Di Pietro confessa, sono chiacchiere giornalistiche
Siamo alle solite, l’insinuazione continua e ripetuta viene usata per creare un precedente. Il precedente diventa il veicolo del fatto. Per completare il pacco e contro pacco, ci mettiamo l’intercettazione che non c’è. Il Fatto quotidiano, che non è il giornale fondato da Muccioli, racconta di fantomatiche intercettazioni, avute inseguendo cravattari e finte carte di credito, che tanto per cambiare finiscono a Berlusconi. Di questo scoop da tre palle per un soldo, dopo le elezioni non se ne parlerà più. Almeno Repubblica, quando ha sparato in prima pagina le intercettazioni, qualche stralcio lo ha messo. Questi no, non essendoci il doveroso e necessario avviso di garanzia, quando si apre un fascicolo e un’indagine, il prestidigitatori del Fatto, mandano un avviso di intercettazione. Visto che siamo in un periodo di quaresima anche mediatica, su questa finta minchionata, ci si sono buttati a pesce in tanti, increduli di poter riempire a gratis e senza rischio, la pagina politica con le frescacce di qualcun altro. Al Mentana Condicio, Di Pietro che è un grezzo estremista, ma non è un fesso, nell’introdurre l’argomento intercettazioni della Guardia di Finanza di Trani, premette che è una chiacchiera giornalistica, senza riscontro oggettivo, e senza rilevanza penale accertata. Nonostante questo non perde l’occasione per lanciare il suo secchio di sterco quotidiano, addosso a quello che è anche il suo Primo Ministro. Per dirla alla Rutelli, questo Di Pietro è un’assicurazione di lunga vita per Berlusconi, e sarà la dolce morte del Partito Democratico.