mercoledì 10 novembre 2010

L’avvocato d’insuccesso napoletano che finge di lavorare






MIA SUOCERA BEVE
di Diego De Silva

Vincenzo Malinconico, l’avvocato d’insuccesso creato da Diego De Silva torna con Mia suocera beve

Con il suo penultimo romanzo ‘Non avevo capito niente’ (Einaudi, 2007) lo avevamo lasciato decisamente soddisfatto al quarto posto del Premio Strega 2008 (edizione vinta dall’allora esordiente Paolo Giordano con ‘La solitudine dei numeri primi’) e ritroveremo Diego De Silva, nell’ormai imminente prossimo mese di settembre, con il nuovo romanzo ‘Mia suocera beve’, pubblicato dalla Giulio Einaudi Editore.

L’autore napoletano ripropone il personaggio di Vincenzo Malinconico (quando si dice che il destino è già nel proprio cognome), l’avvocato d’insuccesso napoletano che finge di lavorare per passare il tempo e riempire così le giornate, ma da buon partenopeo che non tralascia nulla al caso, questo ‘far niente‘ deve essere organizzato, programmato nei minimi particolari e, per non dover ‘sprecare‘ troppe energie divide con altri finti-occupati come lui, uno studio legale arredato con mobili Ikea, chiamati affettuosamente per nome come fossero persone di famiglia.

Malinconico, che con il precedente volume ha fatto ridere più di 100.000 lettori, questa volta incomincia dal titolo, che in quel – mia suocera beve – non può non strappare almeno un accenno di sorriso anche al lettore più serioso, e continua imperterrito ad interpretare la pirotecnica trama che De Silva ha inteso costruire intorno alle sue irresistibili divagazioni, affermandosi, comunque, come uno di quei pochi personaggi capaci di sfuggire alla penna dell’autore per vivere di vita propria.
La trama, in sintesi, ci porta nel bel mezzo di un sequestro di persona ripreso in diretta dalle telecamere di un supermercato. Ad averlo studiato ed eseguito è il mite ingegnere informatico che ha progettato il sistema di videosorveglianza. Ad essere sequestrato è un capomafia, che l’ingegnere considera responsabile della morte accidentale del suo unico figlio. Il piano è d’impressionante efficacia: all’arrivo delle telecamere della televisione, l’ingegnere intende raccontare il suo dramma e processare in diretta il boss.
La scena del sequestro diventa cosi il set di un tragicomico reality, con la folla e le forze dell’ordine all’esterno del supermercato che assistono impotenti allo «spettacolo». La sola speranza d’impedire la tragedia è affidata, guarda caso, all’avvocato Vincenzo Malinconico, che l’ingegnere incontra casualmente nel supermercato e «nomina» difensore d’ufficio del boss nell’improvvisato processo.
Malinconico, con la sua proverbiale irrisolutezza, il suo naturale senso del ridicolo, la sua insopprimibile tendenza a rimuginare, uscire fuori tema, trovare il comico nel tragico, il suo riepilogare e riscrivere gli eventi recenti della sua vita privata (la crisi sentimentale con Alessandra Persiano, le incomprensioni della sua ex moglie e dei due figli, l’improvvisa diagnosi di leucemia della sua ex suocera), riuscirà a sabotare il piano dell’ingegnere e forse anche quel gran casino che è la sua vita.

Nessun commento:

Posta un commento