In questi giorni è apparso sui giornali la notizia che si darà un seguito alle avventure di quello che è considerato uno dei più famosi investigatori inglesi, Sherlock Holmes. Infatti il prossimo settembre uscirà un nuovo romanzo per la Casa editrice Orion e a seguire le tracce del medico scrittore sarà Anthony Horowitz, noto al pubblico per i suoi racconti dedicati alla spia adolescente Alex Rider e per avere scritto le sceneggiature delle serie televisive di Poirot e dell’Ispettore Barnaby, adattamenti rispettivamente dai romanzi gialli di Agata Christie e di Caroline Graham.
Su Sherlock Holmes tutto è già stato scritto: la sua originalità, la misantropia, le sue passioni e i suoi vizi. Lo scorso anno il pubblico appassionato di cinema ha assistito anche ad un riadattamento in chiave americana di questo detective: attivo, sportivo, violento e amante delle donne. Una riedizione del 21° secolo. Ma poco si sa del suo creatore scozzese, Sir Arthur Ignatius Conan Doyle (1859 –1930). Di lui non si sa la sua vera professione, il medico, dei suoi viaggi, dei suoi romanzi fantastici di cui il Mondo Perduto – a cui molto devono Jurassick Park e Avatar – è solo un esempio. Non si sa delle avventure del Pirata Captain Sharky, amorale, crudele, scaltro e vanesio, una figura che molto ricorda il Captain Sparrow, interpretata da Jonny Depp ne Pirati dei Caraibi. Poco nota è inoltre la sua passione per lo spiritismo, anzi, ha dell’incredibile cheil creatore del poliziesco capostipite del giallo deduttivo e raziocinante abbai scritto nel 1926 il saggio Storia dello Spiritismo e che abbia dedicato gli ultimi anni della sua vita a una causa, quella dello spiritismo appunto, che sembrava sfidare la logica.
Ma il suo genio non poneva limiti alla conoscenza di qualunque tipo. E a testimonianza di questo c’è il suo ultimo lavoro, pubblicato appena prima di morire, The Edge of Unknown – Verso l’Ignoto– nel quale spiega le sue esperienze psichiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.