giovedì 17 aprile 2003

Il seguito di uno dei più grandi successi del Dalai Lama






L’ARTE DELLA FELICITA’ IN UN MONDO IN CRISI
di Dalai lama

Viviamo in un mondo inquieto, scosso da profonde crisi, non solo economiche, in cui sembrano prevalere le primordiali pulsioni distruttive che generano da sempre guerre, conflitti, odi, divisioni. Un mondo in cui la logica dominante è quella che arma l’uno contro l’altro individui, collettività e nazioni, spesso in nome di presunte superiorità culturali, religiose o, addirittura, razziali. È ancora possibile, in una realtà così segnata dalla violenza e dal dolore, parlare della felicità come di un obiettivo alla portata di tutti? Dopo aver esaminato in precedenti volumi la cosiddetta «rivoluzione della felicità» e il suo rapporto con il mondo del lavoro, Sua Santità il Dalai Lama e lo psichiatra americano Howard C. Cutler affrontano ora una nuova e ambiziosa sfida, a partire da un assunto semplice e fondamentale: poiché la natura dell’uomo è essenzialmente buona, se egli coltiverà le sue doti innate potrà realizzare se stesso e, quindi, essere felice. Secondo la concezione buddhista, infatti, la felicità è un’arte e, come tale, richiede pratica ed esercizio, al pari di qualsiasi altra competenza e abilità umana. Allenando la mente a individuare le cause dell’ansia e dell’insoddisfazione, abituandoci a riconoscere, nell’incontro con gli altri, le affinità piuttosto che le differenze, alimentando emozioni positive quali la compassione e l’empatia anziché la paura e la diffidenza, troveremo la strada maestra per raggiungere una maggiore felicità. Ad avvalorare questa visione sono intervenute in anni recenti anche le neuroscienze, che hanno dimostrato come il cervello umano sia naturalmente predisposto a creare pregiudizi, ma sia altrettanto pronto a superarli, se questo torna a beneficio della nostra specie. Ed essere più felici comporta non solo indubbi vantaggi personali – aumenta le probabilità di avere relazioni più solide, un maggiore benessere psicofisico e perfino una vita più lunga –, ma anche una radicale trasformazione della società: in una sorta di circolo virtuoso, individui felici daranno vita a comunità più felici e, perciò, più aperte e accoglienti. Attraverso racconti, meditazioni e dialoghi in cui approfondisce i diversi argomenti, il Dalai Lama ci aiuta a scoprire le fonti del disagio della nostra epoca e lancia un forte messaggio di speranza per ogni singolo individuo e, soprattutto, per l’umanità intera: esiste una via chiara e definita per essere felici. Anzi, più di una.

L’AUTORE Tenzin Gyatso (1935) e` il quattordicesimo Dalai Lama. Leader politico e spirituale del popolo tibetano, autorita` religiosa, voce tra le più ascoltate del pacifismo mondiale, nel 1989 e` stato insignito del premio Nobel per la pace. Nel 2007 ha ricevuto la medaglia d’oro del Congresso degli Stati Uniti per la sua difesa dei diritti umani. Dal 1959 vive in India, a Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio. Da Mondadori ha pubblicato: La via del buddhismo tibetano (1996), Incontro con Gesù (1997), I sentieri della sapienza e dell’incanto (2001), I consigli del cuore (2002), Autobiografia spirituale (2010); con Howard C. Cutler, L’arte della felicità (2000) e L’arte della felicità sul lavoro (2005); con Daniel Goleman, Emozioni distruttive (2003); con Thomas Laird, Il mio Tibet (2008); a cura di Jeffrey Hopkins, La strada che porta al vero (2004), Lungo il sentiero dell’illuminazione (2006), La via dell’amore (2007), Conosci te stesso (2009) e, con Laurens van den Muyzenberg, La via del comando (2011).Howard C. Cutler, psichiatra americano, ha conosciuto il Dalai Lama nel 1982 in India e da allora ha iniziato a studiare il buddismo tibetano e a collaborare
con lui nella stesura di molti libri.

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