Il Presidente degli Usa contro la macchia nera
Secondo un sondaggio sull’operato del Presidente americano, il fotomodello che abita al numero 1600 di Pennsylvania Avenue, ha toccato il punto più basso del gradimento presso i suoi ex elettori. Alla prima prova seria, Barack Obama ha dimostrato tutta la sua incapacità ed inesperienza, nel guidare il paese più importante del mondo. Chiudere una tubatura petrolifera a grande profondità in mare aperto non è certo agevole, ma non sarà più complicato di dover affrontare una serie di conflitti in più territori, in un panorama diplomatico generalmente ostile. Non paragoniamo poi la vicenda del Golfo del Messico con qualche emergenza nostrana; un governo normalmente efficiente, dopo 24 h ed un tentativo, prende le squadre di pronto intervento della società responsabile del disastro e le allontana in tempo zero. Incarica l’esercito o l’equivalente della protezione civile, o qualunque altra organizzazione presente sul pianeta, e interrompe prima di subito la catastrofe ambientale. Lui no, cincischia, prende tempo e non decide, non opera e non risolve. Mostra di avere solo una solida attitudine per la parte più glamour e scenografica del suo mandato, ed è imbarazzante agli occhi dei suoi cittadini, il fatto che mentre il disastro assume i toni del cataclisma, lui stia nel salone delle feste a premiare i cantanti. Come soluzione per il disastro ambientale ora pensa ad un regista hollywoodiano. Come se dopo il terremoto in Abruzzo, noi avessimo mandato ad organizzare i soccorsi gli architetti di “Amici Miei” o Boldi e De Sica, di nuovo insieme per voler della patria.