Colaninno zitto, e Alitalia non rulla ma rotola 13.05.2009

La dichiarazione di Colaninno “Io non volo da Malpensa” fatta qualche settimane fa, ha fatto tremare i polsi a coloro che hanno conosciuto le iniziative del ragioniere di Mantova alla guida dell’Olivetti, e che vedono sinistre analogie con il progetto Cai Alitalia. Anche il salvataggio dell’Olivetti dal fallimento, iniziò con modalità simili a quelle vissute pochi mesi fa dalla compagnia aerea italiana. Il mantovano esordì nell’autunno del 1996, ad un’assemblea dei soci Olivetti con una frase tipo: “Per me Ivrea è solo un casello della Milano-Aosta”. Mai profezia fu più azzeccata, oggi la cittadina eporediese è poco più di un casello autostradale, visto come si è conclusa la vicenda della fabbrica di computer. Anche allora fecero una cordata, liquidarono Omnitel e Infostrada, i gioielli della genialità del Canavese, per fare cassa e scalare Telecom. Per capire questa ennesima follia valutiamo i dati a disposizione; parliamo del calo del 40% delle presenze sui voli Alitalia, o dei prezzi delle tratte più frequentate in continuo aumento, nonostante i richiami dell’Antitrust. O forse sarebbe meglio fare due chiacchiere sull’alta velocità che sta facendo concorrenza alla compagnia aerea sul tratto Milano Roma. Trovo incredibile caricare sulle spalle dei contribuenti i debiti della vecchia Alitalia, e poi finanziare con denaro pubblico le ferrovie che gli fanno concorrenza. Che perda soldi una o l’altra, i debiti toccano sempre ai contribuenti. Quando i lavoratori sentono il nome di Colaninno, si toccano, e anche se è ineducato ammetterlo, li capisco.