Giulio è diventato comunista ma non sa come dirlo 21.10.2009

Tremonti in assenza di una sinistra sociale, capace di fare opposizione a favore dei lavoratori, decide lui di opporsi a se stesso. Mi perdoni signor Ministro, ma se lei chiede di essere eletto per svolgere un compito, e dopo diciotto mesi viene a raccontarci che si era sbagliato, non dico che deve rimettere il suo mandato al presidente del consiglio, visto che in questo paese ci si dimette soltanto dopo morti, ma almeno chiedere scusa, fare pubblica ammenda, andare in parlamento e dire lì : “mi sono sbagliato, da domani si farà cosi ecc…”. Dare il via al nuovo corso, dopo aver sostenuto ideologicamente e con tanto di leggi, la necessità di avere un mondo del lavoro flessibile. Dopo aver inseguito il modello americano, non solo vira, ma addirittura effettua una strambata. Quel che diceva quando ha chiesto i voti ed è stato eletto non vale più, che non farà le cose che aveva promesso in campagna elettorale, giuste o sbagliate che fossero, che non è più il momento di aumentare la produzione, creare posti di lavoro con l’aiuto del mercato, che con la spinta della flessibilità doveva generare occupazione? E tutti quei “coglioni”, per usare un termine caro a chi quei voti se li è presi, che hanno creduto che quella di Giulietto nostro, fosse una buona soluzione, che gli vogliamo dire? Diciotto mesi fa il valore era la mobilità, la flessibilità per lavorare tutti e adesso? La mobilità non è un valore, anzi per poter costruire un futuro i giovani e non solo, hanno bisogno del lavoro sicuro? Bene, lo ha detto al Premier che è diventato comunista?