Rilevazioni Auditel. Solo dalle 20 alle 23:30 30.09.2009
Dopo aver visto Videocracy di Erik Gandini, Franceschini ha sparato la sua ovvietà ben confezionata, come sempre inattuabile. Mi riferisco alle dichiarazioni fatte dal segretario a proposito dell’Auditel. Lui l’illuminato, ne propone l’abolizione, e molti altri rinforzano il concetto facendo leva sul principio della libertà intellettuale, oppressa dalla corsa all’ascolto. Una visione meno utopistica permetterebbe di non demolire uno strumento utile a chi vende pubblicità. L’Auditel è una società nata nel 1984, per raccogliere i dati sull’ascolto televisivo italiano. I risultati sono diventati in breve, il termometro che misura il successo o l’insuccesso delle trasmissioni, esclusivamente in base al numero degli spettatori, senza mai badare alla qualità. Io mi accontenterei di limitare o confinare, in un periodo specifico della giornata, la raccolta dei dati d’ascolto, un Prime Time allargato dalle 20 alle 23:30, che corrisponde alla fascia più desiderata dagli sponsor. Il resto del tempo lo si potrebbe uniformare e dedicare a trasmissioni che non devono sottostare alle rilevazioni, per curare finalmente la qualità dei contenuti. Sarebbe una buona occasione per vedere nuovi personaggi, nuovi spettacoli, dedicati ad argomenti che non si vedono da tempo. Oggi anche solo la presentazione di un libro, all’interno di un telegiornale viene confinata in momenti periferici, per paura che i manovratori del telecomando cambino canale. Per poter tornare a proporre con tranquillità dei contenuti migliori, si deve togliere al più presto il ricatto dell’ascolto.