Mediapolis: fermo per ricatti degli ambientalisti e falsa morale.
Ai tempi dell’Impero Romano presso Eporedia, avveniva l’ultimo cambio di cavalli prima della salita verso Aosta. Quella cittadina oggi si chiama Ivrea. Al confine della città, nel comune di Albiano si estende una pianura di circa 600 mila mq, buoni per il progetto Mediapolis, il parco divertimenti che nei piani degli amministratori locali dovrebbe ravvivare l’avvilita situazione economica dell’intero territorio. Il piano prevede l’utilizzo di soli 36 mila mq di questa area per la zona commerciale, e 25 mila per il parco divertimenti. Attorno a questi, 150 mila mq di parco giardino al fine di rendere il nuovo impianto piacevole e perfettamente integrato. È previsto l’impiego di 1300 addetti assunti direttamente, più un indotto fatto di maestranze, negozianti, artigiani e albergatori. Il Consiglio di Stato ha dichiarato legittime le richieste di “Mediapolis Spa”, e dato esito positivo alla Valutazione d’Impatto Ambientale (Via), bocciando definitivamente tutte le iniziative di disturbo legale, intentate dagli ambientalisti. Ai margini di questo terreno, l’ultimo regalo di “Mamma Olivetti”, si erge la collina da cui domina il castello di Masino, dimora del primo Re d’Italia. Oltre agli ambientalisti da 30 denari, al nuovo progetto si oppongono anche i proprietari del castello, quelli del fondo privato del Fai, ambientalisti di alto rango, che lo hanno acquistato e ristrutturato, per aprirlo al pubblico, con visite guidate che possono arrivare a costare 150 euro. Il parco, e alcuni locali vengono anche concessi per cerimonie e banchetti, non certo a prezzi popolari. Da lassù si vede anche la piana di Scarmagno, dove da sempre si trovano altre migliaia di metri quadri di capannoni, che una volta ospitavano la fabbrica di computer, “