Per chi ama repubblicanamente Bocca
Che tristezza lo spettacolo della decadenza senile, vedere un vecchio onorato scrittore ormai depotenziato come Giorgio Bocca, che mal nasconde i suoi problemi di salute. Eppure è lo stesso che vigorosamente scriveva le odi a Mussolini, per poi rinnegarlo, nonostante avesse fatto parte attiva del Gruppo Universitario Fascista. Presenta di se lo spettacolo più bieco e clinicamente scaduto come un vasetto di yoghurt. Sarebbe meglio per quelli come me, che hanno ammirato il suo graffio di penna, tenerlo custodito nel ricordo. In questo paese è giunto il momento di chiudere con questa gente che viene da un passato che non esiste più; Bocca nel 1975 scrisse e sostenne con tutta la sua forza che le brigate rosse non esistevano. Il bene delle persone che vivranno domani, non dipende dalle memorie poco attendibili di un Bocca ormai sotto spirito, che quando interpellato sembra subire la violenza, che viene fatta a coloro che non sono più padroni del presente. Per la sua gloria si sarebbe dovuto congedare vent’anni fa, quando finì la sua epoca. Ora avrebbe di sicuro un posto nella storia del giornalismo di questo paese. Resto scettico anche quando sembra che vada cercando nelle segrete della sua memoria, pur riconoscendogli e invidiandogli una capacità che ha avuto, e che molti come me non avranno mai. Il fatto che non creda sia la visione giusta quella che il vecchio scrittore racconta, non vuol dire che io non subisca il fascino del suo passato, che ammiro molto. Ma è proprio questo il punto, non macchi un ricordo splendente con un presente così scuro.