mercoledì 5 marzo 2003

La parola anche agli studenti...





IL BANCO SOPRA LA CATTEDRA
di Luigi Polito

Prima di accennare ai contenuti del libro, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di quest’avventura e fare un’importante premessa affinché la lettura del testo non dia vita a false interpretazioni.
“Il banco sopra la cattedra” non ha assolutamente l’intenzione di offendere o denigrare il mondo dell’istruzione, per cui mi sembra doveroso sottolineare l’enorme mole di lavoro, l’onestà intellettuale, l’impegno, la passione, di moltissime persone che si prodigano ogni giorno affinché, attraverso il sapere e la conoscenza, noi tutti possiamo diventare più consapevoli della complessità della vita.
È un romanzo-documento che narra attraverso storie di vita divertenti, amare, ironiche, a volte drammatiche, i misfatti, le assurdità, le incongruenze che gli studenti vivono quotidianamente nelle università e nelle scuole. Dall’incontro di questi racconti, frutto di uno strano intreccio tra realtà e fantasia, i cui confini sono difficilmente scindibili, prende corpo una miscela esplosiva ricca di emozioni, proteste e speranze per il nostro futuro. “Il banco sopra la cattedra” nasce come un gioco, e come tutti i giochi è da prendere molto sul serio. É una provocazione scritta senza peli sulla lingua, che invita a riflettere sullo stato di salute del mondo dell’istruzione, questo gigante d’argilla senza cuore e senza ragione, che a fatica resta ancora in piedi appoggiandosi a mille bastoni.Un sistema complesso che rischia di frantumarsi o persino estinguersi come i dinosauri, e che per questo ha bisogno urgentemente di rinnovarsi da cima a fondo, di acquisire senso prima che affondi definitivamente. La motivazione principale che mi ha spinto a scrivere questo inusuale romanzo, è la speranza di risvegliare le coscienze degli studenti e di tutti coloro che operano nei luoghi dell’apprendere, gli unici soggetti in grado di poter immaginare e proporre un cambiamento generale del pensiero dominante e mettere in discussione le consuete modalità di trasmissione del sapere. Una speranza che deve partire dall’interno delle nostre università, delle nostre scuole, che hanno il diritto-dovere d’ insegnare e promuovere nuovi principi e valori, indispensabili alla nascita di una coscienza civile democratica, che crei i presupposti per una trasformazione positiva e pacifica della società. In un momento storico così delicato, in cui non si crede più a niente, e ogni cosa diventa subalterna all’economia e al dio danaro, i luoghi dell’apprendere non possono pretendere di diffondere una cultura asettica e completamente slegata dal contesto storico-culturale in cui viviamo. Queste importanti istituzioni che rappresentano il nostro futuro, devono assumersi la responsabilità di ricoprire un ruolo centrale nella formazione dei giovani e proporsi come modello d’identificazione fondato sull’onestà, la coerenza, la dignità, la legalità e l’uguaglianza.Tutto ciò non vuol dire profanare la sacralità del mitico sapere, che ha radici solide e indiscutibili, ma in questa fase storica è opportuno un cambiamento radicale del sistema dell’istruzione, che deve liberarsi dall’oppressione dell’onnipresente ideologia politica, e incidere autonomamente e criticamente nella realtà sociale, divenendo punta di diamante e parte strutturale di un progetto formativo integrato globale. Un patto educativo da costruire con i diversi soggetti sociali che operano nei territori, che miri a valorizzare il dialogo e il confronto tra le parti, e abbia come obiettivo principale la realizzazione di prospettive concrete, soprattutto per i giovani.

L'AUTORE Luigi Polito, professore e scrittore, ci presenta il Suo libro "Il banco sopra la cattedra", edito nel 2010 da Edizioni Altravista, attraverso l’intervista realizzata dagli studenti della IIC del Liceo Don L. Milani di Napoli

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