Karol Racz “il pugile”, stop alle telefonate 25.03.2009

Cosa possiamo dire a Karol Racz “il pugile” per scusarci, ora che Il tribunale del riesame lo ha prosciolto, dimostrata la sua totale estraneità alle violenze, entrate nelle nostre cronache con le denominazioni, “stupro della Caffarella” che ha visto protagonista la ragazza 14enne il giorno di S.Valentino, e la violenza sessuale di via Andersen ai danni della 41enne di Primavalle. Era stato trattenuto e incarcerato a furor di popolo, il giudice Guglielmo Muntoni pensava toccasse a lui dare il via al televoto, per sapere chi, il pubblico sovrano avesse voluto fare uscire dalla “Casa circondariale”. Il televoto sarebbe stata l’unica cosa certa, visto che prove non se ne sono trovate, e anche l’analisi del Dna lo scagionava. Il test del Dna inquieta molto e non solo i garantisti, visto che serve all’accusa per incriminare, ma quasi a nulla alla difesa per discolpare. Quale risarcimento si può offrire, oltre all’ospitata a Porta a Porta, con tanto di scorta della polizia, nel salotto di Vespa. Si sono accesi i riflettori sul grande show, e per rendere tutto più eccitante, si adotta lo stesso meccanismo che usano i peones con il toro prima della corrida, dal buio e dal silenzio della gabbia, lo si butta nell’arena sotto la luce accecante. L’ingresso nell’arena per il toro è sempre contro sole, per stordirlo, per vedere l’effetto e studiare la sua reazione. Tutti possiamo assistere al “tercio de muleta” che ci regala il pugile Racz, di professione pasticcere. Questa giustizia, scecherata con questa informazione, producono una melma dal puzzo insopportabile.