Dario Franceschiello rispolvera il suo editto 09.05.2009
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci. In Italia le uniche persone che per arrivare a svolgere il loro mandato di tre anni, passando attraverso le primarie, sono proprio le veline. Solo loro sono selezionate veramente con il voto popolare. Le primarie del PD a cui abbiamo assistito avevano un candidato già designato e investito, Veltroni. Vuolter ha vinto una finta competizione contro una suora, un pesce rosso, un babbuino e Di Pietro. Se vogliamo indicare questo come esempio di democrazia, vuol dire che c’è una parte del paese talmente snob da pensare che noi, popolino, siamo una manica di imbecilli, che mangia di tutto senza distinguere la cioccolata. Il capo dell’opposizione Franceschiello, per difendersi ha trovato solo spade di legno: le primarie e le leggi razziali, e si è visto costretto a rispolverare l’editto che lo ha reso famoso, “Facite Ammuina”. Non potendo battere in nessun modo l’avversario per manifesta inferiorità, tenta l’unica carta possibile per cercare di attirare l’attenzione dell’elettorato che si prepara alle elezioni, il guazzabuglio. Se l’unica opposizione che si riesce a produrre è questa, tanto vale ripubblicare per intero il pensiero del reggente del Partito Democratico: «All’ordine “facite ammuina” tutti chilli che stanno a prora, vann’ a poppa e chill che stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ coppa e chili che stanno ‘ncoppa vann’ abbascio; chi nun tiene nient’a ffa, s’aremeni a ’cca e a ‘lla».