Bigazzi, per un gatto ne fanno carne di porco

Sospeso Bigazzi dalla “prova del cuoco”, per aver consigliato una ricetta il cui ingrediente principale è il gatto. La maggior parte degli spettatori si chiede come abbia fatto ad entrarci nel cast, ma a parte questo non sembra che il gran commis della trasmissione culinaria, abbia commesso uno spergiuro. Appartiene alla cultura del piatto povero, che ha trovato la sua maggior diffusione nel dopoguerra, ed è rimasto nel gergo proverbiale di questo variegato paese: “vicentini magnagati”. Questo appellativo viene fatto risalire addirittura al 1600, dopo una pestilenza ed una invasione di topi. Dalla vicina Venezia fu inviato un esercito di gatti per derattizzare Vicenza. Questo risolse il problema dei sorci, ma fece salire enormemente la popolazione felina. Passato il pericolo e vista l’abbondanza di animali, qualche cuoco avrà interpretato più di una ricetta con questo elemento. Se le associazioni animaliste per una volta fossero più umaniste e tolleranti, senza scagliarsi contro chi mostra meno sensibilità verso i diritti dei gatti e cani tristi, e apprezzassero chi mostra sensibilità verso i suoi simili, sarebbe meglio. Non voglio offendere l’emotività degli amici dei gatti, ma chiedo solo un po’ di misura, non entriamo a gamba tesa contro chiunque dica una frase infelice, marchiandolo a fuoco e cancellandolo anche dall’elenco del telefono, è troppo. Ieri seguivo alla radio un veterinario di Bari che diceva orgoglioso: “Ho in casa trenta gatti”, alla domanda:”Quanti figli ha lei?” con altrettanto orgoglio ha risposto:”Io non ho figli”. Ecco, appunto.