Yes we can, non era solo una promessa 06.06.2009
Barak Hussein Obama al Cairo, sulla situazione in Medio Oriente ed in particolare sui rapporti con l’Islam, nel discorso che verrà archiviato con il titolo, “Con l’Islam un nuovo inizio”. Si è presentato con queste parole: “Sono grato di questa ospitalità e dell’accoglienza che il popolo egiziano mi ha riservato. Sono altresì orgoglioso di portare con me in questo viaggio le buone intenzioni del popolo americano, e di portarvi il saluto di pace delle comunità musulmane del mio Paese: assalaamu alaykum”.
È riconosciuto unanimemente che questo presidente, aumenti costantemente il suo consenso. Ha offerto un segnale netto di discontinuità, tra la sua azione di governo e quella di chi lo ha preceduto. Gli americani dopo averlo votato, hanno avuto subito chiaro quale fosse la differenza tra le due amministrazioni; cosa sarebbe successo scegliendo una piuttosto che l’altra.
Anzi, la preferenza per Obama è stata una dichiarazione netta del popolo statunitense, di voler cambiare i rapporti con gli altri popoli e ricomporre le fratture con il dialogo, e di volere una gestione interna più attenta al sociale.
In ogni caso una scelta tra due modi diversi di governare. Non viene in mente a nessuno, che quello che manca a noi nel nostro paese è proprio questo, la possibilità di avere due opzioni differenti. La possibilità di scegliere tra due modi di governare, e non dover dare la preferenza ad una faccia per la sua simpatia o per chissà quale profilo morale? Detto in italiano: poter scegliere come essere amministrati, fregandocene di chi sia l’amministratore.