venerdì 22 luglio 2011

"PIUTTOSTO MORIRE IN PIEDI CHE VIVERE IN GINOCCHIO."







COME ABBATTERE UN REGIME.
di Gene Sharp

"PIUTTOSTO MORIRE IN PIEDI CHE VIVERE IN GINOCCHIO."
Albert Camus

"C'ERO A TIENANMEN, QUANDO I CARRI ARMATI CI SONO VENUTI ADDOSSO. VEDENDO IN TV I RAGAZZI EGIZIANI HO TEMUTO CHE POTESSE FINIRE DI NUOVO COSÌ. MA PER TUTTI I REGIMI C'È UN PUNTO DI NON RITORNO. LA RIVOLTA ORA AVANZA OVUNQUE."
Gene Sharp, "la Repubblica", 17 febbraio 2011

Questo testo è diffuso come un vangelo della ribellione. Ha aiutato movimenti che hanno abbattuto regimi: Milošević nel 2000 e oggi Ben Ali e Mubarak. Tutto attraverso nonviolenza e informazione. Sharp descrive le fonti di legittimità del potere (non solo gli eserciti, interessanti sono le "fonti intangibili", cioè psicologiche, che portano ad accettare l'oppressione); denuncia l'inefficacia di negoziati e compromessi e la finzione di una democrazia conquistata attraverso l'intervento dall'estero. La vera ribellione nasce dall'interno. Richiede consapevolezza collettiva, non collaborazione, pubblica resistenza. In questo manuale ci sono i metodi per costruirla.

L'AUTORE Gene Sharp (1928) usa internet a fatica, ma questo suo manuale è diffuso in rete soprattutto tra i più giovani. Studioso e professore di Scienze politiche all’Università del Massachusetts, è impegnato da anni nella ricerca e nella pianificazione di tecniche e strategie di ribellione nonviolenta ai regimi. I suoi scritti, e principalmente questo libro, hanno ispirato movimenti di opposizione in diverse parti del mondo, dalla Birmania (oggi Myanmar) alla Serbia di Miloševi´c, fino, più di recente, alle rivolte di piazza che stanno sconvolgendo il mondo arabo. È stato definito «il von Clausewitz della nonviolenza» e l’istituzione che ha fondato (Albert Einstein Institution) da anni promuove questa sua battaglia. Sharp si è formato sui testi di Mohandas Gandhi e sulla storia della rivolta per l’indipendenza dell’India. La sua fede e militanza all’insegna della nonviolenza gli causerà negli anni Cinquanta un periodo di carcere per diserzione durante la Guerra di Corea (1950-1953). Oggi il Medio Oriente è il banco di prova di questa rivolta fatta di consapevolezza, non collaborazione e resistenza attiva.

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