Lettera ad un partito mai nato

Gianfranco cerca di capire, teniamo famiglia. Ignazio, Maurizio, Gianni e i vecchi colonnelli, amici di tante battaglie con l’Msi e poi An, questa volta non si schierano. È passato il fuoco delle utopie di gioventù. Ci siamo abituati alle auto blu, ai palazzi signorili, ai pranzi di rappresentanza e alle vacanze Vip. È difficile tornare ai patemi dei “senzadanè”, quando a casa o in ufficio, si sperava che la luce o il telefono funzionassero, perché eravamo sempre in ritardo con i pagamenti delle bollette. No, Gianfranco è dura tornare a quei periodi; molti di noi perderebbero la bellissima moglie o compagna, che si è guadagnato con tanta fatica. Non starebbero con noi, se tornassimo ad essere quei mezzi ciarlatani affabulatori che siamo stati. Gianfry, tu sei giusto, rappresenti ancora oggi quegli ideali duri e puri, per cui abbiamo tanto combattuto. Hai ragione su tutta la linea, ci dovrebbe essere più dialogo nel partito, e dovremmo lottare per le riforme. Con te al fianco ci siamo sentiti dei veri paladini, dei guerrieri disposti a lottare per i diritti di tutti. Bello pensare che ti abbiamo sempre seguito “senza se, e senza ma” contro chiunque. Ma oggi abbiamo un’età, le nostre signore si sono abituate a Mercedes e Bmw, al tenore di vita che Silvio ci garantisce. Forse è arrivato il momento di scegliere, tra la gloria, e la comodità della vita borghese. Tu ci capirai Gianfranco, dovremmo passare all’opposizione in casa, che è peggio di quella in parlamento. Sai, con Bersani e Di Pietro non ci si va a dormire, con le mogli si. Tuoi ex fedelissimi.