Non è tutto Sant’oro quello che luccica 12.11.2008
Seguo “Annozero” per dovere professionale e per piacere personale. Riconosco a Santoro la capacità e l’indiscutibile fascino che suscita nel pubblico televisivo, in modo trasversale tra i sostenitori dei due schieramenti. Mi stupisce molto la caduta di stile in cui è incappato il giornalista in occasione dello scherzo telefonico di Joe Violante fatto alla Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, e andato in onda in una nota trasmissione radiofonica. Proprio il Michele nazionale, paladino di ogni libertà comunicativa agita la scure della censura, dopo aver giustificato e sostenuto gli sproloqui della Guzzanti, i deliri di Grillo e le inquisizioni di plastica del Travaglio, proprio lui? Ora, dover creare il ministero o la commissione vigilante per la satira non mi sembra onestamente necessario, ma almeno affidiamoci al giudizio del pubblico, unico critico credibile, che possa stabilire se la presa i giro è divertente o meno. In questo, Santoro potrebbe impegnarsi a sostenere una informazione almeno realistica, anche se personale e di parte, e non arroccarsi dietro dei falsi moralismi, accettando solo la critica amica. Deve accogliere ogni attacco, valutando semplicemente gli interventi per la loro qualità, in ogni caso, se la satira non fa male a nessuno non è satira, e per una presa in giro non è mai morto nessuno. Nelle prese in giro sono compresi gli scherzi telefonici, le candid camera, e le registrazioni maldestre fatte durante gli intervalli pubblicitari. In alcuni casi anche il silenzio è d’oro, caro Santoro.