lunedì 17 maggio 2010

DOPO DI LUI IL DILUVIO

“I post-italiani, paria senza alcun potere (se non quello di votare...), ignoranti, disinformati o informati ad arte sempre pro o contro uno dei due fronti e mai pro veritate.”
“Tutto cola nel medesimo recipiente in un Paese senza più classi: c’è chi ha i soldi e chi non li ha. Stop.”
“La Prima Repubblica ha la colpa di aver costruito un ceto medio che non ha neppure la consapevolezza di essere borghesia.”
Federico Zeri
“La catena si è spezzata. Spesso per i giovani è meglio non avere esempi se sono quelli che sappiamo e cominciare da capo, senza radici e senza bussola”.
“Come fatturato quella dei giochi d’azzardo è la terza industria in Italia dopo Eni e Fiat.”
Fonte Mediobanca, ottobre 2008
“Berlusconi governa un Paese fondato sul conflitto di interessi, sarebbe impensabile che la casta/cupola/cosca ‘si suicidasse’ autoregolandosi e facendo i propri disinteressi. Non si dà in natura...”
“Forza con il Malcalcio quasi tutti i giorni in tv, primario pensiero unico e unico linguaggio nel Paese dell’analfabetismo di ritorno che invade, pervade e occupa
la maggior parte di post-italiani, tifosi di una squadra come hanno imparato a tifare per un partito, che sia dell’odio, dell’amore o dell’invidia poco importa.”

DOPO DI LUI IL DILUVIO

“Noi fummo i Gattopardi, i Leoni, quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra…” scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e dalla parafrasi dell’immortale GATTOPARDO, nella quale gli “sciacalli” sono coloro che ridono al telefono del terremoto dell’Aquila, parte Oliviero Beha per una ricognizione tra le macerie materiali e immateriali del Paese. A cinque anni dall’uscita del suo pamphlet CRESCETE & PROSTITUITEVI, preso alla lettera fino in fondo dalla classe dirigente di ieri e di oggi, l’autore si domanda che cosa succederà quando sarà finita la stagione di Berlusconi, se davvero “dopo di Lui” ci sarà “il diluvio”. Perché Berlusconi è il prototipo di quel “berlusconismo”che ha attecchito a destra e a sinistra. Per arrivare a concludere che non siamo più una “democrazia”, che tira aria da “Weimar” sia pure “all’amatriciana”, che ogni giorno che passa è peggio e il risveglio del Paese si allontana. Ma non è detto, ci sono albori all’orizzonte…
Oliviero Beha, giornalista di carta stampata, radio e tv, è nato a Firenze nel 1949, si è laureato in Italia in Lettere (Storia medievale) e in Spagna in Filosofia (Storia d’America). Inizia a fare il giornalista con «Tuttosport» e «Paese Sera». Dal 1976 al 1985 è a «la Repubblica», come inviato, dove si occupa di sport e società, con inchieste in molte parti del mondo. Editorialista e commentatore anche politico per «la Rinascita», «Il Messaggero» e «Il Mattino» (e successivamente per «L’Indipendente»), nel 1987 dà inizio alla sua attività televisiva con Andrea Barbato conducendo Va’ pensiero. Nel 1991 progetta e realizza Un terno al lotto, il primo programma televisivo dove domanda e offerta di lavoro potevano incontrarsi. Nell’aprile 1992 dà vita a Radio Zorro, che poi si fonde con lo storico 3131. Radio Zorro 3131 diventa il caso radiofonico dell’anno: oltre centomila richieste di intervento piovono in redazione da tutta Italia. Dal novembre ’95 al giugno ’96 Beha conduce anche una versione televisiva del suo programma (Video Zorro). La censura lo tiene lontano dalla Rai governata dal centrosinistra per due anni. Dal settembre 1998 è di nuovo ai microfoni di Radiorai con Radioacolori in onda tutti i giorni, fino a quando – nel giugno 2004 – la tanto seguita trasmissione radiofonica viene improvvisamente soppressa. La Rai è governata dal centrodestra. Comincia un lungo periodo di esclusione e di mobbing, sia in tv che in radio, favorito da qualunque versante politico con il concorso del mondo dell’informazione cui Beha in trent’anni non ha risparmiato dure critiche.
È anche autore di testi teatrali rappresentati, di numerosi saggi e di raccolte di poesie. Ha vinto nel 2001 il prestigioso premio Guidarello per il giornalismo d’autore per la radiofonia.
In questi anni pubblica il suo primo romanzo, Sono stato io (Marco Tropea Editore, tre edizioni), in libreria nel 2004. L’anno dopo esce con i saggi Crescete & prostituitevi (Rizzoli Bur) e Trilogia della censura (Avagliano Editore). Nel 2006 è la volta di Diario di uno spaventapasseri (Marco Tropea Editore) e Indagine sul calcio (Rizzoli Bur, con Andrea Di Caro). Nel 2007 pubblica con Chiarelettere Italiopoli. E nel 2008 Il Paziente italiano (Avagliano Editore), cui seguono nel 2009 I nuovi mostri (Chiarelettere) e il romanzo Eros Terminal (Garzanti). È editorialista de “il Fatto Quotidiano” fin dalla sua fondazione (2009) e dal gennaio 2010 conduce su Rai Tre la trasmissione Brontolo.

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