Con Michele Placido per tutta la vita. 12.09.2009
Lo sfogo a cui si è abbandonato il regista attore, durante la conferenza stampa in occasione della presentazione del suo film “68”, al Festival del cinema di Venezia, rappresenta in modo chiaro la situazione in cui stagna il mondo della comunicazione italiana e globale. Placido presenta una pellicola che racconta in modo autobiografico, il periodo della rivoluzione culturale degli anni 60-70, e lo fa in modo critico nei confronti dello schieramento di maggioranza politica che guida oggi il paese. Guarda caso, chi governa questo paese è anche proprietario, attraverso le sue società della casa di produzione Medusa, che ha finanziato l’opera cinematografica. Il regista ha fatto uno spot al Premier involontariamente, garantendo che nessuno si è mai permesso di modificare una sola battuta della sua pellicola. Anzi, lui nemmeno sa chi è Berlusconi, non lo ha mai incontrato e tantomeno votato. Resta inteso che le sue società, in modo professionale hanno svolto il loro compito di produttori, senza mai interferire sui contenuti o sul copione. E’ notorio che l’attore ha tra le sue capacità proprio quella della sintesi e della semplificazione, il suo sfogo intende chiarire di fatto che ognuno fa il suo mestiere; il produttore, l’autore, il regista e l’attore. Solo chi vuole vederci il marcio o chi ha il difetto ragiona con il sospetto, e pensa che un produttore che investe il proprio denaro, voglia il controllo sul messaggio del film. È esattamente quello che cerca di spiegare chi si occupa di informazione stampa e Tv. Placido è stato solo molto più chiaro.