Fini e Berlusconi: “Lui è peggio di me”


Chi ricorda il fortunato film “Lui è peggio di me” con Adriano Celentano e Renato Pozzetto, nella scena della separazione, dove Celentano cercava di spingere Pozzetto fuori dalla casa che condividevano, per restare da solo con la fidanzata di cui si era innamorato. Mentre lo spingeva fuori continuava a ripetergli “Dai resta, non andartene, sai che mi fa piacere se resti”. Pozzetto mentre resisteva e cercava di non farsi buttare fuori gli rispondeva, “No, meglio che vada, per te sarà meglio così”. Leggendo i giornali e le agenzie, mi è sembrato di rivedere quella indovinata scena cinematografica. Ieri il presidente della camera, per dare un alone di veridicità alla messa in scena, ha riunito i 75 probabili dissidenti, per stilare un documento che decide di non decidere. Subito controfirmato da tutti, con l’assicurazione che nessuno avrebbe perso nessuna delle prebende e sinecure, garantite. Ma chi sono i dissidenti, che come carbonari si sono riuniti al fermo di giornalisti ed estranei tutti? Alcuni sono riconoscibili: Baldassarri, Siliquini, Menia, Barbareschi, Tremaglia, Granata, Napoli, Bocchino, Ronchi, Paglia e Urso. Molti di questi temono di irritare il Monarca, che potrebbe decidere di non ricandidarli alle prossime elezioni. Per questo hanno a turno insultato in malo modo l’On. Bocchino, reo di non aver capito nulla della sceneggiata che si stava apparecchiando, e di aver esagerato durante una trasmissione televisiva. Se servirà un capro espiatorio tutti punteranno il dito verso Bocchino, l’unico ad avere la faccia da colpevole, diciamo così.