mercoledì 19 ottobre 2011

Faide. Un pugno nello stomaco. Una realtà e poca finzione...






FAIDE
L’impero della ‘ndrangheta
di Biagio Simonetta

Se la cronaca non riesce più a scuotere la nostra coscienza, Faide ci farà guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda, svelandoci i meccanismi della mafia più potente del mondo. Faide è un romanzo dove non c’è finzione. È un pugno nello stomaco, un racconto che nasce nelle viscere della Calabria più dura, quella della ’ndrangheta e dell’emigrazione, e attraversa l’Europa in un viaggio dentro l’impero sconfinato dei clan. Da «Las Vegas», una piccola sala giochi dell’entroterra crotonese, dove piccoli delinquenti iniziano la loro carriera sputando per spregio sui monitor dei videogiochi, fino alle pizzerie di Duisburg nella civilissima Germania, dove la ’ndrangheta, che sta colonizzando interi settori economici, è ancora percepita come un innocuo fenomeno folcloristico. L’autore entra nelle stanze buie delle ’ndrine, traccia la mappatura dello spaventoso potere economico del sistema criminale calabrese attraverso le storie di chi ne fa parte, di chi è scampato per un soffio, di chi ne è stato travolto. C’è la piccola Anna, ammalata di cancro perché la sua scuola è stata costruita con una parte di quelle 350mila tonnellate di materiale tossico mai smaltito in discariche specializzate. C’è il Panzer, ex promessa del calcio, rovinato dalla cocaina che ormai ha soppiantato l’eroina. Il core-business di «Cosa Nuova» che fattura intorno ai 27 miliardi di euro, l’unico mercato a non conoscere crisi. C’è Katia, nigeriana, che si spoglia e si vende agli addii al celibato e consegna l’incasso al suo magnaccia albanese che controlla la prostituzione nella Piana di Sibari per conto delle cosche. Poi ci sono Domenico, undici anni, raggiunto per sbaglio da un proiettile mentre giocava a calcetto; Rosellina e Barbara, trucidate nella cucina di casa; Lea, che ha rinunciato alla protezione dello Stato, per finire sciolta nell’acido in un casolare in Lombardia, regione infiltrata capillarmente dai clan calabresi. Un viaggio nell’inferno della ’ndrangheta di cui viene mostrato il volto truce delle faide insieme a quello più «pulito» dell’imprenditoria, un «romanzo della realtà» per raccontare quello che è diventato il più grande sistema criminale del nostro tempo.

L’AUTORE Biagio Simonetta (1980), giornalista calabrese, vive a Milano. È stato redattore del Quotidiano della Calabria per sette anni, prima di lasciare la sua terra. Numerosi sono i suoi reportage sulla criminalità organizzata calabrese, dai veleni di Crotone a Duisburg dopo la strage di Ferragosto. Suoi scritti sono stati pubblicati nei siti web di Beppe Grillo e Nazione Indiana.

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