Sempre Annozero. Santoro a quando l’anno uno? 17.01.2009

Michele Santoro ci ricasca, non accetta critiche da fazioso bolscevico quale è, lui ha la sua strada e qualunque sia la critica, l’opinione, la morale comune, lui tira dritto per il suo scopo. Cosa importa se per montare il suo circo, si debbano mettere a confronto due giovani straziati dal dolore dalla contesa, che vivono sulla loro pelle. Cosa importa se per alzare la temperatura della polemica si mandano in onda servizi pro Palestina, con indirizzo politico a senso unico. Che sarà mai premere sulla ferita aperta di una guerra infinita tra religioni. Quello di giovedì sera è stato l’ennesimo atto di arroganza, della cricca composta dal conduttore e dal solito Travaglio ormai consumato, che pallido e smagrito procede come una barca senza remi, con la sua arringhina sulla disputa tra le procure, nella serata dedicata agli scontri a Gaza. Clou della serata, l’abbandono in diretta di Lucia Annunziata per la solita mancanza di tatto e di riguardo da parte del conduttore. La differenza tra i due è questa: la giornalista è una professionista che non fa mistero delle sue posizioni politiche, ma svolge il suo compito di operatrice dell’informazione in modo corretto, Santoro è una persona schierata, priva di equilibrio che usa il suo lavoro come strumento politico. Se il conduttore di Annozero continua imperterrito, fa venire il dubbio che la sua non sia convinzione professionale, ma proprio non capisca, il cervello non lo aiuta. Prima si pensava che fosse annebbiato dal livore dello scontro politico, ora si è capito che è solo annebbiato.