Di Pietro, l’uomo senza passato

Le persone non si dividono tra colpevoli e innocenti. Ma tra colpevoli e coloro che non riescono ad esserlo o diventarlo. E’ questa l’oscura immagine che salta agli occhi. Tra tutti, gli esseri umani peggiori sono quelli che non avendo le capacità per diventare colpevoli, si travestono da duri e puri. Chi si presenta con una facciata anteriore troppo bianca, spesso ha un didietro da nascondere. Nel giorno delle celebrazioni per il decennale dalla scomparsa di Bettino Craxi, ci si aspetta che amici ed avversari si tolgano il cappello e nel rispetto che si deve ad una persona che non c’è più, cerchino di commemorare quel che di buono questa persona ha fatto per se e per gli altri. Poi si chiude il cerchio e si consegna tutto alla memoria storica. Se non si vuole fare questo, si dimostra che non si è ancora riusciti ad elaborare quello che è accaduto. Il leader socialista ha dei punti del proprio percorso che sono poco nobili, ma non sono nascosti, sono chiari, visibili e giudicabili. Non può dire la stessa cosa il suo grande accusatore, l’ex p.m. Antonio Di Pietro, l’uomo senza passato. Di questo signore non si conoscono compagni di scuola, nessuno ha fatto il servizio militare con lui, nessun compagno di quando era in polizia, non ha colleghi di lavoro, non si trovano amici d’infanzia, nulla. I pochi che hanno raccontato qualche piccolo fatto che riguarda il passato del tribuno dell’Ivd, inserito nelle biografie, poco dopo mandano smentite e si ritirano in buon ordine. Ma perché, chi è questo signore, da dove viene, e cosa nasconde? Zio Giulio dice, a pensar male…