giovedì 30 settembre 2010

Questo è un libro per palati fini. Adatto agli amici de Iltrovalibri

NÂZIM HIKMET
GRAN BELLA COSA È VIVERE, MIEI CARI!

Pubblicato nel 1962, un anno prima della sua morte in esilio a Mosca, Gran bella è cosa vivere, miei cari! è un romanzo la cui gestazione ha accompagnato gran parte della vita di Hikmet. Pur trattandosi di un’opera di fiction, le vicende che Hikmet racconta sono attinte dalla sua biografia. Sua è la voce del narratore, un uomo morso da un cane rabbioso che attende la fine del periodo di incubazione isolato in una capanna dell’Anatolia lasciandosi andare alle intermittenze della memoria e del cuore. Suo è il “materiale di vita” che si accumula nelle pagine, gli squarci sull’infanzia, i momenti di attivismo politico, le sofferenze dell’esilio. Suo l’incancellabile ricordo di un’amatissima donna, Anushka, sfuggente e contesa.

L’AUTORE Nazim Hikmet, poeta, drammaturgo, saggista e romanziere, acclamato come il primo poeta turco, nacque nel 1902 in una famiglia di Istanbul, dove visse l’infanzia e l’adolescenza, e morì a Mosca nel 1963. Definito di volta in volta “comunista romantico” o “rivoluzionario romantico”, ebbe una vita avventurosa, segnata da ripetuti arresti per le sue convinzioni politiche, e spesso trascorsa in esilio. Le sue poesie sono state tradotte in più di cinquanta Paesi e sono ancora oggi un’opera che attraversa le generazioni conquistando sempre nuovi lettori.

Cosa vogliono davvero le donne dagli uomini...








ELOGIO DI UNA DONNA NORMALE
di Irene Bernardini

Irene Bernardini, psicoterapeuta specializzata in mediazione famigliare, cerca di rispondere in questo libro a una domanda molto difficile: cosa vogliono davvero le donne dagli uomini, dai figli, dal lavoro, ma soprattutto da se stesse. Per farlo ha deciso di raccogliere storie vere di donne sue pazienti, che sono le vere protagoniste di questo libro. Come Elisa, quarantenne single in carriera, bella e intelligente, ha una vita apparentemente perfetta, ma non sa amare e rifiuta di essere amata; Francesca, giovane commercialista e madre, prova un odio distruttivo verso l’ex marito. L’atteggiamento con cui l’autrice guarda e parla a queste donne è sensibile ma fermo, come a volerle scuotere e dimostrare la cosa più difficile: che spesso è solo la paura a impedirci di essere felici.

L’AUTRICE Irene Bernardini, psicologa e psicoterapeuta specializzata in mediazione familiare, cura la rubrica Lui & Lei su “Vanity Fair”.
IL MISTERO DI CARAVAGGIO
di Silvano Vinceti, Giorgio Gruppioni, Luciano Garofano.

Dalla introduzione sappiamo che il compito principale del libro è quello di “chiarire soprattutto gli eventi legati alla morte del pittore e sulla fine delle spoglie”. Un excursus della sua vita da Milano a Caravaggio, da Roma a Napoli e poi a Malta per ilcavalierato (passaggi principali), per finire, dopo altri tragitti, a Porto Ercole presso il promontorio dell’Argentario. Un percorso che va dal 1571 (data del battesimo) fino al 1610.
Importante soprattutto il suo soggiorno a Roma, città di ricchezza e povertà estrema, di divertimento, perdizione, lussuria, violenza. Qui Caravaggio vive sotto la protezione di gran signori, frequenta prostitute come Lena, si butta in scontri e baruffe fino all’assassinio di Ranuccio Tomassoni con un colpo di spada alla coscia. Due le domande principali: la causa della morte e il luogo dove riposano i suoi resti. Sulla prima molte ipotesi che riassumo velocemente: febbre maligna, malaria, brucellosi, saturnismo, sifilide, sepsi, colpo di calore (spero di averle elencate tutte). Per non parlare di un possibile suicidio o omicidio da parte dei Cavalieri di Malta o degli spagnoli.
Sulla seconda domanda il luogo è stato circoscritto, dopo opportuni studi, nell’ossario della cappella del cimitero di San Sebastiano. Ma quali saranno le sue ossa fra le tante che ci sono ? E allora via all’equipe di antropologi, via al metodo del radiocarbonio, via alla ricerca del Dna (rivelatosi decisivo in diversi casi, vedi i resti di Niccolò Copernico, Jesse James, Matteo Maria Boiardo ecc…) per individuarle. Dunque tre fasi di lavoro: analisi basate sui documenti; analisi antropologica, archeometrica e genetica con sintesi finale tra i diversi approcci. L’indagine (direi quasi poliziesca) è stata lunga e accurata e la risposta… lasciamola scoprire ai lettori.
Una bella ricostruzione del personaggio inserito nel suo tempo. Un uomo moderno fra due culture diverse: quella religiosa più vera e quella sensuale e competitiva. Un uomo moderno perché “scisso e contraddittorio”, con i suoi splendidi capolavori e la sua vita unita indissolubilmente all’arte. Stile concreto, fluido, ricerca storica e indagine deduttiva volte ad offrirci una immagine meno forte e provocatoria, più vera, dell’artista.

mercoledì 29 settembre 2010


LELE MORA NON SI FERMA PIU'

Ora la sua bocca da fuoco si sposta su Belen Rodriguez. Ormai è guerra all'ultimo sangue, senza esclusione di colpi.

DA: TV VOS

"DA QUESTA STORIA USCIRA' UN LIBRO" dichiara Lele Mora

Lele Mora, il potente agente dei vip, si confessa e confessa in un intervista rilasciata a ” Controstile ” in edicola nel mese di settembre. Lele Mora ripercorre la sua carriera dai suoi esordi , nel 1978, con Loredana Bertè alla separazione con la moglie nel 1982 , dall’arresto nel 1989 per l’affaire ” Cocaina dei Vip “, dallo scandalo ” Vallettopoli ” ( dal quale è stato prosciolto ndr ) al fallimento della sua agenzia con un passivo di circa 19 milioni di euro. Ed è proprio durante questa “confessione” che Lele tenta una divisione tra amici “grati” e quelli “ingrati” : insomma una sorta di divisione tra “agnelli” e “lupi”. Tra gli “agnelli” a cui è grato ricorda Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Alda D’Eusanio, Aida Yespica che, a dire dell’agente dei vip, gli sono stati particolarmente vicini anche nei periodi bui. Ma ci sono anche quelli che potremmo definire “ingrati”, insommi i “lupi grigi” che non sono stati per niente “carini” nei suoi confronti, almeno secondo il suo punto di vista. Ad esempio alle parole di Manuela Arcuri che ha dichiarato ” …i miei guai sono iniziati nel periodo in cui ho fatto parte dell’agenzia di Lele Mora …”, ribatte senza battere ciglio : Con me lei ha avuto grandi guadagni, grandi campagne pubblicitarie, se pensa che sia stato un periodo stupido, perché è rimasta dieci anni? Ottima osservazione e quando gli si chiede perchè l’Arcuri sia andata via , il manager si schernisce e si tacita non senza però aver promesso “rivelazioni” importanti in un libro che sta scrivendo.Poi si lancia a “parlare” di Ana Laura Ribas ( leggi qui la replica della showgirl ) : la Ribas ha vissuto alla mia corte dieci anni comprandosi tre o quattro appartamenti, due farmacie in brasile per la madre, ha fatto la bella vita, mi chiese addirittura di fare un figlio con lei, cosa che non avrei mai fatto (anche perché ormai ho chiuso “bottega”). Insomma, non si sputa mai nel piatto dove si è mangiato.


da AFFARI ITALIANI.IT

LELE MORA RILANCIA SU CORONA E SARA TOMMASI

Fabrizio Corona

"LA MIA PRIGIONE"

Il fotografo racconta non solo i suoi 80 giorni di carcere, ma anche parecchi retroscena su personaggi famosi e sulla sua relazione con Nina Moric. ecco alcuni stralci del libro. Eccone qualcuno (da Quotidiano.net): “Io Fabrizio Corona, figlio del grande giornalista Vittorio, stavo per entrare in galera. Per consolarmi mi ripetevo: sei oggi non vai dietro le sbarre, non sei nessuno” E ancora, ironicamente (forse): “Il carcere ti cambia, anche in positivo. Io, per esempio, oltre ad aver modificato il look, in galera ho letto il mio primo libro: “Gomorra” di Roberto Saviano” “So che lei ha sparato merda su di me, ma la Ventura è la stessa che pochi mesi prima che venissi arrestato mi aveva invitato a casa sua a Milano. (…) Mi aveva chiesto di darle informazioni su Cristina Parodi e sui suoi spostamenti. Quando vedeva e se incontrava persone diverse dal marito Giorgio Gori (…) Mi disse “Dammi una mano e vedrai che presto ti farò fare lo scoop della vita.” “ Ce n’è per tutti e ovviamente non mancano i tanti riferimenti al PM Woodcock, per i quali - e non solo per questi - Corona probabilmente dovrà rispondere in apposite sedi. E’ impensabile che alcuni personaggi citati gliela facciano passare liscia… A far parlare di lui in questi giorni, tanto per cambiare, non è solo l’uscita del libro. Sembrava inizialmente uno scherzo, ma il paparazzo ha realmente intenzione di fondare un partito politico. Alle telecamere di E! Entertainment ha così risposto: “Confermo. Ho intenzione di formare un mio partito per dare di voce soprattutto ai giovani” (…) “Sarà un partito di centro e comunque neutrale” Pensavate fosse finita qui? No. Oltre alla linea di moda, agli spettacoli, al libro, al partito politico, al rap Corona non perdona il cui video sta spopolando (e che per decenza ometto) e chi più ne ha più ne metta, c’è in cantiere il progetto di un film per Medusa nel quale sarà lo stesso Corona ad interpretare la parte del protagonista. Si può proprio dire che Corona sia un moderno Re Mida col potere di far diventare un affare (e un guadagno) qualsiasi accadimento, anche il più negativo. Ma la storia di Re Mida la conoscete, no? Tutto ciò che toccava si trasformava in oro, anche il cibo che avrebbe voluto mangiare. E proprio per questo rischiò di morire di fame prima che Dio “liberasse” Mida dal dono che egli stesso aveva tanto bramato…

DA STRISCIA LA NOTIZIA:


martedì 28 settembre 2010

KEN FOLLETT

La caduta dei giganti

uscita in contemporanea mondiale
28 settembre 2010

Il grande scrittore di bestseller dopo il Medioevo ambienta la sua nuova storia del Novecento.

Il libro di Ken Follett, primo volume della trilogia THE CENTURY, esce in contemporanea mondiale in 14 Paesi, tra i quali: Uk, Usa, Italia, Francia, Germania e Spagna.

In questo romanzo Ken Follett racconta i destini collegati di cinque famiglie (una americana, una russa, una tedesca, una inglese e una gallese) attraverso gli avvenimenti storici dal 1911 alla Prima Guerra Mondiale e alla Rivoluzione d’Ottobre. Come già in Pilastri della terra e Mondo senza fine, Follett riesce abilmente a costruire una saga storica e intrecciare la grande Storia con la storia più piccola dei suoi protagonisti facendoli muovere, amare, lottare, soffrire sullo sfondo dei grandi avvenimenti che hanno segnato il corso del Novecento. Dalle miniere di carbone ai candelabri scintillanti di palazzi sontuosi, dai corridoi della politica alle alcove dei potenti, da Washington a San Pietroburgo, da Londra a Parigi il racconto si muove incessantemente tra drammi nascosti e intrighi internazionali. Ne sono protagonisti ricchi aristocratici, poveri ambiziosi, donne coraggiose e volitive e tutti si troveranno a dover fare i conti con la guerre e le sue conseguenze.

Bene e male, amore e odio, pace e guerra si intrecciano in questo epico romanzo e vengono rappresentati anche graficamente con due copertine diverse, una bianca e una nera.

Ken Follett è considerato l’autore di bestseller n. 1 al mondo con i suoi 120 milioni di copie, di cui 18 milioni solo di Pilastri della terra

Dal 1° ottobre andrà in onda su Sky anche la fiction televisiva prodotta da Ridley Scott tratta da I Pilastri della Terra .


GIACOMO CARDACI

La formula chimica del dolore


Pazienza. Questa è la virtù di cui deve armarsi chiunque si ammala e deve curarsi, mettersi in lista per le visite, attendere i risultati degli esami, le prognosi dei medici, l'effetto delle medicine, sopportare i compagni di corsia - chiunque deve sperare e lottare per guarire. Pazienza: ce ne vuole ancora di più se la malattia, con tutta la sua ingiustizia e assurdità, ti colpisce quando sei nel fiore dell'età più impaziente di tutte, la giovinezza affamata di vita e di futuro. Come l'autore di questo libro, così Filippo, il suo protagonista, si trova a fare i conti con un male temuto a tal punto che spesso non si osa nemmeno pronunciarne il nome, come per una colpa inconfessabile: il tumore. Inizia così la sua odissea attraverso uno dei luoghi più kafkiani dei nostri tempi, l'ospedale. Pur senza smettere per un momento di interrogarsi sulle ragioni del dolore che lo colpisce, Filippo ci racconta la propria guerra contro la malattia con tutta la freschezza della sua giovane età. E dà voce alla folla silenziosa dei tanti pazienti che riempiono loro malgrado quella "prigione degli innocenti" che è l'ospedale, dove si viene rinchiusi senza avere commesso alcun delitto.
PAOLO PANERAI

Lampi nel buio.
I retroscena della finanza e dell'economia italiana dal dopoguerra a oggi

"Capita a tutti, prima o poi, di essere illuminati da lampi quando intorno domina il buio. Intuizioni, percezioni, idee, scoperte, rivelazioni. Lungo il cammino di molti anni di vita da cronista di finanza e di economia, due materie dove il buio domina spesso, ho avuto alcuni di questi lampi: in genere rivelazioni, visto che il mestiere del cronista è (o dovrebbe essere) quello di raccontare ciò che vede o ciò che sente, e quindi non può essere lui a provocare il lampo, ma deve solo aspettarlo, o meglio, cercarlo." Paolo Panerai, giornalista per "Panorama" con Lamberto Sechi, successivamente direttore del "Mondo" per dieci anni e infine della testata da lui stesso fondata "MF/MilanoFinanza", ci conduce attraverso la selva spesso oscura e intricata di affari, finanza e politica, puntando i riflettori su vicende che hanno indelebilmente segnato la storia del nostro paese dal secondo dopoguerra a oggi. Si tratta di una sorta di diario di bordo, frutto dell'esperienza di quarant'anni, che vuol raccontare, con uno stile diretto e coinciso, i fatti, ma soprattutto ciò che accade dietro le quinte. Una carrellata di personaggi che hanno animato (o ancora animano) la realtà politica ed economica italiana si succedono sulla scena: i rappresentanti delle dinastie familiari di grandi gruppi industriali quali gli Agnelli, i Rizzoli, i Pirelli; uomini di potere, a capo di istituzioni che hanno influenzato le politiche economico-finanziarie in anni cruciali, come Enrico Cuccia.

lunedì 27 settembre 2010

Clara Rojas, Prigioniera
Sei anni ostaggio delle FARC con Ingrid Betancourt.
La donna che è diventata madre nell’inferno della giungla colombiana racconta finalmente la sua storia





Le memorie sconvolgenti di Clara Rojas, che, con Ingrid Betancourt, ha vissuto sei anni nella giungla prigioniera dei terroristi – guerriglieri colombiani. Il mistero di un figlio nato durante la prigionia. La religione come unica ancora di salvezza. I diritti del libro sono stati venduti in tutta l’America Latina, Spagna, Francia, Portogallo, Germania, Olanda, Italia e Stati Uniti. Le pagine in cui Clara Rojas ricostruisce il proprio sequestro da parte delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) e la sua prigionia di sei anni nella foresta tropicale sono un susseguirsi di emozioni e di forti sentimenti, su cui dominano l’amore da “tigre furiosa” per il figlio Emmanuel e la fede nella giustizia finale. Sei anni di marce sfiancanti, portandosi sulle spalle un pesante equipaggiamento militare, con il rischio di finire sotto il tiro incrociato di guerriglieri e di soldati dell’esercito regolare; senza contare i pericoli rappresentati da bestie feroci, inondazioni improvvise o malattie tropicali. Sei anni di mancanza di sole, perché il folto della selva è buio anche di giorno. Sei anni sull’orlo della follia, perché la foresta non è soltanto carcere e lotta senza pause: è anche chiusura in se stessi, orrore, disperazione che diventa incapacità di sopportare il compagno incatenato insieme a te. È insomma, come diceva Conrad, incontro col cuore di tenebra del mondo. Intorno a Clara Rojas, un coro di personaggi estremi: guerriglieri addestrati alla guerra fin da bambini, donne soldato che organizzano negli accampamenti surreali saloni di bellezza, comandanti lucidi e spietati, prigionieri che danno fuori di matto. E in questa atmosfera da incubo – tentativi di fuga, punizioni in catene, segregazione in gabbie, una gravidanza e un parto cesareo in piena selva, con l’approssimativa assistenza di qualche guerrigliero con vaghe nozioni di infermieristica e di veterinaria – arriva per Clara Rojas il faticoso apprendistato della pazienza: quando un bagno nell’acqua fangosa di un fiume equatoriale, una canzone sentita per caso a una radiolina o una gavetta piena di riso e latte possono essere momenti di intensa felicità.
Un testo coinvolgente che ricostruisce da un’angolazione personalissima la tragedia di una guerra che il mondo occidentale ha per anni ignorato.
Laura Pariani

L’AUTRICE
Clara Rojas è nata a Bogotá, Colombia, nel 1963. Avvocato specializzata in diritto commerciale e tributario, ha lavorato come consulente legale presso diversi studi associati. Ha sempre conciliato la professione con la passione per la politica, fino al suo ingresso nello staff elettorale del Partido Verde Oxígeno di Ingrid Betancourt. È rimasta nelle mani dei guerriglieri delle FARC dal 2002 al 2008.

sabato 25 settembre 2010

Una storia di grandi passioni





LEI e LUI
di Andrea De Carlo


Una storia di grandi passioni

In un giorno di pioggia torrenziale Dario Deserti, autore del bestseller internazionale Lo sguardo della lepre e di altri romanzi di minor successo, ubriaco e in piena crisi creativa, provoca un incidente con la sua vecchia Jaguar. Ferito e semi-incosciente, viene soccorso dall’occupante dell’altra automobile, Clare Moletto, un’americana che vive in Italia da anni. Da questa premessa traumatica si sviluppa un rapporto che, passando dall’ostilità alla curiosità all’attrazione più incontrollabile nel corso di un’estate caldissima, finirà per stravolgere irrimediabilmente le vite di entrambi i protagonisti. Scritto a capitoli alterni dal punto di vista di Clare e da quello di Dario, ambientato a Milano, sulla costa della Liguria, nel sud della Francia e a Vancouver, Leielui è una storia d’amore appassionante che va dritta al cuore dei sogni, delle difficoltà, degli slanci e delle contraddizioni tra un uomo e una donna nel mondo di oggi.

L'AUTORE Andrea De Carlo è nato a Milano. Ha scritto: Treno di panna, Uccelli da gabbia e da voliera, Macno, Yucatan, Due di due, Tecniche di seduzione, Arcodamore, Uto, Di noi tre, Nel momento, Pura vita, I veri nomi, Giro di Vento, Mare delle verità, Durante.

venerdì 24 settembre 2010

PER RIDERE SERIAMENTE.

SPINOZA
UN LIBRO SERISSIMO

prefazione
MARCO TRAVAGLIO



Fini nudo in prima pagina su Libero. E non avete visto il paginone centrale. [thecaulfield]

È festa al Fatto Quotidiano per il primo compleanno. Dell'impaginatore. [misterdonnie]

D'Alema: "Bersani sta venendo fuori lentamente ma con concretezza". Proprio come uno stronzo.

Il Tg1 annuncia una nuova edizione flash di 60 secondi. Ma la fonte non è attendibile. [archi il leone]

Poste Italiane annuncia il dominio .post. E già manca una lettera. [stefano]

Spinoza.it è un sito che non ha grande bisogno di presentazioni. Nato nel 2005 per sorridere sulla contemporaneità, il progetto di satira collettiva curato da Stefano Andreoli e Alessandro Bonino è diventato il punto d'incontro delle penne più affilate del web, considerato una rivelazione dentro e fuori dalla rete. Letteralmente esploso nell'ultimo anno (è stato eletto miglior blog italiano alla Blogfest del 2009) e saccheggiato spesso e volentieri da giornali e tv, con la sua satira fulminante e scorretta Spinoza.it è un luogo di culto per gli amanti dell'umorismo più spietato. Coadiuvati da un manipolo di fedelissimi, i curatori filtrano, assemblano e coordinano l'intenso lavoro di una community di migliaia di appassionati che sfornano senza sosta battute su politica, cronaca e attualità, dando vita al primo notiziario satirico collettivo della rete. Questo libro contiene gli esempi più geniali, caustici e irriverenti della comicità spinoziana e un'irresistibile selezione di battute inedite mai pubblicate sul sito. Prefazione di Marco Travaglio.

Stefano Andreoli ha trent’anni, vive in Romagna ed è blogger, enigmista e umorista. Alessandro Bonino, blogger, dichiara di vivere «tra Cuneo e internet». Insieme scrivono per l’agenda Comix e curano Spinoza.it, un sito di satira politica e sociale, nato nel 2005 per far sorridere sulle assurdità della contemporaneità. Questo libro, pubblicato da Aliberti ora che il blog si è affermato come punto di riferimento dell’umorismo in rete, raccoglie il meglio delle battute del sito, in un crescendo irresistibile di comicità, controinformazione e sarcasmo. Come scrive Marco Travaglio nella Prefazione, «oltre all’assoluta naturalezza delle loro battute, mai costruite, complicate, elaborate, men che meno banali o scontate, i mascalzoni di Spinoza hanno un’altra caratteristica preziosa: la brevità». In effetti, sfogliando le pagine del testo, ci si trova di fronte a un’incredibile quantità di battute fulminanti, capaci di concentrare in una o due righe concetti che, partendo dall’attualità della cronaca, riescono contemporaneamente a sorprendere, ferire e trasmettere almeno un’idea forte, a doppio o triplo taglio.
Il filosofo olandese Baruch Spinoza, scomunicato nel Seicento per le sue idee razionaliste, invitava ad «attraversare la vita in serenità, letizia e ilarità», cercando di fondare un’etica dimostrata in modo geometrico. È lui, con il suo sguardo distaccato e scherzoso e un bel paio di corna in vista (oggi tornate in auge nei vertici internazionali grazie al nostro premier), il nume tutelare di questo libro «serissimo», perché, come diceva Alberto Sordi nel Marchese del Grillo, «quanno se scherza bisogna esse’ seri». Nulla sfugge al tiro della satira degli spinoziani: dall’ultimo scalcagnato governo di centrosinistra della storia d’Italia, al Berlusconi IV, dalle tragedie come il terremoto dell’Aquila agli Stati Uniti di Barack Obama, tutti i fatti più importanti degli ultimi due anni vengono sottoposti a un fuoco di battute feroci in nome di uno humour “politicamente scorretto”. Per capire meglio lo spirito del libro ecco qualche chicca. Sui personaggi famosi che se ne sono andati: «È morto Michael Jackson. Ci ha lasciato la pelle». Sulle avventure del nostro premier: «Le first lady si incontrano a Roma. Quella italiana ha dovuto chiedere il permesso ai genitori». Sulla Chiesa: «Ratzinger: “Assicurare a tutti una vita dignitosa”. In vista della prova costume». Sulla disoccupazione in Italia: «Il governo non sta a guardare: subito annunciato il nuovo Gratta e vinci».
Il libro raccoglie una selezione di duemila e passa battute che ripercorrono gli ultimi due anni di storia italiana e non, frutto dell’inventiva di quasi settecento navigatori, forse «poco santi ma di sicuro parecchio poeti».

giovedì 23 settembre 2010

DAVIDE ROTA
CURS DE LUMBARD PER BALUBA

Grammatica, Storia, Geografia, Educazione Civica Lombarda: un perfetto corso di integrazione per aspiranti padani. Sono passati 15 anni da quando Davide Rota, con il suo Curs de lumbard per terùn, ha fatto ridere Nord e Sud d’Italia ironizzando sul nascente fenomeno della Lega. Adesso che la Padania e i miti annessi sono sempre più in voga, Rota torna con un libro aggiornato sui mutamenti storici e sociali, dove gli extracomunitari, o meglio i “baluba”, hanno preso il posto dei meridionali ovvero i “terùn”. Una satira sociale acuta ed esilarante.

L’AUTORE Davide Rota, laureato al DAMS di Bologna in Discipline della musica, delle Arti e dello Spettacolo è uno scrittore-attore, cugino e, per molti anni, collaboratore di Dario Fo. Umorista, cantautore e autore di testi comici e satirici, ha collaborato a molti programmi televisivi in RAI e in Fininvest. Per Mondadori ha pubblicato il suo Curs de lumbard per terùn (1995), Padania fai
da te (1996) e Il pirla del duemila (1997).


CHIARA GAMBERALE
LE LUCI NELLE CASE DEGLI ALTRI

Un piccolo grande caleidoscopio dei modi in cui oggi è possibile "fare famiglia". Mandorla è il nome che Maria sceglie di dare alla sua bambina: perché è una ragazza piena di fantasia e perché un padre con cui scegliere il nome non c'è. Mandorla cresce felice, abituata alle stranezze della sua mamma, che lavora come amministratrice d'immobili e ha lo speciale dono di trasformare ogni riunione condominiale in una sorta di seduta di terapia di
gruppo in cui ciascuno tira fuori qualcosa di importante di sé. Ma Maria muore cadendo dal motorino, e i condomini di via Grotta Perfetta 315 si trovano a dover fare i conti con una lettera in cui si dice che proprio nel loro stabile la piccola Mandorla è stata concepita. Non si sa chi sia il padre, e nessuno dei condomini maschi può agli occhi degli altri essere sollevato dal sospetto di esserlo. Dopo il primo sgomento, saranno loro a decidere
unanimemente di non fare il test del dna su Mandorla, che verrà adottata dalla sola condomina single, la signorina Polidoro, ma poi crescerà vivendo a turno in ciascuna delle famiglie di Grotta Perfetta.

L’AUTORE Chiara Gamberale è nata nel 1977 a Roma, dove vive. Ha scritto Una vita sottile (Marsilio 1999), Color Lucciola (Marsilio 2001), Arrivano i pagliacci (Bompiani 2003), La zona cieca (Bompiani 2008, Selezione Premio Campiello) e Una passione sinistra (Bompiani 2009). Ideatrice e conduttrice di trasmissioni televisive e radiofoniche, è in onda tutte le mattine su Radio Due con “Io Chiara e l'Oscuro”. Collabora con "Vanity Fair", "La Stampa" e "Il Riformista".

mercoledì 22 settembre 2010

JOSEPH PISTONE
COSA NOSTRA, ISTRUZIONI PER L’USO

Joseph Pistone, il mitico Donnie Brasco, ci offre uno sguardo unico e inedito sulla terribile realtà della mafia americana, smentendo la visione romantica nello stile del Padrino, fatta di codici d’onore e antichi rituali. I mafiosi, ci racconta l’agente federale che ha vissuto dall'interno quel mondo, non sono necessariamente gentiluomini o persone simpatiche. Alcuni sono intelligenti e dai gusti raffinati, altri sono banditi di strada. Alcuni sono abilissimi a far soldi, altri sanno solo spenderli. La regola generale, però, è che i mafiosi non hanno amici, nemmeno le persone con le quali hanno lavorato per tutta la vita, e sono pronti a uccidere senza alcuna esitazione. Organizzato in brevi capitoli che descrivono da vicino i gangster con cui Pistone ha lavorato, questa sorta di dizionario della mafia racconta con una scrittura appassionante e dissacrante il modo in cui i mafiosi vedono la vita, l’amore, la politica, lo Stato, l’amicizia, i soldi, il rispetto e l’onore. Cosa Nostra, istruzioni per l’uso, proprio per il suo sguardo a 360 gradi, è destinato a diventare un must per coloro che vogliono conoscere il vero volto della Mafia americana

L’AUTORE Joseph D. Pistone è stato per anni un agente dell’FBI infiltrato in una delle cinque famiglie mafiose di New York, con il nome ormai leggendario di Donnie Brasco. E’ autore appunto di Donnie Brasco (Mondadori, 2009) libro in cui racconta in modo dettagliato la sua esperienza di infiltrato. Grazie alla sua coraggiosa esperienza diverse indagini sono state aperte e numerosi
mafiosi condannati. Oggi vive in una località segreta sotto falso nome.

martedì 21 settembre 2010


L’ITALIA IN PRESADIRETTA

di RICCARDO IACONA

Però Presadiretta è un bel programma.
- Ma che bello e bello! Questi ci rompono il culo.
Dialogo tra un impiegato e un dirigente del Genio civile della Regione Calabria all’annuncio della messa in onda di un servizio di Presadiretta sulla falsificazione dei certificati di stabilità, settembre 2009. La svolta autoritaria di Riccardo Iacona. Lo so, il titolo è forte e vedo già le smorfie scettiche di quelli che non credono che in Italia ci sia un’emergenza libertà di stampa e di espressione, quelli che pensano che in fondo «è sempre stato così, anche ai tempi della Prima repubblica, solo che non si sapeva e le cose venivano fatte di nascosto», quelli che «tanto lottizzano tutti, anche la sinistra quando era al potere ha fatto come Berlusconi», insomma quelli che sostengono che la politica ha sempre controllato la Rai e c’è poco da gridare «al lupo, al lupo!». Ma io ho avuto la fortuna, in questi ultimi anni, di attraversare per lavoro l’Italia in lungo e in largo, ho avuto il tempo di mettermi a fianco degli italiani e raccontare le loro storie, ho avuto il privilegio di poter leggere in profondità quello che stava succedendo nel paese. E adesso ho le prove. Le prove che l’Italia di Berlusconi è già un paese meno libero e che il futuro che ci aspetta riserva ancora meno libertà. Posso dire di averlo visto con i miei occhi. Ho deciso di scrivere questo libro perché possiate vederlo anche voi.

Sommario dell’ITALIA IN PRESADIRETTA

I fatti e la propaganda
La guerra dei migranti sul Canale di Sicilia. Le bugie di La Russa, Maroni e Berlusconi. La tv tace
L’Aquila, la democrazia non c’è più
Una città abbandonata. Quanto ci costano le new town.
Intanto 400 milioni di euro spesi per tenere le persone negli alberghi
Attacco alla Giustizia
L’allarme delle Procure antimafia. L’Italia che ne approfitta.
Le leggi che bloccano i processi. Le testimonianze di Giuseppe Creazzo, Procura di Palmi;
Giuseppe Pignatone, Procura di Reggio Calabria; Salvatore De Luca, Procura di Barcellona Pozzo di Gotto;
Armando Spataro e Alfredo Robledo, magistrati a Milano
Cemento selvaggio
Il Rapporto Barberi del 2000 sui rischi sismici ignorato da tutti i Comuni. Il disastro della Calabria.
Il progetto fai da te: come si costruisce un edificio eludendo la legge
Politica, ’ndrangheta e la terra di nessuno
Un’azione di polizia in presa diretta. La testimonianza di Nicola Gratteri sul traffico di cocaina e gli affari internazionali della ’ndrangheta.
La mattanza di Monasterace. L’omicidio di Gianluca Congiusta, uno di noi
La scuola fallita
Le scuole di lusso a Milano e i finanziamenti pubblici che vanno ai più ricchi. I tagli e il degrado degli edifici.
Le testimonianze di presidi e direttori scolastici: «Andiamo avanti grazie alle famiglie». I migliori docenti della città nel quartiere più povero di Stoccolma
La rinuncia a governare
La politica sulla casa a Parigi e a Milano. A Roma, occupazioni e dismissioni forzate. Affitti folli e nuova povertà. La politica che si potrebbe fare.
Le testimonianze di Antonello Sotgia e Rossella Marchini, architetti
L’acqua ai privati
Un affare da 8 miliardi di euro all’anno. I casi di Agrigento e Arezzo. Le bollette triplicate. Una privatizzazione imposta per legge
L’aria che tira
Gli uomini di Berlusconi e il controllo della tv. Verso il buio dell’informazione

Riccardo Iacona, giornalista Rai da più di vent’anni, è autore e conduttore di PRESADIRETTA, su Rai3.


lunedì 20 settembre 2010

GIOACCHINO MENNUNI
COME VINCERE L’INSONNIA

Gioacchino Mennuni, direttore del Centro del Sonno al Policlinico Gemelli di Roma, è il maggiore specialista italiano sui problemi del disturbo del sonno. In questo libro Mennuni ha individuato un metodo per affrontare e sconfiggere i problemi di insonnia di cui soffrono circa 6 milioni di italiani, molti anche tra i giovani. Il metodo del dottor Mennuni è un vero e proprio decalogo, da seguire secondo un preciso e studiato sistema di regole, consigli, esercizi e piccoli trucchi per riequilibrare l’orologio biologico. Secondo l’autore, orari e disciplina sono ottimi antistress naturali, molto meglio dei farmaci, spesso usati con troppa disinvoltura. La camera da letto è interdetta a ogni altra attività: proibito mangiare, guardare la tv, studiare o lavorare, altrimenti il nostro organismo e la nostra mente non riconoscono più il luogo deputato al riposo e non si rilassano completamente. Non usare
la tv come sonnifero, non tenere d’inverno i termosifoni al massimo, perché l’eccessivo calore impedisce il fisiologico raffreddamento della temperatura corporea che favorisce il sonno. E poi tutto ciò che riguarda l’attività fisica, l’alimentazione, il fumo, l’alcol, il sesso, e tutti i segreti riguardo la pennichella in un libro utile e divertente che insegna a rispettarsi e ad accudire il bene prezioso del proprio sonno.

L’AUTORE Gioacchino Mennuni, neurologo, dirige il Centro del Sonno del Policlinico Gemelli di Roma.

sabato 18 settembre 2010

ALEJANDRO JODOROWSKY
LA RISPOSTA E’ LA DOMANDA

In questo libro Jodorowsky ha raccolto 92 favole di saggezza scelte tra le culture di tutto il mondo: sufi, mediorientale, ebraica, indù, cinese, buddhista... E con la sua lettura e la sua interpretazione ne ha tirato fuori gli aspetti più mistici, e quelli più quotidiani. “Ognuno dei racconti che riporto in questo libro – dice l’autore - mi ha aiutato a placare la mia fame e la mia sete. Sono tutti delle metà che ci vengono offerte dalla tradizione orale. Le altre metà abitano già nella nostra anima. Unendo ogni racconto con la sua interpretazione, plachiamo un poco la nostra fame.”

L’AUTORE Alejandro Jodorowsky è un artista poliedrico – marionettista, attore, mimo, sceneggiatore di fumetti, regista teatrale e cinematografico, poe ta, romanziere – nonché studioso di pratiche psicanalitiche, magiche e sciamaniche. Negli anni Settanta ha girato i film cult La montagna sacra ed El Topo. Con Mondadori ha pubblicato I Vangeli per guarire (2003), Il dito e
la luna (2006), Il passo dell’oca (2007), e, insieme a Milo Manara, I Borgia (2004).

venerdì 17 settembre 2010

CARLA' UNE VIE SECRETE
BESMA LAHOURI

Dopo aver pubblicato nel 2006 un sondaggio sul calciatore Zinedine Zidane, la giornalista pubblica con l'editore Flammarion, una biografia non autorizzata sulla vita segreta di Carla Bruni-Sarkozy. Per produrre questo libro, che esce assieme ad un altro libro, "Carla e gli ambiziosi", pubblicato dalle Editions du Moment, Besma Lahouri ha intervistato i parenti che hanno frequentato o incrociato la prima donna di Farncia ad un certo punto nella loro vita e di parlarne liberamente.

Il saccheggio del boss di Paris Match
Attraverso il ritratto della first lady di Francia, l'autore raccoglie confidenze sui rapporti tumultuosi tra Nicolas Sarkozy e i media. Besma Lahouri ricorda che nell'agosto 2005 per Paris Match aveva pubblicato una foto di Cecilia e Richard Attias, il suo nuovo fidanzato. Lei racconta che Nicolas Sarkozy avrebbe chiesto al suo amico Arnaud Lagardere, che possiede il giornale, "il licenziamento del direttore, Alain Genestar. Rostain Pascal il fotografo è dovuto fuggire per evitare una verifica fiscale.

Il Nouvel Observateur cimici?
Un altro episodio diventato famoso è quello dell'SMS che avrebbe inviato Nicolas Sarkozy alla sua ex moglie "Se torni, annullo tutto", una settimana prima del suo matrimonio con Carla Bruni. Il "Messaggino" sarà poi pubblicato nel febbraio 2008 dal sito web del Nouvel Observateur, scatenando una tempesta di reazioni che porterà Airy Road, uno dei redattori e autore di questo scoop, ad essere interrogato dalla polizia. Il racconto dettagliato di questa vicenda è contenuto nel libro della Lahouri. Secondo David Martinon, portavoce dell'Eliseo, "Le Nouvel Observateur teneva sotto controllo da molto tempo il Presidente" e non accetta di essere consderato lui la taltpa. In più, nega di aver mai parlato al telefono della vicenda, tanto meno con un giornalista. Ma è stato smascherato. I fatti dimostrano che lui ha parlato con il suo telefono con il giornale per più di quindici minuti. L'Elyséo ha istituito una commissione che ha torchiato per ore il traditore ...". David Martinon era considerato un uomo molto vicino a Cecilia Sarkozy, al punto che lei lo aveva quasi imposto come candidato alle comunali 2008 a Neuilly-sur-Seine. Ora David come ricompensa per i danni arrecati alla prima coppia di Francia è stato nominato Console a Los Angeles.

Consigli al giornale “Popolo” e al suo proprietario.
Secondo la commissione dell’Eliséo, il giornale il Popolo ha messo in cattiva luce il Presidente e la sua nuova moglie. Per fermare definitivamente il continuo susseguirsi di dichiarazioni false o presunte, tra Carlà e Cecilià, Pierre Charron, Consigliere del Presidente che guida la commissione, decide di convocare i responsabili dei giornali più indisciplinati all’Eliséo. Besma Lahouri, nel suo libro racconta che Fabrice Boe, proprietario di Prisma Press (Gala, qui e VOD, ecc) dopo un colloquio durato cinque ore con il duo Sarkozy-Charron, che giocavano al poliziotto buono e quello cattivo, sia stato convinto con le buone maniere a cambiare linea editoriale.

L'influenza di Carla Bruni-Sarkozy
Besma Lahouri afferma inoltre che la first lady di Francia ha un certo potere nella scelta delle persone che possono accedere all’Eliséo. Sa usare molto bene questa possibilità, così dopo aver aiutato il suo amico Polanski, ha deciso di aiutare il ministro della Cultura Frederic Mitterrand accusato di pedofilia. Lui avrebbe voluto dimettersi, ma lei lo ha convinto a restare. Poi ha fatto pressione su Francois Baudot, ispettore generale dell'amministrazione degli affari culturali per tacitare il tutto. Francois è il padrino del figlio di Carlà.

Nel libro vengono riportate dichiarazioni di alcuni ex ministri che non sono rimasti in buoni rapporti con la Premier Dame. Christine Boutin, ministro edilizia residenziale dichiara che con quell’aria da bohemien di sinistra, non fregherà più il nostro elettorato. È rimasta in buoni rapporti con Rachida Dati, l’ex ministro della giustizia e mamma single, nonostante la Dati durante una visita all’Elisèo non abbia nascosto il desiderio di aver voluto occupare la camera da letto del Presidente. O di averla già occupata, su questo Besma Lahouri semina il dubbio.

"Air Carla"
Un'altra vittima di Carla Bruni-Sarkozy è Alain Joyandet, ex segretario di Stato per la cooperazione. Il segretario di stato è stato costretto ad affittare un aereo per permettere alla Premier di andare ad Haiti. Visto che non era disponibile il Falcon 7X che di solito usa la First Lady, l’uso del velivolo privato è costato 116.500 €. Costoso come capriccio.


giovedì 16 settembre 2010

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ON THE ROAD. IL “ROTOLO” DEL 1951
di Jack Kerouac

Romanzo dell’amicizia e delle difficoltà dell’amore, della ricerca di sé, del desiderio di appartenenza e dell’impossibilità di rinunciare al bisogno di rivolta, narrazione dell’ansia di un andare senza fine, On the Road dà corpo a tutti i grandi miti dell’America. Romanzo simbolo di più d’una generazione, in questa edizione viene presentato al pubblico italiano corredato da prestigiosi apparati critici e soprattutto secondo il testo del rotolo dattiloscritto
originale di Kerouac. Un romanzo inimitabile anche nella scelta stilistica, si tratta di un paragrafo ininterrotto, che sconvolse il panorama culturale e letterario mondiale con la forza di un vulcano.

L’AUTORE Jack Kerouac (Lowell, Massachusetts, 1922 - St Pettersburg, Florida, 1969), abbandonati gli studi universitari, vagabondò per gli Stati Uniti esercitando i più diversi mestieri. All’inizio degli anni Cinquanta diede vita, con Allen Ginsberg, William Burroughs e altri amici, al nucleo storico della Beat Generation. Nel 1957 pubblicò Sulla strada, il romanzo che lo consacrò e che divenne il manifesto di un’intera generazione.
FAUSTO BERTINOTTI
CHI COMANDA QUI?

Nella primavera del 1945 l'Europa, benché sconvolta dall'immane catastrofe del secondo conflitto mondiale, si sente rinata. Rinata perché la guerra è finita e perché è reduce dalla vittoria contro un nemico dell'intero genere umano: il nazifascismo. In Italia e in Francia tale successo è stato ottenuto anche grazie all'azione e al sacrificio delle donne e degli uomini che hanno dato vita alla Resistenza, ed è proprio in questi due paesi che si sviluppa con maggior vigore lo spirito costituente, cioè la volontà del popolo di stabilire regole di convivenza civile e un assetto istituzionale che scongiurino per sempre il ritorno agli orrori del recente passato. Fausto Bertinotti ricostruisce la genesi della nostra Carta repubblicana e il ruolo che ha avuto nei "trent'anni gloriosi" seguiti alla promulgazione. Alla luce di alcuni suoi articoli, essa appare agli occhi dell'autore come uno dei punti più alti del diritto costituzionale di tutti i tempi, poiché il suo destinatario non è più il cittadino indifferenziato, reso tale dalla legge, ma la persona così come storicamente si è andata definendo attraverso il suo lavoro, cioè la lavoratrice e il lavoratore in carne e ossa. Oggi le Costituzioni democratiche europee sono seriamente minacciate dalla "globalizzazione" e si registrano forti pressioni affinché vengano progressivamente sostituite da costituzioni materiali, che non sono frutto di assemblee costituenti ma di processi reali, le cui finalità spesso non sono neppure dichiarate.

Fausto Bertinotti ricostruisce la genesi della nostra Carta repubblicana –incardinata sui principi inalienabili del lavoro, della libertà, della pace e della giustizia sociale – e il ruolo che ha avuto nei «trent’anni gloriosi» seguiti alla promulgazione. Alla luce di alcuni suoi articoli fondamentali, essa appare agli occhi dell’autore come uno dei punti più alti del diritto costituzionale di tutti i tempi, poiché il suo destinatario elettivo non è più il cittadino indifferenziato, reso tale dalla legge, ma la persona così come storicamente si è andata definendo con il suo lavoro, cioè la lavoratrice e il lavoratore in carne e ossa. In questo modo, il cittadino si umanizza, l’uomo si socializza costituendosi in un popolo, e l’individuo si fa persona.
Oggi le Costituzioni democratiche europee sono seriamente minacciate dalla «globalizzazione» – un processo epocale caratterizzato sia da una straordinaria spinta all’innovazione nei campi della scienza, della tecnica e dell’economia, sia da un impulso alla regressione nel livello di civiltà, nei diritti dei lavoratori e nei legami di solidarietà – e si registrano forti pressioni affinché vengano progressivamente sostituite da costituzioni materiali, che non sono frutto di assemblee costituenti ma di processi reali, le cui dinamiche e finalità spesso non sono neppure dichiarate.
Eppure, sostiene Bertinotti, anche se la domanda di “Alice nel paese delle meraviglie” «Chi comanda qui?» ci fa capire quanto siamo lontani dallo spirito del 1948, quest’ultimo non è stato ancora definitivamente sconfitto, come potrebbe far pensare la triste vicenda della «non Costituzione» europea. La crisi del capitalismo finanziario globalizzato ha fatto riemergere un bisogno forte di politica e di regole, e in questi anni difficili nuove esperienze di democrazia partecipata e nuove istanze di qualità per l’uomo e per l’ambiente si sono fatte faticosamente strada nella società civile. Tutti segnali forse troppo deboli, ma che consentirebbero di dire che il lungo cammino della nostra Costituzione non è ancora concluso. Se non fosse che, a curvare i pensieri verso il pessimismo, ci sono le politiche regressive adottate, di fronte alla crisi, dalle classi dirigenti europee e il carattere oligarchico che stanno assumendo il processo decisionale e l’assetto politico istituzionale. Perciò, converrà aguzzare le armi della critica all’esistente.


mercoledì 15 settembre 2010

La tragica morte di Edoardo Agnelli


80 METRI DI MISTERO
La tragica morte di Edoardo Agnelli
di Giuseppe Puppo
con prefazione del magistrato Ferdinando Imposimato
Una vera e propria inchiesta giornalistica, condotta in presa diretta, che si legge tutto d'un fiato e che porta all'acquisizione di molti elementi concreti. Sconvolgenti. Cosa si nasconde dietro la tragica morte di Edoardo Agnelli? Fu vero suicidio o un complotto ai danni del futuro erede della famiglia più potente d'Italia? Dopo otto anni di silenzi e indifferenza, Giuseppe Puppo affronta, avvalendosi di testimonianze inedite, uno dei tanti misteri rimasto ancora insondato.
Una volta letto e chiuso l’ultimo libro del giornalista e scrittore Giuseppe Puppo, il pensiero va subito alla sua capacità di trattare con professionalità e rispetto un argomento giornalisticamente border line come la morte di Edoardo Agnelli (Ottanta metri di mistero. La tragica morte di Edoardo Agnelli, pref. di Ferdinando Imposimato, Koinè Nuove Edizioni, Roma 2009, pp. 176, euro 14,00; ma si veda anche il suo sito http://www.giuseppepuppo.it/ ). Puppo si muove con eleganza antica nel nobile alveo del grande giornalismo d’inchiesta, rigoroso, documentato, pacato. Il libro indaga la morte per suicidio di Edoardo, quarantasei anni, unico figlio maschio di Giovanni Agnelli, lanciatosi nel vuoto, dall’alto di un ponte dell’autostrada A6 Torino-Savona, il 15 novembre 2000: da ottanta metri, come recita il titolo del libro. Una tragica vicenda. Ma il tocco felpato, non meno penetrante, dell’autore lascia il segno: siamo davanti a un libro-inchiesta che si legge d'un fiato, ma che non priva il lettore di quell' appagamento intellettuale, sempre più raro, soprattutto in tempi di giornalismo sciatto e urlato. Ovviamente l’ipotesi alternativa, che Puppo più che imporre sottopone al giudizio dei lettori attraverso la forbita intelligenza dei documenti ( virtù molto torinese, questa, benché l'autore lo sia solo d'adozione), è quella dell’omicidio. Dietro il quale si celerebbero astiose questioni ereditarie interne alla famiglia Agnelli. Nonché forse più sottili ragioni politiche e religiose. Probabilmente legate alla scelta islamica, filo-iraniana e sciita di Edoardo: una "svolta" spirituale addirittura risalente agli anni Settanta, e in seguito sempre meno apprezzata, se non temuta, dalle componenti familiari più filo-semite e internazionalizzate... Ma su questo aspetto lasciamo ai lettori il gusto di scoprire, pagina dopo pagina, l’intreccio, così ben ricostrutito e indagato da Giuseppe Puppo, in particolare attraverso interviste e testimonianze inedite. Il quale, ripetiamo, non impone tesi precostituite. Ma accompagna il lettore, quasi per mano, lungo un onesto cammino di ricerca (come nel bellissimo ultimo capitolo, vero gioiello di fine recherche introspettiva), persino nei luoghi fisici dei tristi eventi. A ritrovare quella che con formula felicissima, Puppo definisce la “geografia dell’anima” non solo di Edoardo, degli Agnelli, ma di una città , già intrigante di suo, come Torino. In realtà, quel che più colpisce di Ottanta metri di Mistero è il fattore Buddenbrook. Che sociologicamente rinvia a quella gigantesca e spesso perdente lotta contro le dure leggi della decadenza sociale. Alle quali anche il capitalismo, come sistema sociale, soprattutto se familiare, non può sottrarsi, proprio nelle sue "micro-articolazioni". Come appunto mostra il modello per eccellenza di capitalismo familiare, quello della stirpe dei Buddenbrook, immortalato da Thomas Mann. Ma ci spieghiamo meglio. Le pagine di Puppo offrono ai lettori lo spaccato sociologico di quelli che sono i problemi “dinastici” di certo capitalismo familiare, ancora vivo - per alcuni, purtroppo - nell’ Italia del 2009 , ma con radici lontane nell’Ottocento europeo. Dove, ieri come oggi, le generazioni al comando, tentano di darsi il cambio, anello dopo anello. E in che modo? Guardandosi febbrilmente intorno, sempre in cerca di come sostituire degnamente gli anelli deboli del sangue, attraverso politiche matrimoniali e successioni guidate dalla "cultura" del comando, magari attraverso il meccanismo dell' “adozione”, non sempre pubblica come invece avveniva nella Roma imperiale. E così proseguire, grazie a trasfusioni di sangue fresco, la difficile lotta contro le costanti della decadenza sociale, dettate dalla biologia e dalla sociologia degli organismi sociali. Già Marx, benché in altro senso, aveva parlato del capitalismo come di un fenomeno vampiresco. In certa misura, il passaggio epocale, soprattutto novecentesco, dal capitalismo familiare a quello manageriale e azionistico, può essere visto come un tentativo di contrastare le costanti di cui sopra, sostitituendo alle famiglie (socialmente) mortali, la specie immortale della "forma" azione. Puntando su manager sempre sostituibili con altri manager, all'insegna della continuità, se non perennità, del comando, detenuto dai possessori delle azioni immortali. Ma questa è un'altra storia. Edoardo, così colto e fragile al tempo stesso, non poteva che essere una vittima designata. Come ogni anello debole. Vittima di se stesso? Di altri? Per scoprirlo, o comunque per avvicinarsi alla verità, consigliamo di leggere l'avvincente libro-inchiesta di Giuseppe Puppo.


L'AUTORE Giuseppe Puppo (Lecce, 26 novembre 1957) è un giornalista e scrittore italiano. Inizia la carriera di giornalista da ragazzo, nella redazione del settimanale Voce del Sud, sotto la guida di Ernesto Alvino. Trasferitosi a Torino, giornalista dal 1987, si è occupato di attualità, costume e cultura, e ha raccontato e interpretato, fra l'altro, l'ultima conferenza pubblica di Pier Paolo Pasolini, di cui fu testimone; il Karaoke di Fiorello; la difficile integrazione a Torino prima dei meridionali e poi degli extracomunitari. Ha inoltre raccolto in un saggio gli ultimi articoli di Ezra Pound scritti "Per il Popolo di Alessandria". Ha collaborato a varie testate giornalistiche come Roma, Il Secolo d'Italia, Il Borghese, L'Italia settimanale ed altre, e collabora con l'associazione culturale "Poesia attiva". Per la Regione Piemonte ha curato parte del progetto "Obiettivo minori - educazione all'uso consapevole delle nuove tecnologie". Con l'avvento di internet, pubblica con la licenza creative commons il saggio "Ritratti del Novecento" e il romanzo "La notte il cielo è rosso", resi disponibili in lettura gratuita sul suo sito web www.giuseppepuppo.it Dal 2009, inizia l'attività di autore di teatro di parola: presenta in varie località lo spettacolo Voglio combattere ancora! - Attualità di Filippo Tommaso Marinetti interpretato dall'attrice Sandra Maggio. Nel 2011 parte la tournèe del suo nuovo spettacolo teatrale Pier Paolo Pasolini, Scene di incontri decisivi una rilettura volutamente provocatoria dell'uomo e dell'opera, con le attrici Sandra Maggio e Patricia Le Goff e il poeta Manlio Bich
articolo preso dal blog di Gad Lerner, pubblicato il 4 novembre 2008

Paolo Guzzanti e la “Mignottocrazia”. Il sottotitolo provvisorio, non si sa se diventerà definitivo, è: La sera andavamo a ministre. Il libro è atteso alle stamperie dell'editore Aliberti, ma l'autore non riesce a chiudere i capitoli e dichiara: "Ogni giorno salta fuori una notizia macroscopica sul tema, che mi costringe a riaprire i capitoli".

Paolo Guzzanti da giovane riuscì a riciclare la sua incontinenza verbale in talento giornalistico. Oggi riesplode pirotecnica contro il ministro Carfagna, colpevole di una carriera politica ingiustificabile se non -a suo dire- per meretricio. Che lui descrive nel dettaglio della prestazione, manifestando scandalo per la capricciosità con la quale Lui, il Capo, si arroga il diritto di favorire gli intimi destinandoli a incarichi per cui non hanno la dovuta competenza.
Coniato il neologismo “mignottocrazia”, senza risparmiarci neppure l’esplicito riferimento all’uccello sovrano e ai servizi da esso ricevuti, Guzzanti parrebbe l’inventore di una nuova forma di dissenso politico. Ma non è così, purtroppo. Così com’era inefficace, la sera in cui il Capo difese Putin e criticò il governo georgiano, replicargli con un “Berlusconi mi fa vomitare”.
Dovremmo apprezzare il coraggio? O unirci a lui nel complice sogghigno? O rintracciare per li rami della genealogia guzzantiana le analogie contenutistiche con la satira filiale? Io che a Guzzanti ho voluto bene, e l’ho stimato come collega, ci vedo purtroppo solo l’esito terminale di una dissipazione. E la di lui scoperta di quanto il linguaggio viriloide della destra possa risolversi in massacro. A chiosa del suo primo intervento critico pubblicato dal “Giornale” un mese fa, ricordo un corsivetto al curaro. Gli si garantiva totale libertà d’espressione, almeno fin tanto che lui non traslocasse in altra testata. Salvo ammonire i futuri destinatari dei suoi pezzi circa la fatica necessaria a passarli, per via delle loro sgrammaticature. Così si buca la pancia a uno dei maestri della scrittura giornalistica, da quelle parti.
Verrebbe da dire: Paolo, ben ti sta. Hai avuto bisogno di veder insolentire tua figlia a tutela della Carfagna, per accorgerti della menzogna in cui ti eri arruolato per dispetto a Scalfari, Mauro e la sinistra da cui provenivi? E ora vorresti che scegliamo tra te, novello Pasquino, e la signora ministro di cui irridi le prestazioni? Tra la padella e la brace?
Che la Carfagna trasudi inautenticità, se ne avvedono tutti senza bisogno di scadere nella misogenia italica. Ma che la tua autenticità sappia d’amaro come la bile, è l’esito doloroso di un itinerario già scritto.

LA RIVE INTERDITE

La storia della "Rive interdite", la riva proibita, si svolge nella Parigi del XIII secolo, nella riva destra della Senna.Protagonista del romanzo è Regard, una piccola prostituta della riva destra che, per amore di un chierico, si ribellerà e lo seguirà nella riva sinistra, credendo che sia innamorato di una donna bellissima, di nome Filosofia... la fanciulla varcherà il ponte proibito alle femmes come lei e vedrà e sentirà cio' che una donna non puo' mai osare... Il libro è stato pubblicato da Normant Editions (Nantes) ed è reperibile nelle librerie e su internet, sul sito franco-italiano.

L'autrice si presenta così:

“Io sono per natura, credo, un’outsider. Compio il mio miglior lavoro e mi sento più temprata quando ho le spalle al muro… Non occorrerà mai ch’io mi ripeta, ritorni sulle mie tracce. Sono un’outsider. Posso fare a modo mio: sperimentare con la fantasia come meglio mi piace. Il branco può ululare, non mi prenderà mai. E se anche il branco - recensori, amici, nemici – non bada a me o mi prenderà in giro, sarò ugualmente libera…”

(Virginia Woolf, Diario, venerdì 20 maggio, 1937; in Phillis Rose, Virginia Woolf, Editori Riuniti, p.195)

lunedì 13 settembre 2010

DALAI LAMA
NON SPRECARE QUESTA VITA

Una scelta di massime e pensieri di Sua Santità il Dalai Lama che, con parole provocatorie, spiegano al lettore occidentale il cuore dell’insegnamento buddhista sull’importanza dell’amore, della pace, della compassione e della giustizia, e gli indicano la via per vivere con un maggior senso di responsabilità la propria vita quotidiana.

Dal quattordicesimo Dalai Lama tibetano, la più importante figura del buddhismo contemporaneo, un'intensa riflessione sulla vita in forma di folgoranti aforismi. Insegnamenti di apparente semplicità che, come lampi di luce, illuminano la mente immergendola nella meditazione sui concetti più profondi. Un invito a non sprecare la propria vita, ma ad approfittarne, affrontando ogni giorno con consapevolezza e offrendo compassione, gentilezza, amore e rispetto a ogni essere vivente.

Il titolo onorifico di Dalai Lama è tratto da una combinazione della parola mongola Dalai, che significa Oceano, e pronunciabile in tibetano come tale'i, e lama, equivalente tibetano della parola sanscrita guru, ovvero Maestro spirituale.

Il Dalai Lama, una delle più influenti e note cariche lamaistiche, è la massima autorità spirituale del Buddhismo tibetano, a capo della scuola Gelupa (dGe-lugs-pa), cioè dei Virtuosi, una delle scuole del Buddhismo. Dalla metà del 1600 fino al 1959 fu la più alta autorità temporale del Tibet.

venerdì 10 settembre 2010

Uno dei grandi campioni dell’Inter





FORTISSIMAMENTE IO
di Dejan Stankovic


Dejan Stankovic, uno dei grandi campioni dell’Inter di Massimo Moratti, si racconta in un libro appassionante e corredato da un inserto fotografico con immagini mai viste. A partire dalla sua infanzia nella ex-Jugoslavia, Stankovic ricostruisce tutta la
sua storia personale: i sogni di un ragazzino che giocava a pallone nelle strade di Belgrado interrotto dai fischi delle bombe invece che dell'arbitro, l'emergere di un talento eccezionale, i primi passi nel professionismo e la consacrazione nella Stella Rossa di Belgrado. L'approdo in Italia prima alla Lazio poi all'Inter, fino ad arrivare alla cavalcata trionfale del 2010 conclusasi nella notte di Madrid.

L’AUTORE Dejan Stankovic è nato Belgrado l'11 settembre 1978. Ha giocato nella Stella Rossa, Lazio e Inter. E’ il capitano della nazionale della Serbia.

giovedì 9 settembre 2010

Un affresco importante che fa luce su una parte della nostra storia.









QUANDO CI BATTEVA FORTE IL CUORE
di Stefano Zecchi

Una vicenda intima e toccante, un affresco importante che fa luce su una parte poco raccontata della nostra storia.
Pola, 1945. Sergio ha sei anni e vive solo con la madre Nives, donna autonoma e coraggiosa che lo cresce mentre il padre è in guerra. Quando la guerra termina e il padre torna a casa, Sergio lo percepisce come un intruso. Intanto gli italiani in Istria non fanno in tempo a gioire della liberazione dai tedeschi che apprendono dell’incorporazione di Trieste e di tutta l’Istria nell'area di influenza sovietica. Il clima si fa presto teso: gli Jugoslavi si abbandonano a violenze, saccheggi e uccisioni di italiani fascisti o presunti tali. Nives non vuole rinunciare alla propria identità italiana e inizia un’attività clandestina di resistenza che la separerà dal figlio. Senza notizie della madre, Sergio fugge verso Venezia in cerca della salvezza: un cammino avventuroso, segnato da stenti e sofferenze, durante il quale padre e figlio impareranno ad amarsi e a capire che la sola salvezza sta nell’essere uniti.

L’AUTORE Stefano Zecchi insegna Estetica all’Università degli Studi di Milano ed è stato docente in alcune Università straniere, tra cui quelle di Parigi, Erlangen e Calcutta. Romanziere e saggista, tra i suoi libri ricordiamo: Sillabario del nuovo millennio (1993), Il brutto e il bello (1995), L’artista armato (1998), Capire l’arte (1999), L’uomo è ciò che guarda. Televisione e popolo (2005), Le promesse della bellezza (2006), e i romanzi Estasi (1993), Sensualità (1995, premio Bancarella 1996), L’incantesimo (1997), Fedeltà (2001, premio Grinzane Hanbury), Amata per caso (2005) e Il figlio giusto (2007).

mercoledì 8 settembre 2010

MARÍA DUEÑAS
LA NOTTE HA CAMBIATO RUMORE

Un vero e proprio caso editoriale in Spagna: dopo quasi un anno è
ancora ai primi posti nelle classifiche. Un tradimento e due guerre distruggono il suo passato, una nuova identità segreta la proietterà nel suo futuro: Sira Quiroga è una giovane sarta nella
Madrid del 1935 quando si innamora di un carismatico impresario e, prima dello scoppio della Guerra Civile, lascia la Spagna per trasferirsi con lui a Tangeri. Rimasta presto sola e piena di debiti, si sposta a Tetuán e con l’aiuto di qualche oscuro personaggio riesce ad aprire un atelier di alta moda, che diventa presto il punto di riferimento delle signore più ricche e influenti del Protettorato spagnolo. Tra queste Rosalinda Fox, un’affascinante donna inglese, amante del ministro degli Esteri del regime
franchista. Per Sira è l’inizio di una doppia vita, come sarta e come spia al servizio del governo britannico. E così, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, accetterà di spingersi sotto falsa identità fino a Lisbona, per cercare di scoprire un segreto di vitale importanza.

L’AUTRICE Marìa Dueñas (Ciudad Real, 1964) insegna Filologia inglese all’Università di Murcia. La sua famiglia ha vissuto a Tetuan quando era la capitale del Protettorato spagnolo in Marocco: a partire dai ricordi di quell’epoca, María Dueñas ha tratto ispirazione per scrivere La notte ha cambiato rumore.