martedì 18 ottobre 2011

Giuliano Pisapia. Le parole del sindaco della gente...






DUE ARCOBALENI NEL CIELO DI MILANO
(e altre storie)
di Giuliano Pisapia con Stefano Rolando

Prefazione di Ferruccio de Bortoli

Dall’1 giugno 2011 Giuliano Pisapia – avvocato penalista, per dieci anni parlamentare della sinistra, outsider non iscritto a partiti, vincitore delle “primarie” nel centro-sinistra – è il sindaco di Milano. Pochi a prevederlo, ha staccato di dieci punti il sindaco uscente Letizia Moratti sostenuta dal governo Berlusconi e da un budget elettorale dieci volte superiore. Nelle sue biografie ufficiali l’essenziale: due lauree, educatore al Beccaria, operaio in un’industria chimica, impiegato in banca. Poi a trent’anni – sulle orme del padre, professore e celebre penalista – inizia la carriera di avvocato. Processi importanti. Dice di aver conosciuto ingiustizie e deficit di diritti. Dice anche di avere volontariamente lasciato gli incarichi parlamentari e, concependo la politica come un servizio, di avere immaginato e attuato una “sfida impossibile”: riportare il centro-sinistra a Palazzo Marino dopo quasi vent’anni. Centomila cittadini normali, famiglie, biciclette, palloncini arancioni, lo hanno applaudito in piazza del Duomo, dopo una straordinaria campagna elettorale di grande ascolto della città, culminata in un acquazzone violento sulla folla assiepata per il festeggiamento finale. Che, per incanto, ha lasciato il posto – nella notte improvvisamente serena – a due arcobaleni che sono rimasti il simbolo di questa storia. È entrato il primo giorno a Palazzo Marino e ha detto che avrebbe ricevuto i cittadini desiderosi di salutarlo. Se ne sono presentati venticinquemila, in una educata fila che partiva da piazza della Scala. Alla sera, dopo avere stretto la mani a tutti, ha detto ai commessi: “come siamo organizzati qui per spegnere la luce?” Dal giorno dopo l’agenda durissima di un sindaco alle prese con crisi economica e bilancio, con la sfida della buona amministrazione e con alte aspettative della città, con i problemi di revisione del piano regolatore e le difficoltà di attivare la preparazione dell’Expo. Dal giorno dopo il peso dell’attenzione dell’Italia (e non solo) sulle sorti di una città chiave della modernità e della cultura del cambiamento. Questo colloquio – registrato in pause rubate alla prima fase di adattamento – racconta, con distacco e profondità, le radici di un personaggio ormai popolare, l’evoluzione di pensiero di un italiano nato nel primo dopoguerra che non ha smentito la sua appartenenza politica ma ha saputo parlare a tutti, lo sguardo alle prospettive di una metropoli mai stata capitale, il carattere del fare politica in un’epoca in cui la politica pare disgustare la gente.

GLI AUTORI
Giuliano Pisapia (Milano, 1949), laureato a Milano in Scienze Politiche e in Giurisprudenza (dopo due anni di Medicina), ha svolto lavori sociali fino a trent’anni, quando entrato nello studio del padre, Gian Domenico Pisapia, professore di Diritto e Procedura penale, ha svolto una brillante carriera come penalista, mantenendo collateralmente interesse per la politica fino a essere eletto deputato per due mandati (dal 1996 al 2006), indipendente in Rifondazione Comunista, poi nel Gruppo misto. Ha ricoperto l’incarico di presidente della Commissione Giustizia della Camera, poi della Commissione Carceri e, nel 2006, della Commissione per la riforma del Codice penale presso il Ministero della Giustizia. Ha scritto saggi e libri in materia di giustizia, l’ultimo, con Carlo Nordio, In attesa di Giustizia. Dialogo sulle riforme possibili, prefazione di Sergio Romano (2010). Nel 2010 ha partecipato alle primarie del centro-sinistra a Milano per la scelta del candidato sindaco e le ha vinte. A capo di un’ampia coalizione, ha superato al primo turno Letizia Moratti di cinque punti andando al ballottaggio. A fine maggio, allargando consensi politici e sociali, è stato eletto sindaco di Milano con il 55% dei voti.

Stefano Rolando (Milano, 1948), laureato a Milano in Scienze Politiche, dopo esperienze di management in aziende (Rai e Olivetti) e istituzioni (Presidenza Consiglio dei Ministri e Consiglio Regionale della Lombardia), è dal 2001 professore di ruolo (Economia e gestione delle imprese) alla facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università IULM di Milano, dove si occupa di branding e di comunicazione pubblica, politica e sociale. Dal 2005 al 2010 è stato segretario generale della Fondazione di ricerca dell’ateneo. È stato anche segretario generale della Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali italiane e rappresentante italiano nel comitato scientifico Unesco-Bresce. Ha scritto nel suo campo disciplinare (da ultimo La comunicazione pubblica per una grande società, 2010); ma anche di memoria e identità. Con Bompiani: Quarantotto-Argomenti per un bilancio generazionale (2008); Il mio viaggio nel secolo cattivo (con Maria Luigia Baldini Nitti, 2008); Le nostre storie sono i nostri orti ma anche i nostri ghetti (con Marco Pannella, 2009). Di recente anche co-autore di Paolo Grassi. Biografia (2011).

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