Luttazzi, epurato solo perché copiava
«Non mi divertirei a dire battute scritte da un altro». Questo dichiarava il truffaldino Daniele Luttazzi. Per anni ha fatto il fenomeno controcorrente, l’uomo che non conosce schemi. Per questo risultava inviso a chi doveva in qualche modo gestirlo. Il blog “My Voice”da due anni raccoglie battute da lui copiate. Incredibile il fatto che non consegnasse mai il testo dei suoi interventi comici, perché a suo dire erano frutto di improvvisazione. Io navigo a vista diceva, scrivo un testo guida e poi invento satira, istante per istante. Se i direttori dei programmi lo avessero saputo, potevano dare una sbirciatina in rete e il testo in lingua originale era già disponibile. Controllate voi, l’indirizzo è: http://www.pressante.com/attualita-e-societa/satira/1670-il-meglio-non-e-di, dura quaranta minuti e si intitola il meglio (NON è) di Daniele Luttazzi. Documenta come il comico abbia attinto a piene mani, nei suoi spettacoli teatrali, libri e show televisivi, dal repertorio di alcuni grandi nomi della stand-up comedy. Personaggi popolarissimi nel mondo anglosassone ma in Italia ancora sconosciuti ai più, come George Carlin, Bill Hicks, Chris Rock, Eddie Izzard o Robert Schimmel. Se gli eredi dei veri artisti come George Carlin, Bill Hicks, fossero a conoscenza dell’esistenza di un pupazzo parlante di nome Luttazzi, sicuramente lo denuncerebbero per furto. Si furto, non plagio. Luttazzi deve aver equivocato la traduzione del termine copyright, che letteralmente significa diritto di copia, l’ha tradotto con diritto di copiare. Un meschinetto d’autore.