Almeno tangentopoli era un periodo di illegalità etica

Come ci si può ancora scandalizzare per il feroce nepotismo di cui è schiavo questo paese, quando sono i sindacati che per primi obbligano le aziende ad assumere i figli dei dipendenti. È il caso della banca Unicredit, costretta a contrattualizzare l’impegno dell’istituto a favorire illegalmente e arbitrariamente alcuni a scapito di altri. E i disoccupati che sono in attesa di un posto di lavoro da anni? Ma si può continuare a stare zitti in un paese che delinque per legge? Sembra un ossimoro, ma è la cruda realtà. “Copiaincolla” dalla Stampa del 18.10.2010 Beati coloro che sono figli di ingegneri, piloti,attori, cantanti, giornalisti addirittura calciatori. “Stai tranquillo che un posto te lo rimedia Papà.” E quelli che appartengono alla casta dei morti di fame continuano a guardare il mondo da dietro la vetrina. «È un risultato che va ascritto alla capacità negoziale del sindacato dei lavoratori del credito e delle buone relazioni esistenti con la controparte», spiega il segretario generale Uilca Massimo Masi. «Abbiamo sconfitto le cassandre che volevano un sindacato subalterno ai processi di ristrutturazione aziendale. Abbiamo, soprattutto, sconfitto chi, all’interno della Banca ha cercato, dopo l’inopinata uscita di scena di Profumo, di ritagliarsi un ruolo senza fare i conti con le Organizzazioni sindacali. Prima di “tangentopoli” il sistema della spartizione degli stipendi funzionava così: Un posto per un socialista, uno ad un democristiano, uno per un comunista e un posto per uno bravo a farlo quel lavoro. Oggi anche quello bravo deve aspettare.

Massimo De muro