Il segreDario, a vederlo sembra proprio Cimabue 30.05.2009
Franceschini si aggrappa alla nostalgia. Ai meno giovani non sarà difficile ricordare il carosello del famoso “Uvamaro”, dove il povero Cimabue faceva una cosa e ne sbagliava due. Fra’ Dario non ne azzecca proprio una, riesce a fare la figura del caciottaro, ogni volta che apre bocca. I bookmakers accettano già le scommesse, su chi sarà il prossimo avversario del Cavaliere; Dario è spacciato, è sotto il livello minimo di galleggiamento, limite chiamato Veltroni. Sembrava impossibile fare peggio di Uolter, ma avevamo sottovalutato Franceschini. Una regola aurea della comunicazione, consiglia di non aggredire mai i figli, la mamma e la casa, inteso come luogo di provenienza dell’ avversario, perché è controproducente. Detto, fatto. Senza contare signor segreDario, che quando si hanno dei figli, è buona cosa astenersi dal fare apprezzamenti, perché nella vita non si sa mai. E’ capitato a molte persone poco rispettose, di trovarsi in casa figli drogati e figlie diventate, bassa passamaneria da materasso. Pessima idea, signor segreDario, quella di chiedere pubblicamente alle mamme, se volessero il Premier come padre dei loro figli; perché se fosse un minimo più avveduto, saprebbe che proprio in quella fascia, il suo avversario raccoglie il massimo dei consensi. Non siamo preoccupati dal ruolo di padre del Premier, ma dal ruolo di “dominus” che ha sulla vita pubblica. E poi un minimo di coraggio segreDario, poteva almeno chiedere alle mamme italiane se preferivano lei o lui. Forse è meglio non fare mai la domanda, di cui non si è certi di voler conoscere la risposta.