le sue conferenze con tematiche sulla borsa e gli investimenti sono uniche ed irripetibili per il taglio informativo assolutamente indipendente ed autonomo. Eugenio Benetazzo è soprannominato ormai come il Beppe Grillo dell’economia, il suo live show itinerante denominato BLEKGEK (Preparati al peggio) ha toccato ormai numerose piazze italiane ed è stato acclamato a gran voce dalla critica dei principali canali di informazione come un sensazionale ed inedito evento di informazione ed indagine economica finanziaria indipendente.

domenica 5 gennaio 2003

Stefano Zurlo. Ci si può difendere dai prepotenti?






PREPOTENTI E IMPUNITI
di Stefano Zurlo

C’è un professionista che ha aperto un passaggio abusivo fra la casa e lo studio e non si trova un giudice in grado di impedirglielo; ci sono i genitori separati che, sulla strada della riconciliazione, vorrebbero ricontrattare tempi e modi dell’affido congiunto dei figli, ma un giudice sedicente esperto in materia non vuol cedere sulle restrizioni concordate anni prima, quando tra i coniugi era “guerra aperta”; c’è poi il caso del licenziato dalla discoteca che lo aveva assunto facendogli firmare un contratto per l’intera stagione e che per recuperare il compenso dovuto e non corrisposto attende oltre dodici anni, durante i quali le lire fanno in tempo a diventare euro; e poi ci sono le sentenze mai depositate, i ritardi smisurati e le assenze ingiustificate di giudici e magistrati… c’è perfino una causa da 35,00 euro e un giudice che autorizza un tizio a portare la pistola in aula. Insomma, la giustizia civile in Italia proprio non funziona.Nel Belpaese i processi pendenti sono oltre cinque milioni: un numero impressionante di cause civili congelate dentro il grande freezer della giustizia.Speranze, attese, rancori, soldi, interessi economici, business: c’è tutto un mondo che si muove a singhiozzo, permettendo ai soliti furbi di farla franca, spesso con la complicità di avvocati, giudici e magistrati poco solerti che, muovendosi in una selva di leggi e leggine, fanno della malagiustizia italiana la garanzia dell’impunità per i più prepotenti, a scapito degli onesti cittadini.

L'AUTORE Stefano Zurlo. Nato a Milano nel 1963, è inviato del quotidiano «Il Giornale». Ha seguito l’inchiesta “Mani pulite” e molte altre, unitamente a processi di cronaca nera, da Cogne a Garlasco.Insegna giornalismo alla Link University di Roma.Frequentemente ospite di trasmissioni di approfondimento politico, da “Annozero” a “Omnibus”, da “Porta a Porta” a “In onda”, conduce il talk “Iceberg” su Telelombardia.Per Piemme ha pubblicato nel 2003 Inchiesta sulla devozione popolare, con la quale ha vinto ex aequo il premio Corrado Alvaro; nel 2005 ha firmato L’uomo sbagliatoper RAI Eri-Albatross, da cui è stata tratta l’omonima fiction con Beppe Fiorello; nel 2006 ha scritto per BUR L’ardimento. Racconto della vita di don Carlo Gnocchi. Ancora con Piemme ha pubblicato La legge siamo noi. La casta della giustizia italiana (2009) e L’inferno tra le mani. La mia storia nelle Bestie di Satana (con Mario Maccione, 2011).

sabato 4 gennaio 2003

Tutte le stagioni di Guzzanti. Corrado, quello bravo.






ANIENE
di Corrado Guzzanti

Il grande ritorno è stato annunciato da un trailer che già impazza sul web: solo quaranta secondi, in cui un improbabile e ululante Massone incappucciato gestisce da par suo "i poteri occulti del paese", ma sufficienti a scatenare l'entusiasmo dei fan di Corrado Guzzanti per il grande ritorno in tv del loro beniamino: uno speciale in onda il 9 giugno su Sky Uno. Novanta minuti fitti fitti di gag e imitazioni, sempre accompagnato da Marco Mazzocca, fedele scudiero da quasi vent'anni. E, assieme a loro, i comici Max Paiella e Paola Minaccioni. Oltre al Massone, un altro nuovo personaggio in pasto al pubblico: il Mafioso, un vecchio padrino annoiato che caccia i giudici che non gli piacciono. Il resto sono i soliti evergreen: dalla bionda Vulvia al santone Quelo, dall'imitazione del Rutelli romanaccio in stile Alberto Sordi a Prodi fermo alla stazione di Bologna, "dietro la linea gialla, con la sua bella coerenza", mentre passano le stagioni politiche e non. Corteggiato da Gino e Michele che sognavano il baluardo della satira Rai come superstar di Zelig, Guzzanti ha scelto Sky: lo speciale del 9 giugno è una prova generale in grande stile. Perché dopo l'estate si fa sul serio: è già pronto un programma tutto suo per la nuova stagione.

L'AUTORE Corrado Guzzanti (Roma) è un comico, attore e sceneggiatore italiano. Celebre autore satirico, nel corso della sua carriera si è specializzato nelle imitazioni di noti personaggi appartenenti al mondo della politica, del giornalismo, dello spettacolo e della religione, ed al tempo stesso ne ha inventati di nuovi, traendo spunto da caratteri espressi dalla società contemporanea. (Wikipedia)

venerdì 3 gennaio 2003

Giorgio Bocca. 7 idee che non dobbiamo più accettare






GRAZIE NO
"7 idee che non dobbiamo più accettare"
di Giorgio Bocca

"Grazie no. 7 idee che non dobbiamo più accettare". Anche al suo passo d'addio, Bocca ha preferito non voltarsi indietro ma guardare dritto davanti a sé. Per lasciare agli italiani, più che un testamento morale, un concretissimo invito a essere migliori. A non assuefarsi all'Italia di oggi, dove cose che dovrebbero indignare passano sotto silenzio, discorsi che non si dovrebbero sopportare sono ormai moneta corrente, idee perlomeno discutibili sono invece comunemente accettate. Per essere ancor più chiaro, Bocca elenca i sette punti a cui dire, appunto, no grazie: la crescita folle; la produttività, il nuovo dio; la lingua impura; il dominio della finanza; la corruzione generale; la fine del giornalismo; l'Italia senza speranza. (repubblica.it)

Anche in Italia, il libretto di Stéphane Hessel "Indignatevi!" ha avuto un notevole successo: ma forse non c'è bisogno di andare in Francia a cercare un autore in grado di parlare come coscienza critica di un paese e di articolare una critica delle nostre condizioni attuali a partire dalle basi ideali della Resistenza al nazifascismo. Giorgio Bocca è il testimone per eccellenza di quei valori fondanti e di un'attività instancabile di ricerca della verità: per questo il suo nuovo libro individua una serie di idee a cui ci siamo assuefatti e che invece dovrebbero farci sobbalzare, farci scuotere dal torpore, farci reagire per cambiare. Dal mito della crescita infinita a quello della fine del lavoro, dall'inevitabilità della corruzione all'equivalenza tra fascisti e antifascisti, dall'incontrastato dominio sulle nostre vite della finanza e della tecnologia all'impoverimento della lingua e all'involgarimento dell'informazione. Un breve libro per illuminare la notte italiana e incenerire i falsi idoli e i luoghi comuni che ci propinano e vorrebbero farci accettare.

L'AUTORE Giorgio Valentino Bocca (Cuneo, 18 agosto 1920 – Milano, 25 dicembre 2011) è stato uno scrittore e giornalista italiano.

giovedì 2 gennaio 2003

La metamorfosi per sopravvivere...



FOREVER
di Maggie Stiefvater

“Il lupo levò il capo e ululò.
Fu un gemito lungo, lamentoso, triste e distinto. Dopo un istante schiusi la bocca e ululai anch’io. Insieme, le nostre voci erano più forti. Gli altri lupi si premettero contro di noi, prima uggiolando, poi ululando. Non esisteva luogo nel bosco in cui quel richiamo non potesse giungere.”
Dopo Shiver e Deeper, l’ultimo episodio della saga dei lupi di Mercy Falls.
“Brillante e potente.”
—Publishers Weekly
È arrivata una nuova primavera a Mercy Falls. Grace, che per sopravvivere ha dovuto cedere al suo animo di lupo, continua a mutare forma. Sam, saldo nella sua pelle di umano, la cerca. Perché la ama e conosce il dolore delle metamorfosi.
Quando nel bosco viene ritrovato il cadavere di una ragazza la situazione precipita: il branco è in pericolo, Grace è in pericolo, e Sam deve tentare di salvarli, deve salvare Grace, a qualunque costo…

L'AUTRICE Maggie Stiefvater ha trent’anni e vive in Virginia insieme al marito e ai due figli, due cani e un gatto. Pittrice e illustratrice, da anni scrive con successo libri per giovani adulti a sfondo fantasy. La trilogia dei lupi di Mercy Falls ha conquistato migliaia di lettori in tutto il mondo.