Di questione morale si può anche morire. 17.12.2008

Forse Antonio Di Pietro non si accorge quanto le sue parole ed i suoi atteggiamenti assomiglino a quelli del presidentissimo Hugo Chavez. Si rivedono nelle sue intenzioni alcuni passaggi, che hanno portato il Venezuela ad un “governo repubblicano” legittimamente eletto. Credo sia un dettaglio il fatto che il presidente venezuelano abbia messo fuori legge l’opposizione, abbia chiuso i giornali e le televisioni concorrenti e abbia deciso di non perdere tempo con i processi; ma che per combattere le lobby fosse utile arrivare a sentenze immediate e a qualche fucilazione. Ma come è iniziata la corsa al potere di Hugo Rafael? Tralasciamo il tentato colpo di stato, proprio con la questione morale. Dal non voler più perdere tempo con gli avversari politici che riteneva indegni, e a non aver tempo di cercare con loro le necessarie convergenze, ma usando soltanto forca e manette, giustizia e polizia, riforme per ripulire e moralizzare. Per questo fondò il “Movimento Quinta Repubblica” che si rifaceva ai valori fondamentali del socialismo democratico. Promuoveva a gran voce con espressione populistica la possibilità di dare più potere alle funzioni inquirenti e demonizzava e osteggiava qualunque atto o decisione governativa. Caldeggiava il “Referendum Revocatorio” o “Referendum Ratificatorio” per una destituzione popolare del Presidente in carica. Altro dettaglio, sempre trascurabile, ha nazionalizzato le banche, le aziende petrolifere che erano delle SpA, con un semplice annuncio in conferenza stampa. On. Di Pietro, ora il Venezuela è un paese moralizzato.