A cicli la storia si avvita su se stessa

Copertina:EUR 10,00




STORIA DI UNA CADUTA
di Stefan Zweig (1845–1926)
Perdere il favore di coloro da cui dipende la nostra stessa vita. Mordere la polvere quando si sono conosciuti i fasti degli altari. Non essere più amati. È il destino intollerabile che accomuna i protagonisti delle due novelle qui riunite: una dama del Settecento e un cane. E il dolore, il furore, il desiderio di vendetta saranno altrettanto violenti nell’animale e nella donna. Splendida, intelligente e ambiziosa, amica di Voltaire, amante del duca di Borbone, la marchesa de Prie sembra onnipotente e, soprattutto, intoccabile. Ma quando nel 1726 il duca di Borbone cade in disgrazia presso Luigi XV, per lei si spalanca, d’improvviso, il baratro di un esilio avvilente. Confinata in Normandia, rabbiosamente sola, Madame de Prie non può che tormentare il giovane amante, contemplare allo specchio il suo volto che sfiori­sce – e progettare una morte degna dei passati splendori. Le forze brutali – distruttive e autodistruttive – che solo l’orgoglio ferito e l’amore ripudiato sanno scatenare innervano anche il secondo racconto, dove a sperimentare la più tremenda delle perdite è Ponto, tirannico bulldog dapprima oggetto di una sfrenata passione e poi di colpo ignorato e bandito dal suo regno non appena la padrona resta incinta. Sagace nel suo odio, l’esclu­so preparerà la vendetta, suscitando nel lettore un’attesa angosciosa – e una suspense alla Hitchcock.
L’AUTORE Stefan Zweig era il secondo figlio dell’industriale ebreo Moritz Zweig (1845–1926) e sua moglie Ida, nata Brettauer (1854–1938). La sua gioventù era influenzata dalla sicurezza economica della famiglia e dal clima artistico e intellettuale della Vienna della fine dell’Ottocento, molto di più che dalla scuola, vissuta da lui come monotona. Come la maggior parte dei suoi coetanei, a quell’epoca si interessava poco dei problemi politici e sociali di quel periodo.