mercoledì 1 novembre 2006
Federico Rampini. 50'anni, l'età sbagliata?
VOI AVETE GLI OROLOGI, NOI ABBIAMO IL TEMPO
di Federico Rampini
copertina: EUR 16,00
Prezzo: EUR 13,60
“Se torno per qualche giorno in Italia, mi sento subito ingombrante. A 56 anni ho l’eta` sbagliata? Governi, imprese, esperti descrivono i miei coetanei come un “costo”. Guadagniamo troppo, godiamo di tutele anacronistiche, e quando andremo in pensione faremo sballare gli equilibri della previdenza. Per i trentenni e i ventenni, invece, siamo “il tappo”. Ci aggrappiamo ai nostri posti, non li facciamo entrare. Non importa se ci sentiamo ancora in forma, siamo gia` “gerontocrazia”. Nessuno trova una soluzione a questa crisi, ma molti sembrano d’accordo nell’individuarne la causa: il problema siamo noi, i baby boomer. Siamo nati nell’ultima Eta` dell’Oro, quel periodo (1945-1965) che coincise con un boom economico in tutto l’Occidente ed ebbe un effetto collaterale forse perfino piu` importante: l’esplosione delle nascite. Come se non bastasse, poi, lo straordinario allungamento della speranza di vita ci ha resi una delle generazioni piu` longeve. E di questa nostra inusitata sopravvivenza si parla quasi come di una sciagura annunciata, un disastro al rallentatore. Ma un evento individualmente cosi` positivo – vivere di piu` – puo` trasformarsi in una calamita`? No, noi baby boomer siamo un’enorme risorsa anche adesso che diventiamo “pantere grigie”. La sfida, di cui s’intravedono i contorni in America, e` quella di inventarci una nuova vita e un nuovo ruolo, per i prossimi venti o trent’anni. Di rivoluzioni ne abbiamo gia` vissute tante. La nostra generazione “larga” va da quelli che hanno fatto il Sessantotto a quelli che finivano l’universita` quando cadde il Muro di Berlino. Protagonisti della prima societa` dei consumi e della prima era postindustriale, siamo stati la prima generazione antiautoritaria: individualisti di massa. Mai, fino ad allora, simili sconvolgimenti avevano investito la famiglia, il sesso, la religione. Abbiamo vissuto nel cuore della prima vera globalizzazione e abbracciato tuttele ondate delle innovazioni tecnologiche; siamo stati noi a sposare una musica “generazionale” e a inventare la gioventu` come categoria politica. E` per questo che ci rifiutiamo di invecchiare. Ed e` per questo che ci sentiamo i piu` adatti a ridefinire anche le fasi successive. E` nostra la nuova eta` adulta che si sta creando un varco, e diventera` un nuovo capitolo della vita di ciascuno. Da spendere sui luoghi di lavoro o nel volontariato, in famiglia o nell’esplorazione di terre lontane: con la possibilita` di trasmettere un bagaglio di esperienze. Abbiamo ancora un lungo futuro da scrivere. Anzi: da digitare, magari sulla tastiera di un iPad. I Rolling Stones cantavano “Time is on my side”, il tempo e` dalla mia parte, quando avevano vent’anni. E cantano ancora. Un antico proverbio afgano dice: “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo”, un motto contro la frenesia occidentale. Qualche capello bianco insegnera` anche a noi a ridurre la velocita` e a investire nella saggezza. La prossima puntata sta per iniziare.”
Federico Rampini
L’AUTORE Federico Rampini e` il corrispondente della Repubblica da New York. E` stato corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino. Ha insegnato alle universita` di Berkeley, Shanghai e al Master della Bocconi. E` autore di numerosi saggi, tra cui Non ci possiamo più permettere lo Stato sociale. Falso! (Laterza, 2012). Da Mondadori ha pubblicato: Il secolo cinese (2005), L’impero di Cindia (2007), L’ombra di Mao (2007), La speranza indiana (2008), Slow Economy (2009), Occidente estremo (2010), Alla mia Sinistra (2011). Occidente estremo da` il titolo a uno spettacolo teatrale
ispirato ai suoi libri.
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