Il Nord sale sul Carroccio dei vincitori.

Ora che le bocce si sono fermate, possiamo contare i punti. Mercedes Bresso a caldo nella serata dei conteggi elettorali, sfodera la dichiarazione rivelatrice del suo profilo politico: “Beppe Grillo è un cialtrone”. Secondo un modo di ragionare che ha portato la classe dirigente del centrosinistra al disastro: “chi non è con noi è un deficiente”. Per giustificare questa tornata non si accettano scuse banali, come il bel tempo, il mare, il ponte e le vacanze. Siamo seri, la perdita della regione Piemonte non può essere imputata a Beppe Grillo. Questa è la preferenza di chi pensava di non avere scelta, ed ha espresso chiaramente il suo disappunto sia per uno schieramento che per l’altro. Inutile cercare di mettere una casacca addosso ai “grillini”, se non avessero dato la preferenza al movimento Cinque Stelle, non avrebbero votato. Tanto per non perdere il vizio, la signora Bresso non è stata in grado di misurare gli umori dell’elettorato, ed ha sbagliato anche questa valutazione. Chiedere il riconteggio poi, è una reazione che provoca solo una grande tristezza. Il voto è un verdetto, il risultato della battaglia politica, che in quest’ultima campagna elettorale è stata impostata sul giustizialismo plastificato di Di Pietro e De Magistris. Si deve ammettere che come strategia non solo è stata perdente, ma oserei definirla disastrosa. I risultati dimostrano che affidare l’opposizione al governo Berlusconi, alla magistratura non ha reso, e in più, in tutte le elezioni che i Democratici hanno affrontato al fianco di Di Pietro e dell’Idv, ne sono usciti sempre sconfitti. Due sono i casi, o è sbagliata l’alleanza, o è Di Pietro che porta sfiga. Per quella che in gergo politichese si chiama “portata elettorale”, la vittoria delle destre è addirittura sconcertante. Per quanto si cerchi di addolcire e mitigare, il dato è impresso a fuoco. Il Nord, la testa produttiva del paese è governato interamente da Pdl e Lega, il Lazio, il centro politico più importante del paese in è mano alla destra della Polverini. Tralascio la Campania che è una vittoria suggestiva ma non strategica, e la Calabria che reputo solamente accessoria o numerica. A sinistra è iniziata la caccia al colpevole. Segno evidente che anche da questa botta non impareranno nulla.