Lettera di incondizionato affetto a Concita De Gregorio 05.09.2009

Parto da una citazione del giornalista argentino Horacio Verbitsky: “Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto”. Credo che anche Lei Direttore, sia d’accordo con questa ovvietà, che sembra calzare a pennello con i fatti che stanno occupando le pagine di tutti i giornali in questa ultima stagione. A prima vista sembra giustificare il suo operato, ma non è così, Verbitsky si riferisce ai fatti e alle notizie, non alle illazioni o alle insinuazioni su cui si è costruito il castello di parolicchie. In questi quintali di carta sprecata, le notizie sono: la presenza ad una festa di compleanno della diciottenne figlia di un suo amico, e la certezza di una certa vivacità sessuale del Premeir. Punto. Questi sono i fatti. Ora, io prego Berlusconi o chi per lui, di non procedere legalmente nei confronti del suo giornale e di nessun altro, e firmerò l’appello per la libertà di stampa; ma vorrei che Lei si rendesse conto che la libertà di stampa non coincide con la libertà di raccontare quel razzo che si vuole, a seconda delle proprie simpatie politiche. Non segua i Cavalieri della Mutanda, loro il giornale non lo fanno per i lettori, lo fanno per lo “svizzero”, che quando si stuferà di sganciare soldi, se ne andrà e li lascerà in mutande, appunto. Spero che il Primo Ministro non scada nel giustizialismo tipo Di Pietro, che è passato dal medioevo al decadentismo, senza essere mai passato per la civilizzazione. In breve il dipietrismo.