mercoledì 3 novembre 2010

Dopo l'imbroglio liberista

L'ECONOMIA GIUSTA
di Edmondo Berselli

«Edmondo Berselli se n'è andato. Ma, prima di lasciarci, ha scritto questo saggio, denso e veloce al tempo stesso. È dedicato alla ricerca di nuove vie verso "l'economia giusta", in tempi di crisi globale, dopo la fine della "superstizione monetarista". L'autore ripercorre criticamente i contributi teorici, le esperienze politiche e di governo piú significative, dall'Ottocento fino ad oggi. Scivola, con agilità, fra il marxismo e la dottrina sociale della Chiesa, il pensiero liberale e il socialismo, la socialdemocrazia e il neo-liberismo. Ai confini tra economia, sociologia, filosofia e storia. Un approccio ibrido, come il linguaggio è diretto e suggestivo. Inconfondibile. La conclusione è disincantata. Finita, rovinosamente, l'era del "pensiero unico monetarista", siamo rimasti senza risposte. Perché le alternative hanno già fallito. Non riescono ad essere credibili. Cosí, molto semplicemente, dovremo abituarci "ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere piú poveri". Berselli lascia cadere questo ammonimento nelle ultime righe. Quasi un invito a non dimenticare. Noi, certamente, non ci dimenticheremo di lui».
Ilvo Diamanti

dal sito Dagospia.it
«Prima di lasciarci, pochi mesi fa, Edmondo Berselli ha scritto questo saggio, denso e acuminato. Diverso, in qualche misura, dai suoi libri precedenti. Dagli articoli che ha continuato a pubblicare, fino alla fine. Diverso perché "essenziale", nello stile e nei contenuti», iniziava così l'articolo di Ilvo Diamanti su Repubblica del 10 settembre scorso a commento de "L'economia giusta" (Einaudi, pagg. 100, euro 10).

(...) il libro dell'editorialista, scrittore, scomparso ad aprile a 58 anni (è stato) presentato nella Sala Stampa Estera da Giuseppe De Rita, Ernesto Franco, Ezio Mauro.

Un atto di accusa spietato - lo ha definito Diamanti - sulle diseguaglianze imposte e sull'eguaglianza possibile, sulla povertà inevitabile e quella affrontabile, sul capitalismo di matrice angloamericana, sulle leggi approvate dai politici convinti che abbassando le tasse, riducendo i salari reali, lasciando totale libertà di manovra alla finanza, si potesse produrre ricchezza.

Edmondo Berselli ricostruisce l'ascesa e il declino dell' "economia giusta" attraversando il Novecento, partendo da Marx e Leone XIII per arrivare fino alla svolta del XXI secolo. Una riflessione su come affrontare la crisi ed uscirne.

Come? Con una difficile, sofferta sintesi tra il modello renano dell'economia sociale di mercato e le proposte della Chiesa che si trovano in alcune encicliche di Giovanni Paolo II (la Centesimus Annus) e di Benedetto XVI (la Caritas in ventate). Il testo si chiude con la consapevolezza che: «Dovremo adattarci ad avere meno risorse, meno soldi in tasca. Essere più poveri. Eccola parola maledetta: povertà. Ma dovremo farci l'abitudine».


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