Viva il Gran Mogol dell’Ordine della Mutanda 01.07.2009

Il vero obiettivo del fondatore del’”Ordine della Mutanda” e direttore di giornale, non era quello di informare i suoi lettori di un nuovo scandalo. Ma quello di creare un repertorio di notizie che hanno invaso la rete. Se andate su un motore di ricerca e scrivete “Presidente escort”, vi renderete conto di quale valanga di melma verrà fuori. È un ergastolo mediatico, “fine pena mai”. Quelle parole, vere o false resteranno lì nel tempo. Sapevano da principio che stavano facendo una “porcata”, hanno alimentato per quasi due mesi, una campagna diffamatoria e volgare con il solo scopo di infangare, o ancora più precisamente, sputtanare un presidente e tutto il paese. Oggi hanno raffreddato i toni, non perché lo ha chiesto il Presidente della Repubblica, ma per la comunicazione del magistrato inquirente di Bari, il quale dichiarava che il Premier non era indagato, e non sarebbe nemmeno stato ascoltato come testimone, perché completamente estraneo ai fatti. Senza contare che l’inchiesta di Bari è stata aperta, non per le avventure amorose di qualche escort caliente, ma per una serie di appalti truccati nel campo delle forniture sanitarie. La vera notizia, o il vero scandalo era un nuovo filone di tangentopoli della sanità, ma il Gran Mogol del’Ordine della Mutanda, ha pensato bene di saltare a piè pari la notizia, interpretare il fatto, e presentare il tutto come la nuova Sodoma e Gomorra. Nonostante l’ennesimo nulla di fatto, ottenuto con questo attacco, i compagni di merende dell’Ordine della Mutanda, si consolano con il loro album delle figurine: la biancheria intima di Postal Market.