Veltroni l’highlander. Ne resterà solo uno

Sarà anche vero che a sinistra danno le dimissioni, ma poi in un modo o nell’altro ritornano sempre. Dei bolliti non c’è verso di liberarsi. Al neo segretario Bersani, non si concede nemmeno il tempo di preparare la sua prima campagna elettorale, e perdere le elezioni, che già si inizia a scavare attorno ai pilastri delle fondamenta della sua leadership. Tanto per portarsi avanti con il lavoro, per non farlo implodere tutto in un colpo, che fa disordinato. Stanno litigando per far valere il diritto a cavalcare un cavallo, che ormai è morto di noia, di tristezza e di desolazione. Il Vuolter Brancaleone per tornare alla ribalta, ha deciso di creare la sua associazione personale, “Fondazione Democratica”. Per fortuna, troppa gente non dormiva più di notte, sentiva la mancanza del nuovo colpo di genio di Veltroni. Alcuni suoi ex colleghi di partito, quelli che lo avevano criticato severamente durante la sua gestione, avevano mal digerito le sue dimissioni, sostenendo a ragione condivisa, che non si deve mai lasciare un lavoro a metà. Deve essersene convinto pure lui, e come una scimmia non vedente dentro una cristalleria, è tornato per finire il lavoro. Nelle puntate precedenti aveva trasformato una coalizione che contava sul 44% dei voti in un partito da 24%, e aveva preso a calci nei reni l’amministrazione della capitale. Tutto questo prima di aver sotterrato Prodi, senza nemmeno aspettarne la fine naturale. Niente male come stratega, un vero highlander, ne resterà solo uno. In questo caso ci aveva anche preso, solo che quello rimasto non era lui.