Fuga dalla TV generalista, tutti sul satellite 21.01.2009

Giletti nella sua “arena” fa la fiction del metodo Santoro. Lui però chiama a teatrare su argomenti seri, che dovrebbero essere affrontati con il sostegno di specialisti, i nani e le ballerine. Domando: se voi, Giletti, Santoro, Luttazzi, Celentano, Parietti, Satta e tutta quella schiera di nani e commedianti che spargono opinioni come polvere di stelle, aveste un problema serio, andreste a chiedere consulto al vostro giornalaio, amico del bar o al benzinaio. Bene, questo è il livello dei vostri patetici dibattiti e delle vostre opinioni da 6,50 euro al chilo, pieni di luoghi comuni e di ragionamenti scadenti, che la gente è obbligata a sopportare. Se per tutta la vita avete raccontato barzellette, cantato, mostrato il nobile deretro, continuate a farlo se ve lo permettono, non vi mettete a regalare istruzioni per l’uso, di cose che non sapete nemmeno voi come si maneggiano. Come si può spiegare a questo gruppetto di persone, per fortuna esiguo, abituato a saltare da un talk show televisivo all’altro, esercitando la fetida arte della ruttologia, che il pubblico non cade più nella trappola del destra-sinistra, o nella litania del “non posso parlare, informazione imbavagliata”, tesa abilmente, da chi in nome della libertà di espressione inonda di volgarità e di sciocchezze chi ascolta. La TV satellitare non è una minaccia, è l’unica salvezza. E’ proprio vero, lo diceva tempo fa Fabrizio De Andrè, uno che odiava le arene ed i pollai, e poeta lo era davvero, “Quando non puoi più peccare, ti prodighi a dare buoni consigli”. Di solito non richiesti.