mercoledì 15 settembre 2010

La tragica morte di Edoardo Agnelli


80 METRI DI MISTERO
La tragica morte di Edoardo Agnelli
di Giuseppe Puppo
con prefazione del magistrato Ferdinando Imposimato
Una vera e propria inchiesta giornalistica, condotta in presa diretta, che si legge tutto d'un fiato e che porta all'acquisizione di molti elementi concreti. Sconvolgenti. Cosa si nasconde dietro la tragica morte di Edoardo Agnelli? Fu vero suicidio o un complotto ai danni del futuro erede della famiglia più potente d'Italia? Dopo otto anni di silenzi e indifferenza, Giuseppe Puppo affronta, avvalendosi di testimonianze inedite, uno dei tanti misteri rimasto ancora insondato.
Una volta letto e chiuso l’ultimo libro del giornalista e scrittore Giuseppe Puppo, il pensiero va subito alla sua capacità di trattare con professionalità e rispetto un argomento giornalisticamente border line come la morte di Edoardo Agnelli (Ottanta metri di mistero. La tragica morte di Edoardo Agnelli, pref. di Ferdinando Imposimato, Koinè Nuove Edizioni, Roma 2009, pp. 176, euro 14,00; ma si veda anche il suo sito http://www.giuseppepuppo.it/ ). Puppo si muove con eleganza antica nel nobile alveo del grande giornalismo d’inchiesta, rigoroso, documentato, pacato. Il libro indaga la morte per suicidio di Edoardo, quarantasei anni, unico figlio maschio di Giovanni Agnelli, lanciatosi nel vuoto, dall’alto di un ponte dell’autostrada A6 Torino-Savona, il 15 novembre 2000: da ottanta metri, come recita il titolo del libro. Una tragica vicenda. Ma il tocco felpato, non meno penetrante, dell’autore lascia il segno: siamo davanti a un libro-inchiesta che si legge d'un fiato, ma che non priva il lettore di quell' appagamento intellettuale, sempre più raro, soprattutto in tempi di giornalismo sciatto e urlato. Ovviamente l’ipotesi alternativa, che Puppo più che imporre sottopone al giudizio dei lettori attraverso la forbita intelligenza dei documenti ( virtù molto torinese, questa, benché l'autore lo sia solo d'adozione), è quella dell’omicidio. Dietro il quale si celerebbero astiose questioni ereditarie interne alla famiglia Agnelli. Nonché forse più sottili ragioni politiche e religiose. Probabilmente legate alla scelta islamica, filo-iraniana e sciita di Edoardo: una "svolta" spirituale addirittura risalente agli anni Settanta, e in seguito sempre meno apprezzata, se non temuta, dalle componenti familiari più filo-semite e internazionalizzate... Ma su questo aspetto lasciamo ai lettori il gusto di scoprire, pagina dopo pagina, l’intreccio, così ben ricostrutito e indagato da Giuseppe Puppo, in particolare attraverso interviste e testimonianze inedite. Il quale, ripetiamo, non impone tesi precostituite. Ma accompagna il lettore, quasi per mano, lungo un onesto cammino di ricerca (come nel bellissimo ultimo capitolo, vero gioiello di fine recherche introspettiva), persino nei luoghi fisici dei tristi eventi. A ritrovare quella che con formula felicissima, Puppo definisce la “geografia dell’anima” non solo di Edoardo, degli Agnelli, ma di una città , già intrigante di suo, come Torino. In realtà, quel che più colpisce di Ottanta metri di Mistero è il fattore Buddenbrook. Che sociologicamente rinvia a quella gigantesca e spesso perdente lotta contro le dure leggi della decadenza sociale. Alle quali anche il capitalismo, come sistema sociale, soprattutto se familiare, non può sottrarsi, proprio nelle sue "micro-articolazioni". Come appunto mostra il modello per eccellenza di capitalismo familiare, quello della stirpe dei Buddenbrook, immortalato da Thomas Mann. Ma ci spieghiamo meglio. Le pagine di Puppo offrono ai lettori lo spaccato sociologico di quelli che sono i problemi “dinastici” di certo capitalismo familiare, ancora vivo - per alcuni, purtroppo - nell’ Italia del 2009 , ma con radici lontane nell’Ottocento europeo. Dove, ieri come oggi, le generazioni al comando, tentano di darsi il cambio, anello dopo anello. E in che modo? Guardandosi febbrilmente intorno, sempre in cerca di come sostituire degnamente gli anelli deboli del sangue, attraverso politiche matrimoniali e successioni guidate dalla "cultura" del comando, magari attraverso il meccanismo dell' “adozione”, non sempre pubblica come invece avveniva nella Roma imperiale. E così proseguire, grazie a trasfusioni di sangue fresco, la difficile lotta contro le costanti della decadenza sociale, dettate dalla biologia e dalla sociologia degli organismi sociali. Già Marx, benché in altro senso, aveva parlato del capitalismo come di un fenomeno vampiresco. In certa misura, il passaggio epocale, soprattutto novecentesco, dal capitalismo familiare a quello manageriale e azionistico, può essere visto come un tentativo di contrastare le costanti di cui sopra, sostitituendo alle famiglie (socialmente) mortali, la specie immortale della "forma" azione. Puntando su manager sempre sostituibili con altri manager, all'insegna della continuità, se non perennità, del comando, detenuto dai possessori delle azioni immortali. Ma questa è un'altra storia. Edoardo, così colto e fragile al tempo stesso, non poteva che essere una vittima designata. Come ogni anello debole. Vittima di se stesso? Di altri? Per scoprirlo, o comunque per avvicinarsi alla verità, consigliamo di leggere l'avvincente libro-inchiesta di Giuseppe Puppo.


L'AUTORE Giuseppe Puppo (Lecce, 26 novembre 1957) è un giornalista e scrittore italiano. Inizia la carriera di giornalista da ragazzo, nella redazione del settimanale Voce del Sud, sotto la guida di Ernesto Alvino. Trasferitosi a Torino, giornalista dal 1987, si è occupato di attualità, costume e cultura, e ha raccontato e interpretato, fra l'altro, l'ultima conferenza pubblica di Pier Paolo Pasolini, di cui fu testimone; il Karaoke di Fiorello; la difficile integrazione a Torino prima dei meridionali e poi degli extracomunitari. Ha inoltre raccolto in un saggio gli ultimi articoli di Ezra Pound scritti "Per il Popolo di Alessandria". Ha collaborato a varie testate giornalistiche come Roma, Il Secolo d'Italia, Il Borghese, L'Italia settimanale ed altre, e collabora con l'associazione culturale "Poesia attiva". Per la Regione Piemonte ha curato parte del progetto "Obiettivo minori - educazione all'uso consapevole delle nuove tecnologie". Con l'avvento di internet, pubblica con la licenza creative commons il saggio "Ritratti del Novecento" e il romanzo "La notte il cielo è rosso", resi disponibili in lettura gratuita sul suo sito web www.giuseppepuppo.it Dal 2009, inizia l'attività di autore di teatro di parola: presenta in varie località lo spettacolo Voglio combattere ancora! - Attualità di Filippo Tommaso Marinetti interpretato dall'attrice Sandra Maggio. Nel 2011 parte la tournèe del suo nuovo spettacolo teatrale Pier Paolo Pasolini, Scene di incontri decisivi una rilettura volutamente provocatoria dell'uomo e dell'opera, con le attrici Sandra Maggio e Patricia Le Goff e il poeta Manlio Bich

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