mercoledì 4 agosto 2010

IL PATTO

di Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci

PREFAZIONE di Marco Travaglio

A un certo punto del loro racconto, Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci buttano lì una frase che è la chiave del libro:
«Sarà un caso, ma dal 1994 in Italia non si è più verificata una strage».
Dalla Prefazione di Marco Travaglio
«Mi chiamo Luigi Ilardo, mi chiamo Luigi Ilardo, mi chiamo Luigi Ilardo.»
Gli succede sempre più spesso di ripetere il proprio nome fino a storpiarne il senso e il suono.
Lo ripeterà altre cento volte, tutte le volte che sarà necessario:
davanti ai carabinieri, ai giudici che lo interrogheranno, in un’aula di tribunale, a chiunque glielo chiederà.
Di lì a poco però, per molto tempo, forse per sempre, nel trantran quotidiano, fra la gente
e perfino a un controllo di polizia, quel nome, il suo nome, non lo potrà più fare.
Eppure tutto è iniziato da là, da quel «Mi chiamo Luigi Ilardo», cui è seguito un lungo racconto che continua così:
«Sono arrivato a prendere il mondo nelle mani il giorno in cui fui fatto uomo d’onore...».

– Per caso l’uomo dell’entourage di Berlusconi di cui mi parlavi è Dell’Utri?
– Colonnello, ma se lei le cose le capisce, che me le chiede a fare?

Colloquio tra Michele Riccio e Luigi Ilardo, estate 1995.
– Quanti sono gli italiani mafiosi?
Noi non vogliamo che un centinaio di persone diano un’immagine negativa dell’Italia nel mondo.
Silvio Berlusconi, 14 ottobre 1994.
– Ha ragione il presidente Berlusconi. Queste cose sono invenzioni che discreditano l’Italia e la nostra bella Sicilia.
Totò Riina, dall’aula di Giustizia di Reggio Calabria, 20 ottobre 1994.
“Forse riesco a risolvere le mie cose, si è aperta una strada importante.
Sono stato incaricato da persone altolocate di trattare con alcuni personaggi dell’altra sponda per evitare che questa sia una mattanza.”
Vito Ciancimino al figlio Giovanni, avvocato, in una conversazione privata rivelata
da Giovanni Ciancimino ai magistrati di Palermo nel settembre 2009 e datata
dallo stesso Giovanni Ciancimino in un periodo successivo alla strage di Capaci ma precedente a via D’Amelio.

Prefazione di Marco Travaglio XIII

Prima parte: L’infiltrato
Carissimo zio, 9 - Quello che viene prima, 17 - La prima telefonata,
29 - Il contesto, 34 - Il lavoro di un infiltrato, 40 - Il carteggio con Provenzano,
52 - L’incontro con Provenzano, 60 – Il mancato arresto, 65

Seconda parte: Il covo di Stato
Operazione Belva, 77 - I misteri del covo, 92

Terza parte: La trattativa
Nel salotto di Vito Ciancimino, 103 - Borsellino sapeva?, 117 -
La versione di don Vito e il mistero dell’agenda rossa, 127 –
Una trattativa, due punti di vista, 134 - Paolo Bellini, la primula nera,
143 - Quattro bombe per un dialogo, 150 - L’effetto della trattativa, 156
- Le mosse di don Vito, 165

Quarta parte: Il patto
Traghettamenti: dalla Prima alla Seconda repubblica, 181 -
Fuori i nomi, 195 - Marcello Dell’Utri. Il «compaesano», 202 -
Ego te absolvo, 218 - Le leggi per i «bravi ragazzi», 226

Quinta parte: Facce da mostro
Cosa nostra, i servizi segreti, le stragi, 233 - Faccia da mostro,
251 - Delitti eccellenti, 259 - Il golpe di Capaci, 268 - Via
D’Amelio, fantasmi e bugie, 278

Sesta parte: Morte di un infiltrato
La fine di Luigi Ilardo, 287 - Quello che viene dopo, 305
Fonti e documentazione 327
Fonti bibliografiche 329


Nicola Biondo, giornalista freelance, scrive per “l’Unità”. È stato consulente di diverse procure. Ha lavorato nella redazione di Blu notte di Carlo Lucarelli.

Sigfrido Ranucci, giornalista inviato Rai. Ha realizzato, tra l’altro, inchieste sulla mafia, sull’utilizzo dei proiettili all’uranio impoverito e denunciato l’uso del fosforo bianco in Iraq.

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