Allo stadio di Sofia la fiera dei coglioni
Ogni città che si rispetti ha la sua fiera. A Sofia la terza capitale più antica d’Europa, suo malgrado è capitata la fiera dei coglioni, quelli che qualunque cosa facciano, dicano o pensino (con rispetto parlando) sbagliano. Questi pseudo tifosi sono emuli degli hooligans, con 10 anni di ritardo. I nostri hooligans all’amatriciana sono paragonabili a quei seguaci dei gruppi musicali degli anni 70, imitatori dei giovani della bit generation, che hanno raggiunto la loro massima espressione a Woodstock; gli hippy di casa nostra si vestivano e si atteggiavano nello stesso modo, peccato che quelli veri si erano ispirati a mostri sacri di quel periodo con le canzoni dei Rolling Stones, Joan Baez, Crosby, Stills, Nash and Young, Carlos Santana, The Who e Jimi Hendrix. Qui scimmiottavano i grandi gruppi o i grandi personaggi, però cantavano: ho scritto t’amo sulla sabbia, ciao vagabondo o sognando la California. Una tristezza. Questi tifosi da trasferta, come tutte le copie carbone di qualcosa che è passato, vivono per dei gesti che giustifichino la loro esistenza. Non sono riusciti a farsi ingaggiare da “Uomini e Donne” della De Filippi per avere un po’ di visibilità, e allora per guadagnarsi uno spazio in video, utilizzano le bandiere e le svastiche come fossero costumi di carnevale. La maggior parte di loro non sa neppure quali siano gli ideali che si nascondono dietro quei simboli. Inneggiano alla bandiera e alla nazione, senza sapere che proprio quei comportamenti ne distruggono l’onorabilità. Hanno barattato gli ideali per quei due minuti di celebrità.
2008-10-15