Edoardo Agnelli: ottanta metri di mistero 07.02.2009

Edoardo Agnelli è stato ammazzato, mettendo in scena il suo suicidio.
Giuseppe Puppo nel suo libro, “Ottanta metri di mistero” con la prefazione dell’ex magistrato Ferdinando Imposimato, fa cadere il muro di silenzio sulla strana morte del giovane Agnelli, avvenuta in circostanze discutibili. Sulla Torino-Savona a metà di un viadotto, dove passano otto macchine al minuto, nessuno vede un’auto che si ferma, un signore con un bastone che scavalca la balaustra per lanciarsi nel vuoto. Dopo un volo di 80 metri, il corpo viene trovato sul terreno, con mocassini e bretelle infilati. Il feretro di Edoardo viene seppellito in fretta e furia senza autopsia e senza indagini. Sarà un caso, ma pochi mesi prima, al figlio dell’Avvocato viene chiesto di rinunciare alla sua quota di eredità, in cambio di molti denari e immobili, così come viene in seguito imposto alla sorella Margherita, che ha firmato la stessa rinuncia per poi pentirsi; ormai e fuori dalle aziende, dalla famiglia e dall’affetto dei suoi figli. Aveva sposato un Elkann, aprendo l’asse ereditario ebraico della famiglia. Edoardo si era avvicinato all’Islam, e per questo è stato dipinto come una specie di santone mistico un po’ svitato, dedito all’uso di stupefacenti e seguace di sette religiose. Nulla di più falso, lui era una persona estremamente lucida, un filosofo, uno studioso. Era il precursore del capitalismo etico, aveva previsto quindici anni fa il crollo del capitalismo liberista senza regole e la recessione mondiale. Puppo ha raccolto trenta indizi, ne bastavano tre per fare una prova.