La scossa? Chiedere a Prodi e Veltroni 17.06.2009
Il mondo politico si interroga con aria quasi intimidita. Nei corridoi dei palazzi romani che contano, la domanda che serpeggia è sempre la stessa: “Ma cosa voleva dire D’Alema? cos’è sta’ scossa?” I più sbrigativi la liquidano così: “Ma è quella faccenda dell’Eredità”. “L’eredità politica? e di chi? di Berlinguer?” . “Ma che Berlinguer. Conti, l’Eredità, la scossa, sarà sicuramente a quella che si riferiscono. Hai visto quante belle ragazze?” Ormai il tema politico non può più prescindere dal mondo dello spettacolo e dalle veline, dobbiamo farcene una ragione. Il direttore di Repubblica Ezio Mauro, che di spettacolo se ne intende, doveva sapere mentre compilava le dieci domande con il suo compare di merende D’Avanzo, che per ognuna, avrebbero dovuto pubblicare le quattro possibili risposte. Nei quiz funziona così. Ma ormai il virus della scossa è in circolo, cosa avrà mai voluto dire Baffino, il tenutario di tutte le verità, quello che nell’immaginario collettivo ha preso il posto di Andreotti. Anche lui starà compilando cataste di libretti neri, riempiendo le pagine di confidenze, di fatti segreti e inconfessati, da usare contro i nemici o ancora meglio contro gli amici. Il novello Belzebù della politica italiana, con il suo fare sibillino trova sempre il modo, ogni volta che apre bocca, di combinare qualche danno. Il problema è che normalmente le complicazioni le causa alla sua parte politica; continua a montare complotti il lunedì, che vengono smontati il giovedì. Gli riescono bene solo quelli contro Veltroni e Prodi. Forse loro sono gli unici a sapere cos’è la scossa.