I rifiuti: l’eredità di Alfonso Pecoraro Scanio.
Presentato nel 2006, il libro di Roberto Saviano dovrebbe essere ripubblicato ogni giorno, per quei pochi che ancora non l’avessero letto: “Gomorra”.
L’autore ha dedicato parecchio spazio al capitolo dello smaltimento dei rifiuti, spiegando quali siano i meccanismi che lo regolano e lo governano in quella zona. A questo per completare, si devono aggiungere le interferenze di alcuni politici senza scrupoli.
Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’ambiente, ex parlamentare verde ed ex politico,
è uno di quelli che più ha cavalcato questa forma di obiezione civile, creandosi in questo modo un cospicuo serbatoio di voti. Ci spieghino gli eredi del civil pensiero “pecorariano”, la mondezza dove la dovremmo mettere. Non torniamo al vecchio adagio, che a Napoli per decenni si è smaltita la schifezza radioattiva del nord, perché quello è un problema da imputare a chi protegge la camorra, permettendone l’esistenza.
Un paese normale, non deve e non può sopportare di avere in grembo delle vipere autodistruttive come quelle che hanno manifestato il dissenso a Chiaiano. Sembra incredibile che ci siano persone che scendono in piazza per manifestare contro chi cerca di riportare ordine e pulizia e di ridare dignità ad un luogo alla deriva, invece di protestare contro il disastro dell’immondizia a cielo aperto.
Oggi a raccogliere il testimone della riluttanza civile a scopo intimidatorio, per tornaconto personale, è rimasto soltanto l’on. DiPietro, un altro esempio di allarmista “antiqualunque”, che per un pugno di voti sarebbe disposto a cavalcare anche il tubo delle acque reflue.
Dio salvi l’Italia.