martedì 20 aprile 2010

ENZO RUSSO
NIENTE PER CUI MORIRE

All’inizio è quasi un gioco. Tre alti funzionari di polizia indagano in segreto dopo aver scoperto che un loro antico informatore, sparito nel nulla da oltre vent’anni, è ricomparso a Palermo per poi essere subito misteriosamente ucciso. Ma il gioco si fa ben presto inquietante. L’uomo, infatti, era stato protetto e foraggiato grazie a uno speciale programma di protezione del tutto spropositato per un pesce piccolissimo come lui. I tre amici si accorgono di essere finiti in un labirinto e che le loro mosse sono state seguite fin dall’inizio. I primi due vengono indotti a ritirarsi, il terzo chiede aiuto a un antico maestro, ora membro dei Servizi. E da quell’uomo anziano e moribondo apprende una verità sconvolgente: negli anni Ottanta, con un’operazione tanto abile quanto fortunata, i servizi si erano infiltrati in Cosa nostra e l’avevano persuasa ad aprire la stagione delle grandi stragi, figurandosi un contrattacco dello Stato e dell’opinione pubblica, decisivo per distruggere la grande nomenklatura mafiosa. Sacrificare alcuni uomini eccellenti dello Stato per riportare una grande vittoria. Come in effetti è avvenuto.

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