mercoledì 21 novembre 2007
I partiti politici non sono delle macchine da soldo solo ora?
CONTRO L’INDUSTRIA DEI PARTITI
di Ernesto Rossi
I partiti politici non sono delle macchine da soldo solo ora. Lo erano già all’inizio della Repubblica. Ernesto Rossi, un «bastian contrario» che non è mai venuto meno al dovere di denunciare ciò che non funzionava nel nostro paese, lo aveva scritto con chiarezza già all’inizio degli anni ’50, ovvero sessanta anni fa. I testi che compongono questo volume, eccetto quello intitolato Il «combustibile» dei partiti, che introduce gli atti di un convegno del Movimento Gaetano Salvemini dell’ottobre 1963, sono stati tutti pubblicati sul settimanale «Il Mondo» tra il 1950 e il 1952. Il primo, Le serve padrone, appare sul numero del 24 giugno 1950 e si origina da un editoriale di Arrigo Cajumi (è l’articolo che abbiamo riportato in Appendice) pubblicato sul quotidiano «La Stampa» il 24 maggio 1950. Il secondo, La padella e la brace, è pubblicato il 5 agosto 1950. I tre interventi successivi escono rispettivamente il 30 agosto 1952 (Una malattia segreta), il 13 settembre 1952 (I paguri nella conchiglia) e l’11 ottobre 1952 (L’insaziabile fame) e costituiscono un blocco unico. Nell’ultimo, L’insaziabile fame, Ernesto Rossi annuncia un quarto intervento mai comparso sul settimanale. Tutti questi testi, eccetto La padella e la brace, sono stati riproposti da Ernesto Rossi, insieme ad altri pubblicati ne «Il Mondo», in un volume dal titolo Aria fritta (Laterza, Bari 1956).
Che forza e rigore nelle parole che Ernesto Rossi scrisse sui partiti negli anni Cinquanta dalle colonne de «il Mondo». Vale la pena davvero riproporle e farle leggere a tutti. Il male che oggi viene in superficie Rossi lo denunciava già allora con assoluta lucidità. I partiti come macchine di potere e basta, dove i soldi sono tutto, il programma niente. Chi ha i soldi più facilmente ricopre importanti funzioni nella macchina parlamentare e nelle istituzioni. Detta regole, favorisce accordi, tratta su tutto. Ma i soldi non bastano, servono favori, vantaggi economici, posti di lavoro. Una denuncia netta contro i partiti di allora e un sistema che per forza di cose mette chi fa politica nella condizione di allearsi anche con le mafie e la criminalità. Più soldi, più voti, più potere. Questo libro propone gli articoli che Rossi scrisse specificamente sulla questione del finanziamento ai partiti e che non sono mai stati proposti da soli in un unico volume.
L'AUTORE Ernesto Rossi (Caserta 1897 – Roma 1967) Politico e intellettuale di indole polemica e intransigente, «democratico ribelle», si è sempre impegnato nel combattere gli interessi corporativi e clientelari dei «padroni del vapore», dei grandi assetti monopolistici. Tra i fondatori di «Giustizia e Libertà», viene arrestato nel 1930 e condannato a vent’anni di carcere. Nel 1941, con Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni, redige il Manifesto di Ventotene, primo tentativo di elaborazione programmatica di una concezione federalista europea. Membro del Partito d’Azione, nel 1956 è tra i fondatori del Partito radicale. È stato collaboratore del settimanale «Il Mondo» (1949-1966). Tra i suoi molti libri: Abolire la miseria (1946), Settimo: non rubare (1952), Non mollare (1955), Aria fritta (1956), Il Sillabo (1957), Padroni del vapore e fascismo (1966), Pagine anticlericali (1966).
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