Si scrive Tartaglia si legge Di Pietro

Il gesto che ha colpito il Premier a Milano sancisce la fine della politica. Siamo entrati in un periodo prebellico, dove i diversi schieramenti stanno posizionando i carri armati e tutte le loro forze, per sferrare l’attacco definitivo. Credo che sarà una battaglia che non lascerà prigionieri. Si vedrà chi bleffa e chi le forze le ha realmente. Non sarà sfuggito ai più che il vero mandante, colui che ha armato la mano del folle Tartaglia, sia stato l’on. Di Pietro con il suo comportamento inqualificabile. Il compito di un politico è quello di coinvolgere i cittadini che si riconoscono nel suo pensiero, e hanno scelto di seguire i suoi gesti e le sue parole. L’attentatore di Cesano Boscone ha eseguito con la sua mano, quello che Di Pietro e i suoi sgherri minacciavano da tempo. Adriano Sofri è stato riconosciuto colpevole come mandante di un omicidio per molto meno. Questo stato di guerra permanente, è da attribuire alle vlontà scellerate di Walter Veltroni. È stato lui a scegliere l’Idv come alleato principale, e dargli il peso politico che mai e poi mai avrebbe avuto. Grazie per l’eredità. Sono curioso di vedere come farà Santoro a dimostrare che è stato Berlusconi ad andare volontariamente con la sua faccia, a sbattere contro un souvenir che volava democraticamente nella piazza. Una premeditazione che gli è servita per impietosire i suoi detrattori. In questa mattanza mediatica poteva mancare Travaglio? Questa volta concordo con lui, uno può odiare e deve essere libero di desiderare la dipartita di chiunque. I suoi cari accolgano le mie condoglianze.